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Israele-Hamas, liberati i primi ostaggi: "Stanno bene"

Rilasciate 13 persone tra donne e bambini. In 4 giorni saranno liberati in 50. Tregua in corso da questa mattina nella Striscia. Camion con gas e carburante sono entrati a Gaza. Haniyeh: "Tregua è vittoria politica di Hamas"

L'immagine diffusa da Youm7
L'immagine diffusa da Youm7
24 novembre 2023 | 06.59
LETTURA: 5 minuti

I primi 13 ostaggi israeliani, rapiti nell'attacco di Hamas, sono stati liberati oggi. Gli ostaggi, donne e bambini, hanno lasciato la Striscia di Gaza - dove è cominciata la tregua di 4 giorni - e hanno raggiunto l'Egitto con la Croce Rossa prima di arrivare in Israele con le forze speciali dell'Idf e lo Shin Bet. Gli ostaggi liberati sono in buone condizioni, riferisce l'emittente Canale 12, citando un funzionario israeliano. In totale sono state liberate 24 persone: 13 israeliani, 10 thailandesi e un filippino (VIDEO).

Mentre la tregua sembra reggere sia nella Striscia di Gaza che nel nord dello Stato ebraico, lungo la Blue Line con il Libano, i 39 palestinesi previsti dall'intesa - 24 donne e 15 minori - sono stati rilasciati dalle carceri di Ofer, Damon e Megiddo e sono arrivati al checkpoint di Beitunia, in Cisgiordania.

La consegna degli ostaggi

La consegna dei primi 13 ostaggi israeliani alla Croce Rossa da parte di Hamas è avvenuta in un ospedale a Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza, riferiscono i media. Gli ostaggi sono stati poi consegnati dalla Croce Rossa all'Egitto. Una volta usciti dal valico di Rafah, dove hanno incontrato alcuni rappresentanti dello Shin Bet, gli ostaggi israeliani sono stati trasferiti al valico di Kerem Shalom, che si trova nell'estremo sud di Israele, in un'area al confine tra la Striscia di Gaza, l'Egitto e lo stesso Stato ebraico. Da lì, il rientro in patria.

In arrivo la lista dei prossimi che saranno liberati

Israele non ha ancora ricevuto la lista degli ostaggi che dovrebbero essere rilasciati domani. Lo riferiscono i media israeliani. Gli accordi prevedono che Israele riceva una lista di ostaggi la notte prima del loro rilascio ogni giorno durante la tregua.

Israele: "Momento di speranza e ansia estrema"

Per la società israeliana questo è "un momento di speranza" ma "è anche un momento di ansia estrema". A dichiararlo è stato il portavoce del governo israeliano, Eylon Levy, ricordando che "non si sa nulla delle condizioni degli ostaggi". "Non sappiamo niente delle loro condizioni fisiche, non sappiamo niente delle loro condizioni emotive, delle condizioni psicologiche". Israele sta premendo per ottenere il rilascio "di tutti", ha ricordato. "Premeremo su Hamas in modo che nessuno venga lasciato indietro".

Rilasciati 39 detenuti palestinesi

I 39 detenuti palestinesi compresi nello scambio con i 13 ostaggi israeliani sono stati rilasciati al checkpoint di Beitunia, in Cisgiordania, vicino Ramallah. Si tratta, scrive l'agenzia stampa palestinese Wafa, di 24 donne e 15 minorenni. Erano detenuti nelle carceri israeliane di Ofer, Damon e Megiddo.

La maggior parte del totale di 150 carcerati che dovranno essere rilasciati in cambio di un totale di 50 ostaggi israeliani nell'arco di quattro giorni di tregua nei combattimenti sono detenuti amministrativi che non erano stati formalmente accusati, scrive Times of Israel. Alcuni sono stati condannati per attacchi contro civili o forze di sicurezza israeliane. Nessuno è stato condannato per omicidio.

Fonti Hamas, due persone uccise in zona centrale Striscia Gaza

Difficile dire se la tregua reggerà. Secondo fonti di Hamas nella zona, l'esercito israeliano si sarebbe infatti scontrato con i palestinesi che stavano viaggiando verso il nord della Striscia di Gaza contro gli ordini militari. Le fonti affermano che due persone sono state uccise da colpi di arma da fuoco nella zona centrale della Striscia e altre sono rimaste ferite. Testimoni oculari hanno riferito che l'esercito aveva utilizzato gas lacrimogeni. Un militare israeliano ha spiegato che queste notizie erano oggetto di indagine.

Un portavoce dell'esercito ha rilasciato venerdì una dichiarazione in arabo affermando che in nessuna circostanza le persone potranno viaggiare dal sud al nord. "Vi invitiamo a non avvicinarvi alle forze armate o alle aree a nord di Wadi Gaza", si legge nella dichiarazione. Tsahal ha invitato la popolazione a sfruttare il cessate il fuoco, che durerà almeno quattro giorni, per fare scorta di beni di prima necessità. "Il nord della Striscia di Gaza è una zona di combattimento ed è vietato restarci".

Secondo testimonianze oculari, centinaia di persone sono partite dopo il cessate il fuoco e hanno iniziato a controllare le loro case nel nord e cercare di trovare parenti.

8 camion con gas e carburante entrati a Gaza

Quattro cisterne di carburante e quattro camion con gas da cucina sono entrati questa mattina nella Striscia di Gaza dal valico di Rafah. Lo ha reso noto il Cogat, l'ente del ministero della Difesa israeliano per il coordinamento delle attività nei Territori palestinesi, citato da Times of Israel. La consegna rientra "nel quadro della tregua e del calendario per il rilascio degli ostaggi concordato con gli Stati Uniti, con la mediazione del Qatar e dell'Egitto", afferma il Cogat. ''Il carburante e il gas da cucina sono destinati al funzionamento delle infrastrutture umanitarie essenziali nella Striscia di Gaza'', ha aggiunto.

Haniyeh: "Tregua a Gaza è vittoria politica di Hamas"

Il leader di Hamas Ismail Haniyeh ha definito il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza una vittoria politica. In un incontro con il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir-Abdollahian a Doha, ha affermato che "il cessate il fuoco è una vittoria politica ottenuta come risultato del successo delle forze di resistenza sul terreno. Il nostro nemico ha ucciso donne, bambini e altri civili e ha distrutto le loro case, ma non è mai riuscito a raggiungere i suoi obiettivi", scrive l'agenzia di stampa Isna.

Da parte sua, Abdollahian ha affermato che "l'obiettivo dell'attacco di Israele a Gaza era quello di distruggere Hamas, ma dopo più di un mese di azioni militari aggressive, Israele e gli Stati Uniti non sono ancora riusciti a farcela e hanno dovuto negoziare con Hamas un cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi".

Hezbollah rispetterà tregua se Israele non attacca sud del Libano

Il movimento libanese sciita di Hezbollah rispetterà la tregua di quattro giorni che è stata concordata tra Hamas e Israele. Lo ha dichiarato una fonte di Hezbollah a L'Orient-Le Jour, precisando che la tregua sarà rispettata ''se Israele non attaccherà il sud del Libano''.

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