L'ufficio del premier risponde all'invito di Usa, Qatar ed Egitto: "Una delegazione a Doha o al Cairo per concordare i dettagli del cessate il fuoco". Iran potrebbe riconsiderare le rappresaglie contro Tel Aviv. Esercito annuncia nuova operazione di terra a Khan Younis
Via libera di Israele alla ripresa dei negoziati con Hamas per una tregua a Gaza. L'ufficio del premier Benyamin Netanyahu ha annunciato che il 15 agosto una delegazione israeliana parteciperà ai negoziati su un cessate il fuoco in cambio del rilascio degli ostaggi. L'annuncio arriva dopo che Stati Uniti, Egitto e Qatar hanno lanciato un appello congiunto per la ripresa dei colloqui la prossima settimana con l'obiettivo di concludere rapidamente un accordo. Lo riporta il Times of Israel.
"È giunto il momento di portare immediato sollievo sia alla popolazione di Gaza, che soffre da tempo, sia agli ostaggi e alle loro famiglie. È giunto il momento di concludere l'accordo per il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi e dei detenuti", si legge nella dichiarazione firmata dal presidente americano Joe Biden, dal presidente egiziano Abdel Fattah el-Sissi e dall'emiro del Qatar Tamim bin Hamad Al Thani.
Nella dichiarazione si afferma che, dopo aver lavorato “instancabilmente” per mesi, i mediatori sono pronti a presentare a Israele e Hamas una proposta definitiva, di cui restano da definire solo i dettagli di attuazione dell'accordo. "Non c'è più tempo da perdere né scuse da nessuna delle parti per ulteriori ritardi. È ora di rilasciare gli ostaggi, iniziare il cessate il fuoco e attuare questo accordo", hanno detto i leader. "Come mediatori, se necessario, siamo pronti a presentare una proposta di ponte finale che risolva i problemi di attuazione ancora aperte in un modo da soddisfare le aspettative di tutte le parti". Israele e Hamas vengono quindi invitati a riprendere i colloqui giovedì prossimo al Cairo o a Doha per definire gli ultimi dettagli e iniziare ad attuare l'accordo "senza ulteriori ritardi".
L'Ufficio del Primo Ministro Netanyahu ha confermato questa mattina che i negoziatori israeliani si recheranno ai colloqui del 15 agosto, affermando che la delegazione si recherà ovunque venga deciso "per finalizzare i dettagli per l'attuazione dell'accordo quadro". Non c'è stata al momento alcuna risposta da parte di Hamas.
Secondo quanto riferisce il quotidiano Al-Araby Al-Jadeed, ritenuto vicino alle autorità del Qatar, funzionari occidentali starebbero cercando di "convincere le parti interessate nella regione" in merito "a una nuova proposta per raggiungere la cosiddetta calma sostenibile", che comprende "la fine della guerra a Gaza e la conclusione di un accordo di scambio di prigionieri" a condizione che "l'Iran e gli Hezbollah rinuncino ad attaccare Israele". "La proposta è stata ampiamente diffusa negli ultimi quattro giorni nei circoli occidentali e arabi strettamente legati alle parti in conflitto, compresi Paesi della regione che intrattengono rapporti amichevoli con Teheran e hanno svolto ruolo di mediazione tra quest’ultima e le potenze occidentali nei periodi precedenti durante le discussioni sull’accordo nucleare".
Hamas insiste per il rilascio di Marwan Barghouti, in carcere in Israele, nella prima fase della proposta di accordo per un cessate il fuoco . Lo riferisce Sky News Arabia che cita fonti secondo cui i mediatori avrebbero accettato la richiesta che prevede che Barghouti, condannato a cinque ergastoli, sia tra i primi a essere rilasciati in cambio degli ostaggi a Gaza se l'accordo dovesse essere concluso.
"L'Italia sostiene gli sforzi di Stati Uniti, Egitto e Qatar per giungere a un accordo per un cessate il fuoco a Gaza e per il rilascio degli ostaggi in linea con la risoluzione 2735 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Un cessate il fuoco a Gaza risulta sempre più urgente per porre fine alle sofferenze della popolazione civile, per assicurare la necessaria assistenza umanitaria e per favorire una de-escalation a livello regionale. L'Italia esorta tutte le parti del conflitto ad accogliere senza ulteriore indugio l'invito dei mediatori alla ripresa dei negoziati a Doha il prossimo 15 agosto con l'obiettivo di finalizzare un accordo". E' quanto si legge in una nota di Palazzo Chigi.
Le truppe israeliane hanno avviato operazioni di combattimento attorno a Khan Younis, dove ieri l'esercito ha ordinato l'evacuazione di diversi quartieri. Nel suo ultimo aggiornamento sulla guerra, L'Idf ha affermato che le sue truppe si stanno scontrando con i combattenti "sia sopra che sottoterra" nell'area di Khan Younis per sradicare le infrastrutture militari. L'esercito ha inoltre affermato che l'aeronautica ha condotto più di 30 attacchi contro obiettivi di Hamas, uccidendo, numerosi combattenti che avevano aperto il fuoco sulle truppe israeliane.
Raid anche più a sud, a Rafah, nonché nell'area del corridoio Netzarim, nella Striscia di Gaza centrale. L'esercito israeliano rende noto che nei giorni scorsi le truppe della 162ª Divisione hanno ucciso decine di uomini armati, ricorrendo ad attacchi aerei, bombardamenti di carri armati, al fuoco di cecchini e in combattimenti ravvicinati a Rafah. Un ufficiale della Brigata Nahal è rimasto gravemente ferito dal fuoco di un missile anticarro.
Nel corridoio centrale di Gaza, i riservisti della 252a divisione hanno ucciso “molti” altri uomini armati e demolito siti utilizzati da gruppi terroristici, afferma inoltre l’Idf, aggiungendo che in tutta la Striscia, nell'ultimo giorno ha colpito più di 60 obiettivi, tra cui edifici utilizzati da gruppi terroristici e depositi di armi.
L'Iran potrebbe riconsiderare la portata e il formato della rappresaglia pianificata contro Israele dopo l'assassinio del leader politico di Hamas, Ismail Haniyeh, ma è improbabile che si lasci scoraggiare dall'assenza di un sostegno esplicito da parte degli stati musulmani a una risposta militare iraniana, hanno suggerito alcuni funzionari.
Nel frattempo, secondo quanto riferito, funzionari israeliani hanno concluso che il gruppo militante libanese Hezbollah è determinato a lanciare un attacco nei prossimi giorni in risposta all'uccisione del comandante in capo Fuad Shukr da parte di Israele, ma non è chiaro in che misura si coordinerà con l'Iran.
Fonti statunitensi e israeliane hanno riferito nei giorni scorsi che Teheran sta ancora decidendo la portata e l'entità della sua risposta dopo una significativa pressione diplomatica per evitare vittime civili. Sembra probabile che l'Iran sembra prenderà di mira i responsabili dell'attacco, in particolare il Mossad e le sue agenzie, piuttosto che i civili.