Colpiti 150 obiettivi nella notte: uccisi comandanti di Hamas. Nuovo avvertimento alla popolazione: "Andate a Sud". Sirene al confine con la Striscia. Erdogan: "Da Israele crimini di guerra" e Tel Aviv ritira diplomatici. Usa chiedono pause umanitarie. Italia pronta a supporto umanitario.
Una "nuova fase della guerra". Parla così il ministro israeliano della Difesa, Yoav Gallant, secondo quanto riporta Haaretz mentre si intensificano le operazioni israeliane nella Striscia di Gaza, controllata da Hamas, dopo il terribile attacco sferrato dal gruppo il 7 ottobre in Israele. Gallant, riporta il giornale, ha assicurato che l'operazione militare nell'enclave palestinese "continuerà fino a nuovo ordine".
"Siamo passati a una nuova fase della guerra - ha detto Gallant - La notte scorsa la terra a Gaza ha tremato". "Abbiamo attaccato i terroristi a tutti i livelli, ovunque", ha aggiunto.
Decine i tank israeliani entrati nella notte a Gaza per una operazione di terra "più estesa", studiata per colpire "con forza" sul territorio obiettivi di Hamas. Mentre è in corso la battaglia, le Idf annunciano di aver ucciso stanotte due capi di Hamas . Al Jazeera intanto racconta di "esplosioni che hanno illuminato i cieli" della Striscia nella notte, con il "bombardamento più intenso" sull'enclave palestinese dall'inizio della guerra.
"Stiamo combattendo un nemico più debole", ha intanto dichiarato in conferenza stampa il portavoce militare delle Forze di difesa israeliane, Daniel Hagari, confermando l'uccisione nella notte di altri comandanti dell'organizzazione terrorista. "La loro uccisione rappresenta una passo avanti significativo nei combattimenti e significa che combatteremo un nemico più debole", ha affermato il contrammiraglio.
Le Idf sono entrate nella notte nel nord della Striscia di Gaza e resteranno ''sul campo'' ampliando le operazioni di terra, ha spiegato ancora aggiungendo che l'esercito israeliano continuerà anche a condurre attacchi dal cielo e dal mare.
''Forze di fanteria, corazzate, del genio e di artiglieria partecipano all'attività accompagnate dal fuoco aereo'', ha spiegato, sottolineando che ''le forze di terra sono ancora'' a Gaza e ''continuano i combattimenti''. Finora nessun soldato è stato ferito nell'operazione di terra a Gaza, ha detto Hagari.
Riportare in Israele gli ostaggi rapiti da Hamas ''è uno sforzo nazionale di massima importanza'', ha detto ancora, aggiungendo che ''stiamo operando secondo gli obiettivi stabiliti: smantellare Hamas, proteggere i confini e compiere uno sforzo nazionale per riportare a casa gli ostaggi''.
''Prenderemo le decisioni operative più corrette, avendo questi obiettivi come nostra bussola'', ha aggiunto Hagari, definendo ''uno sforzo nazionale della massima importanza'' quello per ''riportare a casa gli ostaggi''. E ''tutte le nostre attività, operative e di intelligence, sono finalizzate alla realizzazione di questo obiettivo", ha sostenuto.
"Nella notte, aerei da combattimento dell'Idf hanno colpito Asem Abu Rakaba, il capo della squadra aerea di Hamas. Abu Rakaba - spiegano su X le forza di difesa israeliane - era responsabile degli Uav, dei droni, dei deltaplani, del rilevamento aereo e della difesa di Hamas. Ha preso parte alla pianificazione del massacro del 7 ottobre e ha comandato i terroristi che si sono infiltrati in Israele con il deltaplano ed è stato responsabile degli attacchi con droni alle postazioni dell'Idf".
Ucciso anche il comandante delle forze navali di Hamas della Brigata di Gaza City, Rateb Abu Sahiban, in un attacco aereo notturno. In una nota l'Idf spiega che Abu Sahiban aveva pianificato un tentativo di infiltrazione di Hamas via mare il 24 ottobre, poi sventato dalle forze della marina israeliana.
Le Idf hanno inoltre colpito 150 obiettivi sotterranei nel nord della Striscia nella notte. Lo fa sapere l'esercito israeliano in una nota, spiegando che tra gli obiettivi colpiti ci sono quartier generali sotterranei e infrastrutture militari.
