Gershon Baskin, l'attivista pacifista israelo-americano che nel 2011 aprì un canale segreto con Hamas che fu fondamentale per la liberazione del caporale
''E' un buon accordo per Israele'', quello raggiunto con Hamas, ottenuto pagando ''un piccolo prezzo per riportare a casa 50 ostaggi e, si spera, anche di più''. E con una tregua che fa bene anche alle ''truppe israeliane, hanno bisogno di una pausa''. Così Gershon Baskin, l'attivista pacifista israelo-americano che nel 2011 aprì un canale segreto con Hamas che fu fondamentale per la liberazione del caporale Gilad Shalit, commenta con l'Adnkronos l'accordo tra Israele e Hamas. La liberazione di 50 ostaggi tenuti nella Striscia di Gaza dallo scorso 7 ottobre in cambio di una tregua di quattro giorni e della scarcerazione di 150 palestinesi. Quando fu liberato Shalit, tenuto in ostaggio per cinque anni a Gaza, furono 1.027 i detenuti che lasciarono le carceri israeliane.
Sulla pausa nei combattimenti, la tregua di quattro giorni nelle ostilità, Baskin afferma che ''anche le truppe israeliane hanno bisogno di ricaricarsi'' dopo aver passato ''più di un mese in condizioni non ottimali, con poco sonno, poco riposo''. Ora, ''anche loro possono prendersi una pausa''. Ma, appunto, è solo questione di tempo, solo una pausa perché, ritiene il direttore dell'International Communities Organization, associazione per i diritti umani, ''la guerra riprenderà dopo il cessate il fuoco'' temporaneo.
A quel punto, c'è da aspettarselo, ''ciascuna delle due parti sarà meglio preparata, ma Hamas non può ancora competere con la potenza di fuoco di Israele''. Dopo la tregua, prevede Baskin, ''Israele inizierà a dirigersi verso il sud'' della Striscia di Gaza, dove si ritiene si siano spostati i miliziani di Hamas. E ''senza dubbio Hamas sarà preparato'' a questo scenario, per cui ''non sarà facile''. Ma, sottolinea l'analista, ''è il prezzo che vale la pena di pagare per salvare vite umane e almeno 50 tra donne e bambini. E si spera anche di più''.