Kiev: "Noi dietro l'omicidio? Non lavoriamo così"
In Russia è stato il giorno dell'ultimo saluto a Darya Dugina, figlia di Alexander Dugin, morta nell'esplosione della sua auto sabato notte. La funzione commemorativa si è svolta presso il Centro televisivo di Ostankino. "E' morta per il popolo, per la Russia", ha detto Dugin.
"Non aveva paura, la verità, e l'ultima volta che abbiamo parlato al festival culturale mi ha detto: 'Papà mi sento una guerriera, un'eroina", ha affermato Dugin durante la funzione andata avanti per circa due ore, come ha riportato l'agenzia russa Tass. Alla cerimonia hanno partecipato circa 200 persone, tra parenti, amici e conoscenti della Dugina, ha scritto Kommersant, notando gli interventi durante la cerimonia del deputato Leonid Slutsky, del vice presidente della Duma, Sergey Neverov, e del magnate russo Konstantin Malofeev, fondatore e proprietario della tv russa Tsargrad.
Ieri il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto sull'assegnazione postuma dell'Ordine del Coraggio alla Dugina. Per Dugin la morte della figlia è stata causata da "un atto di terrorismo del regime nazista ucraino" e ora, ha commentato ieri con un riferimento al conflitto in Ucraina, "abbiamo bisogno solo della vittoria".
"Non ci sarà nessuna pietà" per gli assassini di Darya Dugina. Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ha parlato così nel corso di una conferenza stampa. "È stato un crimine barbaro per il quale non ci può essere perdono. Non ci può essere pietà per gli organizzatori, gli sponsor e i responsabili", ha dichiarato il ministro.
Kiev è tornata a smentire il proprio coinvolgimento nell'omicidio di Darya Dugina, la cui responsabilità i servizi segreti russi hanno attribuito a una donna ucraina che avrebbe agito per conto dell'intelligence. "Noi non lavoriamo in questo modo - ha tenuto a dire il segretario del Consiglio di difesa e sicurezza nazionale, Oleg Danilov, citato dalla tv ucraina - Abbiamo compiti più importanti per i nostri ragazzi e ragazze. L'Fsb ha fatto questo e ora suggerisce che sia stato uno dei nostri".
Ieri il consigliere del presidente ucraino, Mikhailo Podolyak, aveva già respinto le accuse di Mosca, sostenendo che la Russia "vive in un mondo di fiction" e denunciando l'inizio di una "lotta intestina" fra gruppi di potere nella Federazione.
Per l'Estonia è "una provocazione" quanto sostenuto dai servizi segreti russi, secondo cui la presunta killer di Darya Dugina sarebbe fuggita in Estonia. E' quanto ha detto il ministro degli Esteri estone Urmas Reinsalu citato dall'emittente Etv: "Consideriamo questo come un esempio di provocazione in una lunghissima serie di provocazioni da parte della Federazione russa, e non abbiamo altro da dire al momento". Il capo della diplomazia di Tallinn ha sottolineato che tutto questo fa anche parte dei tentativi del Cremlino di fare pressione sull'Estonia per il suo sostegno all'Ucraina.