''Aerei da combattimento hanno attaccato nella notte circa 150 obiettivi sotterranei nel nord della Striscia di Gaza. Durante l'attacco, terroristi dell'organizzazione terroristica Hamas sono stati eliminati e i tunnel di combattimento, gli spazi di combattimento sotterranei e altre infrastrutture terroristiche sotterranee sono stati distrutti'', affermano le Idf.
I militari delle Forze di difesa israeliane hanno intanto fatto sapere di aver arrestato anche dieci miliziani di Hamas questa mattina in Giudea e Samaria, in Cisgiordania. Il Jerusalem Post spiega che continuano le operazioni di sicurezza nell'area.
Le Idf confermano inoltre di aver effettuato nella notte un attacco aereo contro un obiettivo di Hezbollah nel sud del Libano. Si tratta, secondo quanto reso noto, di una "risposta" per quanto avvenuto ieri quando è stato denunciato il lancio di diversi razzi, sparati dal Libano in direzione di Israele e caduti in territorio siriano.
Le Forze di difesa israeliana hanno quindi lanciato un nuovo avvertimento alla popolazione del nord della Striscia di Gaza, chiedendo loro di spostarsi al sud dell'enclave palestinese. In quello che ha definito ''un messaggio urgente per la vostra sicurezza'', il portavoce dell'Idf Hagari si è rivolto alla ''popolazione di Gaza City e del nord della Striscia di Gaza'', chiedendo loro di ''spostarsi temporaneamente al sud''. E ''non si tratta di una mera precauzione'', ma di ''un appello urgente per la sicurezza dei civili di Gaza''.
In un videomessaggio condiviso sulla rete social X, Hagari ha ripetuto due volte la necessità che la popolazione di Gaza si trasferisca al sud e lo deve fare ''immediatamente''. Si tratta di ''una misura temporanea'', ha poi aggiunto, spiegando che ''sarà possibile tornare al nord una volta che cesseranno le ostilità''.
Hagari ha quindi detto agli abitanti di Gaza che ''Hamas mette in pericolo le vostre vite mettendo armi e nascondendo uomini in strutture civili, tra cui scuole, moschee e ospedali''. Il portavoce militare ha spiegato che ''l'intento delle Idf è quello di neutralizzare la minaccia di Hamas con precisione e intensità''. Hagari ha detto che ''non dimenticheremo'' il massacro compiuto da Hamas, che lo scorso ''7 ottobre ha ucciso donne, uomini, bambini e neonati, ha stuprato, bruciato persone vive'' e ''non dimenticheremo i 200 ostaggi''.
Le Forze di difesa israeliane hanno lanciato volantini su Gaza City mettendo in guardia gli abitanti: l'area è "un campo di battaglia". A riferirne è il Times of Israel: ""Ai residenti della Striscia di Gaza", è scritto. "Il governatorato di Gaza (Gaza City) è diventato un campo di battaglia. I rifugi nella parte settentrionale di Gaza e nel governatorato di Gaza non sono sicuri", si legge ancora sui volantini lanciati dai caccia, dove si esortano i residenti ad evacuare "immediatamente" verso sud.
Sirene di allarme missilistico stanno intanto suonando nelle zone del sud di Israele al confine con la Striscia di Gaza. Lo rende noto l'esercito israeliano.
Il Times of Israel cita in particolare l'allarme suonato a Nahal Oz, vicino al confine con Gaza. Al momento non ci sono notizie di feriti o danni nella comunità, che è stata in gran parte evacuata dai residenti dopo l'attacco subito lo scorso 7 ottobre. Suonano le sirene anche ad Ashkelon, riferiscono i media israeliani.
Razzi lanciati dalla Striscia di Gaza hanno colpito le città di Kiryat Ono e Holon, nella parte centrale di Israele. A riferirne è il Times of Israel, precisando che al momento non si hanno notizie di feriti.
L'Ambasciata degli Stati Uniti a Beirut invita i propri cittadini a "lasciare il Libano ora". E' quanto si legge in una dichiarazione pubblicata sul sito dell'Ambasciata Usa. "Il Dipartimento di Stato raccomanda che i cittadini statunitensi in Libano partano ora, mentre i voli commerciali rimangono disponibili, a causa dell'imprevedibile situazione della sicurezza", si legge.
