"L'arma più potente" che abbiamo per combattere il terrorismo dello Stato Islamico "è quella di dire che non abbiamo paura". E' quanto ha detto Barack Obama nel discorso pronunciato oggi a Kuala Lumpur, in Malaysia, ultima tappa del sua missione in Turchia ed in Asia che è coincisa con il nuovo allarme mondiale dopo gli attentati di Parigi.
Il presidente americano ha affermato che gli Stati Uniti ed i suoi alleati internazionali "non cederanno" di un millimetro nella lotta all'Is e che la comunità internazionale non accetterà che attacchi come quelli di Parigi diventino "una nuova normalità".
"Distruggere lo Stato Islamico non è solo un obiettivo realistico, noi lo centreremo e faremo di tutto per ottenerlo", ha sottolineato Obama. "Noi elimineremo lo Stato Islamico, sopprimeremo i suoi finanziamenti, rintracceremo i suoi leader e li elimineremo", ha detto ancora il presidente americano, sottolineando che la cosa più importante è "non soccombere alla paura". Nel suo discorso Obama ha ricordato come decine di Paesi stiano partecipando alla coalizione internazionale contro lo Stato Islamico e, tra gli altri, ha ricordato ed apprezzato l'Italia che ha offerto formazione della polizia irachena.
"Credo che sia assolutamente vitale che ogni Paese, ogni leader invii un messaggio che un gruppetto di orribili assassini non può fermare le attività del mondo", ha continuato, contestando anche il fatto che la stampa definisca Abdelhamid Abaaoud "la mente " degli attentati di Parigi. "Non è una mente: ha trovato un gruppo di altre persone malvagie, messo le mani su delle armi convenzionali e, purtroppo, se sei disposto a morire puoi ammazzare molte persone", ha detto sottolineando quindi come la dinamica degli attacchi di Parigi non sia da considerarsi tecnicamente sofisticata.
Insomma, i media non devono esagerare la minaccia costituita dallo Stato Islamico perché "non può dare un colpo mortale" agli Stati Uniti alla Francia, o alla Malaysia. "Sono un gruppo di assassini con buoni social media - ha ribadito - ma i nostri valori sono più forti, abbiamo più da offrire. Rappresentiamo il 99,9% dell'umanità ed è per questo dobbiamo essere sicuri che vinceremo".
Con Bashar Assad al potere non si potrà mettere fine al conflitto in Siria, ha poi ribadito Obama chiedendo al presidente russo Vladimir Putin, che ha incontrato a margine del summit del G20 in Turchia, di compiere "una revisione strategica" della sua posizione, cessando di sostenere Assad e concentrandosi con i suoi raid aerei contro lo Stato Islamico invece che contro le forze dell'opposizione.
Parlando degli sforzi che la comunità internazionale sta facendo Obama ha concluso che "non funzioneranno se manteniamo Assad al potere, non potremo fermare il conflitto".