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Nagorno, ambasciatore Armenia a Roma: "Azerbaigian pianificava aggressione da tempo"

All'Adnkronos Tsovinar Hambardzumyan: "Discorso Aliyev all'Onu pieno di odio, con chiaro intento genocida verso popolo armeno"

Un civile e la sua casa distrutta negli scontri tra le due ex Repubbliche sovietiche (Afp)
Un civile e la sua casa distrutta negli scontri tra le due ex Repubbliche sovietiche (Afp)
28 settembre 2020 | 19.33
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"Avevamo avvertito la comunità internazionale che la dittatura di Baku stava preparando una nuova provocazione contro l'Armenia e l'Artsakh (autoproclamata Repubblica del Nagorno Karabakh, ndr)", e "in assenza di una reazione adeguata, questa offensiva non è stata una sorpresa. Questa aggressione è stata pianificata con largo anticipo e qualsiasi riferimento da parte azera al 'contrattacco' è del tutto falso". Lo afferma all'Adnkronos Tsovinar Hambardzumyan, ambasciatore dell'Armenia a Roma, a proposito degli scontri delle ultime ore tra le due ex Repubbliche sovietiche.

Secondo l'ambasciatore, l'"offensiva" sferrata dall'Azerbaigian contro il Nagorno Karabakh "è stata preceduta da anni di retorica guerrafondaia e da discorsi che incitano all'odio da parte della leadership azera", l'ultimo dei quali - pronunciato dal presidente Ilham Aliyev in occasione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite - "era pieno di odio" e conteneva "un chiaro intento genocida nei confronti del popolo armeno".

Hambardzumyan sottolinea quindi che l'"aggressione" agli armeni del Nagorno è stata preceduta da esercitazioni militari su larga scala da parte di Azerbaigian e Turchia che "hanno coinvolto migliaia di militari, centinaia di veicoli corazzati da combattimento, artiglieria e aviazione militare, compresi i droni. Era preoccupante che, dopo l'esercitazione militare, il personale e le attrezzature militari turchi fossero rimasti stanza in Azerbaigian".

"L'Azerbaigian non ha mai nascosto il suo obiettivo strategico di risolvere il conflitto nel Nagorno Karabakh usando la forza e mantenendo alta la tensione lungo la linea di contatto e il confine di Stato armeno-azero". Per Hambardzumyan, il fatto che l'Azerbaigian non abbia aderito alla richiesta del segretario generale dell'Onu per un cessate il fuoco globale dopo lo scoppio della pandemia "attesta la ferma intenzione di prepararsi alla guerra". Infatti, prosegue l'ambasciatore, "negli ultimi anni il governo dell'Azerbaigian ha speso milioni di dollari per l'acquisto di armamenti, invece di usare questi soldi per il benessere della sua gente, e ora è giunto il momento di giustificare queste spese". "In diverse occasioni - ricorda l'Ambasciatore - il presidente azero (Ilham Aliyev, ndr) ha denunciato pubblicamente gli sforzi del Gruppo di Minsk (Osce) che comprende Russia, Francia e Stati Uniti, volti alla risoluzione pacifica del conflitto del Nagorno-Karabakh, ricorrendo così apertamente alla guerra".

"Chiediamo alla comunità internazionale di condannare fermamente l'aggressione dell'Azerbaigian e di ribadire che il conflitto non ha una soluzione militare". "Ci aspettiamo una posizione più decisa da parte delle parti che hanno interessi nella nostra regione per sollecitare l'Azerbaigian a tornare al tavolo dei negoziati e impegnarsi a ripristinare e preservare la pace e la sicurezza nel Caucaso meridionale al fine di prevenire conseguenze imprevedibili", sottolinea l'ambasciatore, secondo il quale la popolazione del Nagorno Karabakh "ha diritto a una vita pacifica sulla sua terra storica e a determinare il proprio destino".

"L'Armenia apprezza la posizione equilibrata della leadership italiana e dei nostri partner internazionali che hanno espresso il loro sostegno e hanno chiesto la fine delle ostilità". "Il governo italiano è ben consapevole che la situazione nella nostra regione è delicata e ci auguriamo che l'Italia continui a sostenere nelle sue dichiarazioni e azioni la soluzione pacifica del conflitto del Nagorno-Karabakh nel quadro della co-presidenza del Gruppo di Minsk dell'Osce, che comprende Russia, Francia e Stati Uniti", aggiunge l'ambasciatore.

"Ci sono notizie credibili secondo le quali contro la popolazione del Nagorno Karabakh sono stati utilizzati foreign fighters reclutati in quelle parti della Siria che sono sotto il controllo delle forze armate turche" dice all'Adnkronos Tsovinar Hambardzumyan, accusando la Turchia di sostenere in maniera diretta l'Azerbigian nel conflitto per la regione del Caucaso. "Durante l'attuale offensiva - sostiene l'ambasciatore - non solo sono entrati in azione droni di fabbricazione turca, ma sono stati notati anche caccia turchi F16 nelle vicinanze della linea di contatto".

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