Colpita la base Onu della missione Unifil di Naqoura. "Hanno colpito con uno 'shell'", un colpo di artiglieria, "all'interno della base delle Nazioni Unite. Non è la prima volta", dice all'Adnkronos Andrea Tenenti, portavoce di Unifil (United Nations Interim Force in Lebanon), la forza Onu dispiegata nel sud del Libano, con 10.000 militari di 49 Paesi, Italia compresa con un contingente di circa mille soldati. Tenenti conferma che "non ci sono feriti", ma "un po' di danni alla struttura della base". "Non ci sono stati feriti all'interno", puntualizza, precisando che "dobbiamo verificare" l'origine del lancio.
Intanto l'Unifil invita "tutte le parti a cessare immediatamente il fuoco. Chiediamo inoltre a tutti coloro che sono coinvolti nel conflitto in corso di fermare qualsiasi atto che metta a rischio la sicurezza dei civili o del personale delle Nazioni Unite, soprattutto perché potrebbero costituire violazioni del diritto internazionale", si legge in una nota. "Nonostante questo e precedenti attacchi, le forze di pace dell’Unifil rimangono nelle loro posizioni e lavorano attivamente con le parti su entrambi i lati della Linea Blu per allentare la tensione ed evitare gravi malintesi", conclude la nota.
"Incoraggiato da quello che sembrava essere un crescente consenso sulla necessità di almeno una pausa umanitaria in Medio Oriente, purtroppo sono rimasto invece sorpreso da un’escalation di bombardamenti senza precedenti, che indeboliscono gli obiettivi umanitari", scrive in un post su X il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres rinnovando l'appello "per un immediato cessate il fuoco umanitario, insieme al rilascio incondizionato degli ostaggi e alla consegna di aiuti a un livello corrispondente ai drammatici bisogni della popolazione di Gaza, dove una catastrofe umanitaria si sta svolgendo davanti ai nostri occhi".
"Israele sta commettendo crimini di guerra". A rilanciare l'accusa, rivolto alla folla riunita in una manifestazione a Istanbul, è stato il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, per il quale "il mondo occidentale ha mobilitato i suoi politici e i suoi media per legittimare il massacro di persone innocenti a Gaza".
"Ribadisco - ha detto Erdogan - che Hamas non è un'organizzazione terroristica. Israele è un occupante, Erdogan parla chiaramente perché la Turchia non vi deve nulla".
Israele richiama i suoi diplomatici dalla Turchia. Lo ha annunciato su X il ministro degli Esteri israeliano Eli Cohen, che cita "le dure dichiarazioni" fatte ad Ankara, senza entrare in dettaglio, precisando che la decisione è stata presa per "rivalutare le relazioni tra Israele e Turchia". Anche oggi il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha accusato lo Stato ebraico, che ha definito "potenza occupante", di "crimini a Gaza", ribadendo che Hamas "non è un'organizzazione terroristica".
Una base militare degli Stati Uniti vicino al giacimento petrolifero di Al-Omar, nella Siria orientale, è stata attaccata con droni. Lo ha riferito il canale televisivo Al Mayadeen, spiegando che si sono verificate forti esplosioni nella base, ma non fornendo dettagli su vittime o danni.
La tv riferisce inoltre che i droni hanno colpito anche l'aeroporto di Harrab al-Jair nella provincia di Hasakah, utilizzato dalle forze americane di stanza in Siria.
La responsabilità di questi attacchi è stata rivendicata dalla Resistenza Islamica dell'Iraq, che comprende miliziani dei gruppi armati sciiti che hanno combattuto contro i terroristi del gruppo Stato Islamico, l'Isis.
L'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) ha perso i contatti con il suo staff nella Striscia di Gaza. Lo ha scritto in un tweet il direttore generale dell'Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, affermando che ''le notizie degli intensi bombardamenti su Gaza sono estremamente angoscianti'' e ''non siamo più in contatto con il nostro personale e le strutture sanitarie. Sono preoccupato per la loro sicurezza''.
"Abbiamo perso i contatti con i nostri colleghi di Gaza. Sono estremamente preoccupata per la loro sicurezza e per un'altra notte di orrore indicibile per un milione di bambini a Gaza. Tutti gli umanitari, i bambini e le famiglie devono essere protetti", ha dichiarato Catherine Russell, direttore regionale dell'Unicef, in una nota.
