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Mar Rosso, il punto sulla missione Ue. Nuovo raid Usa-Gb contro Houthi

Borrell: "Missione Ue concordata in linea di principio". La proposta di Italia, Francia e Germania

Un sostenitore degli Houthi (Afp)
Un sostenitore degli Houthi (Afp)
23 gennaio 2024 | 06.53
LETTURA: 5 minuti

L'Unione europea si mobilita per salvaguardare il passaggio delle navi nel Mar Rosso dagli attacchi degli Houthi. Nel Consiglio Affari Esteri "abbiamo concordato in linea di principio" di stabilire una missione navale Ue per proteggere la navigazione tra lo Stretto di Hormuz e il Canale di Suez, e "ora dobbiamo muovere verso l'unanimità", ha detto ieri l'Alto Rappresentante dell'Ue Josep Borrell, a Bruxelles.

Una proposta, quella di istituire una missione navale, che ha ricevuto "molti appoggi da parte di tanti Stati dell'Ue" e Borrell è "assolutamente favorevole", ha dichiarato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, al termine del Consiglio Ue.

La missione dell'Ue in Mar Rosso "è prevalentemente di politica di difesa. Sappiamo cosa sta accadendo nel Mar Rosso, ne conosciamo l'importanza: da lì transita il 15% del commercio mondiale" e "impedire il passaggio dei prodotti da lì significa un aumento dei prezzi spropositato. Quindi noi non possiamo accettare la minaccia che proviene dagli Houthi nel Mar Rosso. L'Italia ha sempre sostenuto la difesa della libertà di navigazione, lo facciamo nell'ambito delle nostre normative", ha sottolineato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni a 'Quarta Repubblica'.

La premier ricorda che per "la missione europea di difesa non dobbiamo passare in Parlamento" ma per quella di iniziativa statunitense "sì, avrebbe significato un passaggio parlamentare. Ma l'Italia c'è, è seria e si assume le sue responsabilità e penso che si veda a 360 gradi. Vuol dire anche farlo con serietà".

La proposta di Italia, Francia e Germania

La Marina Militare italiana "è pronta a partecipare" a una missione Ue per proteggere la navigazione nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden, fino allo Stretto di Hormuz. "Stiamo proponendo insieme a Francia e Germania - affermava ieri il ministro degli Esteri Tajani a margine del Consiglio estero a Bruxelles - una missione militare, che possa garantire con forza e determinazione la sicurezza del traffico marittimo".

Per quanto riguarda "le regole di ingaggio - proseguiva Tajani - pensiamo che questa operazione possa comprendere anche la missione di oggi nello Stretto di Hormuz, però con regole di ingaggio diverse, più forti da un punto di vista militare, per tutelare il traffico marittimo. Nella nostra proposta rimarrebbe anche la missione Atlanta, che la Spagna non vuole che abbia altri compiti. Da Ormuz al Mar Rosso ci sarebbe una tutela dei mercantili, con un sistema di difesa che a mio giudizio deve essere forte, in grado di abbattere droni e missili", spiegava Tajani.

La missione Ue in preparazione comunque "non credo che preveda attacchi in territorio yemenita - affermava il ministro degli Esteri- perché non è mai successo. Però ci sarà una protezione militare molto forte, determinata e, mi auguro, con tutti gli strumenti necessari per abbattere missili e droni".

Yemen, nuovo attacco Usa-Gb contro Houthi

Ieri c'è stato l'ottavo raid di Stati Uniti e Regno Unito in poco più di dieci giorni contro obiettivi Houthi nello Yemen. A quanto ha riportato la Cnn, citando un funzionario della Difesa, sono stati colpiti meno di 10 siti, un numero inferiore rispetto alla prima operazione congiunta dell’11 gennaio che ha colpito oltre 30 obiettivi Houthi. Gli Stati Uniti hanno schierato aerei da combattimento della portaerei USS Dwight D. Eisenhower. La Cnn ha riferito che gli Stati Uniti hanno chiamato l’operazione contro le infrastrutture dei ribelli Houthi nello Yemen 'Poseidon Archer', suggerendo un approccio più organizzato e potenzialmente a lungo termine.

A quanto riferito dalla tv al-Masirah gestita dagli Houthi, gli attacchi della coalizione anglo-americana avrebbero colpito campi Houthi nella capitale dello Yemen Sanaa e in altre province. Secondo Xinhua, residenti avrebbero riferito di esplosioni nel campo di al-Hafa, nella parte orientale di Sanaa, e nella base aerea di al-Daylami nel nord.

Gli Houthi ieri hanno rivendicato di aver eseguito un'operazione militare contro un mercantile americano nel Golfo di Aden. In una dichiarazione del loro portavoce, i ribelli dello Yemen hanno reso noto di aver bersagliato "con missili" la 'Ocean Jazz'. "Ribadiamo i nostri sforzi per bloccare qualsiasi nave diretta verso Israele finché non fermerà la sua aggressione" a Gaza, ha dichiarato il portavoce. Ma un funzionario della Difesa degli Stati Uniti ha smentito l'attacco al mercantile. Si tratta di notizie "infondate", ha detto la fonte ad al-Jazeera.

Houthi: "Attacchi Usa-Gb? Non rimarranno senza risposta"

"Ogni operazione e ogni aggressione contro il nostro Paese non resterà senza risposta". Gli Houthi tornano a sfidare Stati Uniti e Gran Bretagna dopo i nuovi raid contro le loro postazione con un messaggio su X di Mohammad Ali AlHouthi, del comitato supremo rivoluzionario' del gruppo yemenita.

"La guerra oggi è tra lo Yemen, che sta lottando per fermare i crimini di genocidio, e la coalizione americano-britannica che sostiene e protegge i suoi autori - scrive ancora su X -. Pertanto, ogni parte o individuo in questo mondo si trova di fronte a due scelte: preservare la propria umanità e schierarsi con lo Yemen, oppure perderla e schierarsi con l’alleanza americano-britannica".

Obiettivo è "pressione su Israele"

L'obiettivo degli attacchi nel Mar Rosso non è quello di "affondare o sequestrare" le navi legate allo Stato ebraico piuttosto spingerle a "cambiare rotta per aumentare il costo economico per Israele". Lo afferma in un'intervista all'Adnkronos il membro dell'ufficio politico degli Houthi, Mohammed al-Bukhaiti.

Si tratta di uno strumento di "pressione" per convincere lo Stato ebraico a "fermare i suoi crimini a Gaza e consentire l'ingresso di cibo, medicine e carburante per i suoi abitanti assediati", spiega l'esponente del politburo degli Houthi, secondo cui colpire le navi che si sono rifiutate di "rispondere alle istruzioni della Marina yemenita" di non attraversare il Mar Rosso è "un atto morale legittimo dal momento che ci troviamo in uno stato di guerra con Israele". Tutte le compagnie di navigazione, mette in guardia, sono tenute a rispettare questa decisione "temporanea", che "cesserà non appena finirà l'aggressione contro Gaza".

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