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Russia, spari in una scuola a Kazan: 9 morti

Tra le vittime sette studenti, una insegnante e un dipendente

 (Foto Fotogramma)
(Foto Fotogramma)
11 maggio 2021 | 09.43
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Nove persone sono morte nella scuola 175 di Kazan, nel Tatarstan russo, quando un ex studente ha fatto irruzione nell'edificio aprendo il fuoco. Si tratta di sette studenti, una insegnante e un dipendente (o otto studenti e un'insegnante secondo fonti nazionali), ha reso noto il governatore della regione, Rustam Minnikhanov. Altre 32 persone sono rimaste ferite, otto delle quali in modo grave. L'assalitore è stato arrestato: un 19enne con un regolare porto d'armi. E' questo il 14esimo attacco in una scuola russa dal 2014, il quinto con armi da fuoco, il più grave dei quali è stato nel 2019 in un istituto superiore di Kerch.

L'allarme alla scuola 175 di Kazan è scattato alle 9.25 (ora locale), cinque minuti dopo l'inizio della sparatoria. In quel momento nell'edificio c'erano 714 bambini e circa 70 adulti, fra cui 52 insegnanti. L'assalitore, ex studente, è entrato dall'ingresso principale, con in mano un fucile d'assalto. Ha subito aperto il fuoco e ferito un bidello.

Due delle vittime, due bambini, sono morti lanciandosi, come hanno fatto in molti, dalle finestre del terzo piano dell'edificio della scuola per sfuggire agli spari dell'assalitore che è stato arrestato. Il 19enne aveva anticipato la sua intenzione di assalire la scuola sui social. Il ministro degli Interni della regione del Tatarstan ha smentito la notizia secondo cui ad aver aperto il fuoco sarebbero stati in due. Il Comitato investigativo ha aperto una inchiesta per strage.

Il presidente russo Vladimir Putin ha inviato un messaggio di condoglianze ai familiari delle piccole vittime della sparatoria, ha reso noto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov precisando che il presidente ha anche augurato una "pronta guarigione ai bambini feriti".

IL PRECEDENTE

Il 17 ottobre del 2018 Vladislav Roslyakov, 18 anni, studente del quarto anno dell'Istituto politecnico di Kerch, in Crimea, ha aperto il fuoco nella sua scuola, provocando la morte di 20 persone e il ferimento di altre 40. All'interno dell'istituto era stato ritrovato un esplosivo e un altro è stato fatto esplodere durante la sparatoria.

L'assalitore, descritto come uno studente modello anche se riservato e solitario, si è poi tolto la vita: aveva aperto il fuoco con un fucile da caccia. Pochi giorni prima aveva ottenuto la licenza per la caccia e il relativo porto d'armi. Si faceva chiamare "Reich" ed era ossessionato dai serial killer, scrivono i media russi. Roslyakov confezionava esplosivi a casa e se ne vantava. Fra le vittime, 15 studenti, undici minorenni, e cinque dipendenti dell'Istituto, 50 persone sono rimaste ferite.

Pochi giorni prima di entrare in azione, Roslyakov aveva acquistato un fucile da caccia e 150 proiettili, anche se l'età minima per l'acquisto di armi in Russia è 21 anni. Aveva anticipato almeno a un altro studente che "gli sarebbe piaciuto uccidere tutti e poi se stesso".

Quando è arrivato al college e iniziato a sparare, una guardiana anziana ha premuto il pulsante dell'emergenza di cui in Russia sono dotate tutte le scuole e le forze di sicurezza sono arrivate sul posto in cinque minuti. Il Cremlino, esattamente come oggi dopo l'assalto alla scuola di Kazan, aveva anticipato l'introduzione di misure efficaci per minimizzare, se non eliminare del tutto il rischio del ripetersi di episodi come questo, dopo che saranno state studiate in modo approfondito le circostanze in cui è avvenuta la strage. Il massacro, ebbe a dire Putin, di fronte a un fenomeno che aveva fino ad allora riguardato solo gli Stati Uniti, "è frutto della globalizzazione per quanto strano possa sembrare", soprattutto della globalizzazione che passa per Internet.

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