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Netanyahu: "Verità è che Israele vuole pace e combatte per la propria vita"

Il premier israeliano all'Assemblea generale dell'Onu: "All'Iran dico che se ci attaccate noi risponderemo". Molte delle delegazioni presenti hanno lasciato l'aula mentre parlava

Benjamin Netanyahu - (Afp)
Benjamin Netanyahu - (Afp)
27 settembre 2024 | 16.25
LETTURA: 4 minuti

"Ho deciso di venire per dire la verità, parlare per il mio popolo, il mio Paese e la verità, e la verità è che Israele vuole la pace, ha fatto la pace e la farà". Così Benjamin Netanyahu in apertura del suo discorso all'Assemblea Generale dell'Onu. Il premier israeliano ha detto che quest'anno non intendeva andare a New York perché "il mio Paese è in guerra, sta combattendo per la vita", ma di aver deciso di venire "dopo aver sentito le bugie e le falsità dette sul mio Paese da questo podio". "Non ci fermeremo fino a quando non saranno portati a casa gli ostaggi rimasti", ha ribadito, sottolineando che "la nostra sacra missione" è quella di liberare gli ostaggi a Gaza.

"Guerra a Gaza finisce se Hamas si arrende, depone armi e restituisce ostaggi"

Poi il messaggio ad Hamas: "Lasciate andare gli ostaggi, quelli che sono vivi liberateli e restituite alle famiglie i resti di quelli che avete ucciso". "La guerra a Gaza può finire se Hamas si arrende, depone le armi e restituisce gli ostaggi, altrimenti continueremo fino alla vittoria", ha affermato Netanyahu, ribadendo che "Hamas deve andarsene" da Gaza, perché se rimarrà "potrà riorganizzarsi e attaccare di nuovo Israele come ha promesso di fare". Per questo ha detto di ritenere "inconcepibile e ridicolo" che Hamas possa essere parte della ricostruzione di Gaza, chiedendo polemicamente, a chi sostiene il contrario, cosa avrebbero detto di un post Seconda Guerra mondiale in Europa che comprendesse i nazisti. Netanyahu ha anche affermato che appoggerà qualsiasi amministrazione civile di Gaza che sia pacifica.

Il messaggio all'Iran: "Se ci attaccate noi risponderemo"

"Ho un messaggio per l'Iran: se voi ci attaccate noi vi colpiremo. Non ci sono posti in Iran che il lungo braccio di Israele non possa raggiungere, e questo è vero per tutto il Medio Oriente", ha scandito poi il premier israeliano rivendicando che "Israele sta vincendo", mostrando due mappe, una della "maledizione" dell'influenza dell'Iran e l'altra della "benedizione" della risposta di Israele e dei Paesi che lo sostengono. Dal podio dell'Onu, Netanyahu ha chiesto la fine della politica di 'appeasement' nei confronti dell'Iran. "Si deve fare di tutto per assicurarci che non abbia le armi nucleari - ha aggiunto - e Israele farà di tutto perché non succeda".

"Sono venuto qui per dire basta, non ci fermeremo fino a quando i nostri cittadini non potranno tornare in sicurezza alle loro case. Noi non accetteremo un esercito terrorista che incombe sul nostro confine settentrionale, in grado di compiere un altro massacro come il sette ottobre", ha continuato Netanyahu difendendo dal podio dell'Onu l'operazione militare lanciata contro il Libano per colpire Hezbollah che continuerà, ha detto, "fino a quando saranno raggiunti tutti i nostri obiettivi".

"Per 18 anni Hezbollah ha rifiutato in modo sfacciato di rispettare la risoluzione 1701. Fino a quando Hezbollah sceglie la guerra, Israele ha tutti i diritti di rimuovere questa minaccia", ha aggiunto il premier israeliano ricordando che 60mila residenti del nord di Israele sono diventati rifugiati.

"Quanto il governo americano potrebbe tollerare questo?", ha chiesto polemicamente, accusando poi Hezbollah di mettere a repentaglio anche la popolazione libanese "piazzando un missile in ogni cucina, un razzo in ogni garage".

L'attacco all'Onu

"Fino a quando Israele, fino a quando lo Stato ebraico, non sarà trattato come le altre nazioni, fino a quando la palude antisemita non sarà drenata, l'Onu sarà considerato dalle persone imparziali di tutto il mondo niente di più di una sprezzante farsa", è stato poi il duro attacco all'Onu lanciato da Netanyahu dal podio dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite in cui ha denunciato quella che lui ritiene essere "ipocrisia" e "doppio standard" nei confronti di Israele.

Netanyahu ha inoltre attaccato il capo procuratore della Corte penale internazionale che lo ha incriminato, insieme al ministro della Difesa, Yoav Gallant, e diversi leader di Hamas. "I veri criminali di guerra non sono in Israele, sono in Iran, a Gaza, in Siria, in Libano, nello Yemen", ha scandito.

"Considerato l'antisemitismo all'Onu non deve sorprendere nessuno che il procuratore dell'Icc, organo affiliato dell'Onu, stia considerando di emettere un mandato d'arresto contro di me e il ministro della Difesa, leader democraticamente eletti del democratico Stato di Israele", ha detto il premier israeliano. "Il suo rifiuto di trattare con i tribunali indipendenti di Israele, nel modo in cui vengono trattate le democrazie, è difficile non spiegarlo altro che con puro antisemitismo", ha concluso.

Molte delegazioni escono dall'aula in segno di protesta

Molte delle delegazioni presenti all'Assemblea generale hanno lasciato l'aula in segno di protesta quando è entrato il primo ministro israeliano. Il discorso di Netanyahu si è aperto con molti fischi e, successivamente, sono arrivati gli applausi delle persone che sono rimaste ad ascoltarlo.

La richiesta era stata avanzata da Hamas. E' ''il minimo che i leader possano fare per esprimere il loro rifiuto e la loro condanna rispetto al genocidio'' in corso a Gaza, aveva aggiunto Izzat al-Rishq, membro della leadership politica di Hamas. "E' accettabile che i leader mondiali ascoltino Hitler parlare all'Assemblea generale delle Nazioni Unite?", si è chiesto al-Rishq, dicendo che "Netanyahu è l'esecutore diretto del genocidio a Gaza, in corso da quasi un anno".

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