Intensificati raid su Khan Yunis e nuovo attacco dell'Idf sul campo profughi di Jabalia. Distrutti 500 tunnel di Hamas. Usa: "Nessun negoziato in corso per la tregua"
Si intensificano i combattimenti nella Striscia di Gaza tra Israele e Hamas dopo la fine della tregua dei giorni scorsi. Secondo le ultime notizie di oggi 3 dicembre, si è aperta una nuova fase della guerra. Le Forze di difesa israeliane (Idf), infatti, hanno avviato un'operazione di terra nel sud dell'enclave palestinese. Secondo i media israeliani, blindati e tank nella parte nord di Khan Younis hanno iniziato ad attaccare obiettivi di Hamas.
"Stiamo continuando a parlare con il nostro nemico della possibilità di continuare a liberare gli ostaggi - stiamo parlando con il fuoco", ha dichiarato il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu. In un discorso davanti ai membri del suo partito Likud, Netanyahu - citato dal Times of Israel - ha affermato che il gabinetto di guerra agisce "rapidamente, ma non in modo avventato" nelle decisioni sui combattimenti, sottolineando che l'attenzione delle Idf rimane alta sia sul fronte meridionale che su quello settentrionale.
Intanto si registrano vittime nel nuovo attacco aereo israeliano sul campo profughi di Jabalia, a nord della Striscia di Gaza. Le riprese da terra condivise da giornalisti e troupe televisive palestinesi mostrano i residenti che usano le mani per tirare fuori i sopravvissuti da sotto le macerie, mentre altri scoprono cadaveri, incluso un bambino il cui corpo sembra essere fatto a pezzi.
Alcuni feriti gravi vengono portati via su barelle o addirittura su materassi. Secondo quanto riportato da al Jazeera, un intero blocco residenziale è stato raso al suolo con molte persone all'interno. Sono stati presi di mira gli isolati residenziali e i quartieri del campo profughi di Jabalia. Diverse case sono state prese di mira contemporaneamente, lasciando decine di persone uccise sepolte sotto le macerie. Il numero è in rapido aumento perché si tratta di aree molto densamente popolate.
L'Idf ha riferito che, da quando è iniziata l'operazione militare di terra nel nord della Striscia di Gaza, sono stati individuati almeno 800 tunnel di Hamas, di cui circa 500 sono stati distrutti. In alcune occasioni, si legge nella dichiarazione, i tunnel sono stati trovati accanto o all'interno di scuole, asili, moschee e campi da gioco. "Questi risultati servono come ulteriore prova dell'uso cinico dei civili, da parte di Hamas, come scudo umano e come copertura per l'attività terroristica dell'organizzazione".
E' di 316 morti e 664 feriti il bilancio degli attacchi israeliani a Gaza da venerdì, quando sono riprese le ostilità a seguito dell'interruzione dei negoziati in Qatar sul cessate il fuoco e gli ostaggi, ha indicato il ministero della Sanità controllato da Hamas.
E' salito così a 15.523 il numero di morti nelle operazioni militari israeliane, ha reso noto il portavoce del ministero della Sanità palestinese, precisando che si contano anche 41.316 feriti.
In un attacco aereo israeliano contro il quartiere di Al-Faluja, 30 chilometri a nord-est di Gaza, è rimasto ucciso anche lo scienziato palestinese Sufyan Tayeh e la sua famiglia, ha annunciato il ministero palestinese dell’Istruzione. Tayeh, che era presidente dell'Università islamica di Gaza, era un ricercatore leader nel campo della fisica e della matematica applicata.
Al momento non ci sono "negoziati ufficiali" per una nuova tregua umanitaria a Gaza né per il rilascio degli ostaggi, fa sapere intanto il portavoce del Consiglio di Sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby, sottolineando che gli Stati Uniti sperano possano riprendere al più presto.
Gli Houthi, il gruppo sciita filo-iraniano che controlla alcune parti dello Yemen, ha rivendicato gli attacchi contro due mercantili nel Mar Rosso. "La Marina yemenita ha preso di mira due navi del nemico sionista nello stretto di Bab el-Mandeb in sostegno ai civili di Gaza", ha dichiarato il portavoce militare degli Houthi, Yahya Saria, citato da Press Tv.
Il cacciatorpediniere Usa Carney ha risposto a droni e missili lanciati dal territorio dello Yemen, ha riferito un funzionario del Pentagono ad al-Jazeera, precisando che il cacciatorpediniere era intervenuto in soccorso dei due mercantili che navigavano nel Mar Rosso, al largo del porto yemenita di Hodeidah, e che sono rimasti entrambi danneggiati dagli attacchi di droni. Una delle due navi colpite, sottolinea il sito di Haaretz, appartiene a una compagnia britannica di proprietà di Danny Ungar, figlio del magnate delle spedizioni israeliano Rami Ungar.
Ma le armi per ora non sembrano voler cedere il passo alla politica. Il ministero degli Esteri palestinese ha avvertito che il governo israeliano mira a “consolidare la separazione” tra la Cisgiordania e Gaza, minando un futuro stato palestinese, poiché effettua raid mortali e fornisce copertura alla violenza dei coloni. In un post su X, il ministero ha condannato l’uccisione del 38enne Ahmed Assi, che sarebbe stato colpito da colpi di arma da fuoco da coloni israeliani ieri sera, nel “tentativo deliberato di aggravare la situazione in Cisgiordania”.
L’agenzia di stampa palestinese Wafa ha riferito che le forze israeliane hanno protetto i coloni che hanno attaccato Assi nella provincia di Salfi, nel nord della Cisgiordania, e hanno poi impedito ai medici di raggiungerlo.
E da Israele il premier israeliano sembra confermare timori palestinesi. Benjamin Netanyahu ha promesso di impedire qualsiasi tipo di influenza da parte dell'Autorità Palestinese sulla Striscia di Gaza una volta terminata l'operazione militare contro l'enclave e il movimento islamista Hamas. "È un errore affidare all'Autorità Palestinese la responsabilità di Gaza perché ci ritroveremo con lo stesso risultato. Sono accomunate dal rifiuto dell'esistenza di Israele, ha aggiunto.