Il primo ministro della non riconosciuta Repubblica Cecena di Ichkeria è a Roma su invito dei Radicali Italiani per sostenere la campagna ‘Putin all'Aja’, con la quale il movimento politico italiano chiede l’incriminazione del presidente russo per crimini di guerra
“La vittoria dell’Ucraina ci sarà, ne sono sicuro. E sarà la fine della Russia di Putin. Il presidente russo ha fatto tutta la prima parte della sua carriera grazie alla guerra in Cecenia. A questo, punto con la fine di Putin, la Cecenia potrebbe aspirare all’indipendenza. Assieme agli ucraini dobbiamo fare di tutto per far cessare il suo ruolo nel governo della Russia. Stiamo combattendo per gli ucraini ma anche per la nostra libertà”. Lo ha detto all’Adnkronos Akhmed Zakayev, primo ministro della non riconosciuta Repubblica Cecena di Ichkeria, aggiungendo che la guerra fra ceceni coinvolti nel conflitto russo-ucraino “la vedo come la terza guerra cecena. I ceceni che combattono contro l’Ucraina stanno morendo e per noi questo è un fatto tragico. La Cecenia è occupata dalla Russia, così come alcune regioni dell’Ucraina. Quegli ucraini che sono sotto la Russia soffrono molto e adesso tutto il mondo deve fare il possibile per far cessare questa guerra. Ma senza cercare di salvare la faccia di Putin – avverte - Dobbiamo far cessare la guerra, ma soprattutto mostrare al mondo i crimini commessi da Putin senza salvare la sua reputazione”.
“Il fatto che dei ceceni combattano al fianco alla Russia – ha detto ancora Zakayev - è il risultato dell’occupazione della Cecenia, quando il mondo chiudeva gli occhi e non voleva vedere tutti i crimini che commetteva il governo russo. Adesso, dopo più di 20 anni di occupazione, la Cecenia non è libera e noi non vediamo i ceceni che combattono con la Russia come cittadini ceceni, ma come russi che stanno combattendo contro l’Ucraina, che fanno parte dell’esercito russo, nel quale sono presenti più di 100 nazioni e che è composto da militari che provengono dalla Cecenia e perfino dall’Ucraina. Dopo l’inizio della guerra, sono diventato capo del governo ceceno all’estero e abbiamo deciso di formare un esercito nel quale combatteranno i nostri ceceni volontari che sono in Europa. L’altro ieri abbiamo firmato un accordo per collaborare con l'esercito ucraino e da questo momento tutti i ceceni che stanno combattendo per la libertà dell’Ucraina sono riconosciuti e lavorano in sicurezza e legalità. Ma vedere schierati gli uni contro gli altri – sottolinea - ceceni dalla parte della Russia e ceceni dalla parte dell’Ucraina, non la considero una guerra civile: come ho detto, i primi li reputo esclusivamente militari dell’esercito russo”.
A Roma su invito dei Radicali Italiani, per sostenere la campagna ‘Putin all'Aja’, con la quale il movimento politico italiano chiede l’incriminazione del presidente russo per crimini di guerra, Zakayev ricorda che “fin dall’inizio del conflitto in Cecenia abbiamo ricevuto il sostegno molto importante da parte dei Radicali, grazie al quale siamo riusciti a far conoscere fatti come la deportazione dei ceceni. I Radicali Italiani ci aiutano molto per raggiungere l'obbiettivo importante di far incriminare Putin e noi sappiamo bene che in Ucraina adotta gli stessi metodi già utilizzati in Cecenia. Abbiamo fatto un appello al Tribunale dell’Aja nel 2018 – aggiunge il premier ceceno in esilio a Londra - perché durante due guerre in Cecenia sono stati uccisi più di 300mila civili, tra cui più di 45 mila bambini. Abbiamo protestato davanti al Tribunale internazionale per due volte perché non avevano neanche guardato la nostra documentazione e, poiché il territorio della nostra repubblica è occupato, non è stato possibile organizzare un'indagine indipendente”.
(di Cristiano Camera)