"L’Italia è pronta a fornire supporto umanitario alla popolazione interessata dal conflitto in atto in Medio Oriente. Il Pattugliatore Polivalente d’Altura Thaon di Revel della Marina Militare, precauzionalmente rischierato a Cipro nei giorni scorsi, per poter rapidamente raggiungere le acque antistanti Israele/Gaza, è pronto a imbarcare materiale umanitario in afflusso dalla base logistica delle Nazioni Unite di Brindisi in afflusso a Cipro con vettori aerei dell’Aeronautica Militare e altro materiale reso disponibile dalla CRI. Inoltre, due Fregate Multimissione della Marina Militare sono già in zona e una nave anfibia sta raggiungendo l’area per l’eventuale evacuazione umanitaria di personale nonché per il trasporto di ulteriore materiale di prima necessità. Le predette attività sono seguite direttamente dal Ministro della Difesa e coordinate dal Comando Operativo di vertice Interforze". E' quanto si legge in una nota di Palazzo Chigi.
''Vogliamo andare a fondo della nostra operazione fino a quando Hamas non sarà sradicato''. Così intanto l'ambasciatore israeliano in Italia Alon Bar all'edizione straordinaria del Tg1. Rispetto all'escalation di questa notte, Bar ha detto che ''non so se sia cambiato molto, le nostre priorità sono liberare gli ostaggi e rimuovere la minaccia di Hamas. Abbiamo condotto un'operazione terrestre, marittima e aerea. Nel contempo si continuano a scoprire vittime e abbiamo a cuore la sorte dei nostri ostaggi''.
''Il popolo di Gaza non è nostro nemico. Il nostro nemico è Hamas, che ha ucciso degli innocenti'', ha detto ancora Alon Bar, aggiungendo: ''Noi stiamo cercando di colpire Hamas, che ha enormi depositi di carburante che rappresentano una minaccia perché possono costituire un mezzo per ulteriori attacchi'', ha precisato.
''Ovviamente noi cerchiamo di portare aiuti umanitari attraverso il valico controllato da noi, ma che era stato danneggiato da Hamas. Israele sta cercando di fornire assistenza umanitaria attraverso questo canale, ma Hamas è responsabile anche delle interruzioni di approvvigionamenti umanitari'', ha poi detto riferendosi al valico di Keren Shalom.
Il ministro degli Esteri israeliano Eli Cohen ha intanto criticato la "spregevole" risoluzione delle Nazioni Unite che sollecita il cessate il fuoco. "Israele intende eliminare Hamas proprio come il mondo ha affrontato i nazisti e l'Isis", ha spiegato Cohen.
L'Italia si è astenuta dal votare la risoluzione presentata dalla Giordania e sostenuta dagli Stati arabi "per tre ragioni: perché manca la condanna chiara e senza ambiguità degli attacchi di Hamas del 7 ottobre scorso a Israele; perché manca il riconoscimento del diritto di ogni Stato sotto attacco, in questo caso Israele, a difendersi in linea con il diritto internazionale e umanitario e perché manca l'imperativo che è quello del rilascio immediato e senza condizioni degli ostaggi". Ad affermarlo è Maurizio Massari, il rappresentante permanente d’Italia presso le Nazioni Unite a New York spiegando l'astensione dell'Italia alla risoluzione e sottolineando che l'Italia "nonostante riconosca gli sforzi fatti dai Paesi arabi, questi non sono stati sufficienti per spingerla a votare a favore della risoluzione". L'Italia, spiega ancora, "è e sarà con fermezza solidale verso Israele: per noi la sicurezza di Israele non è negoziabile".
"Non sono in corso negoziati con Israele" per un potenziale cessate il fuoco o scambio di prigionieri. Ad affermarlo, secondo quanto riferisce 'Al Jazeera', è un portavoce di Hamas, Osama Hamdan. "Ci sono stati colloqui e ci sono stati sforzi politici per raggiungere un tale accordo", ma non ci sono "colloqui" a causa dell'intensificarsi dei bombardamenti israeliani a Gaza, ha spiegato Hamdan sottolineando che "le forze israeliane si stanno "muovendo verso i confini di Gaza da diversi punti".
"È chiaro che hanno iniziato l'invasione di terra, ma sono preoccupati per le conseguenze, sono preoccupati per ciò che potrebbe accadere sul terreno e stanno affrontando una resistenza molto forte", sostiene Hamdan ad 'Al Jazeera'.
Gli Stati Uniti 'cedono' alle crescenti richieste internazionali per "pause umanitarie" dei raid su Gaza - sollecitate anche dall'Ue - e fanno pressione su Israele perché le accetti, permettendo l'ingresso degli aiuti, l'uscita degli stranieri e facilitando il rilascio degli ostaggi. Il Washington Post sottolinea "l'improvviso cambio di politica" dell'amministrazione Biden, che arriva mentre la situazione umanitaria nella Striscia è diventata sempre più disastrosa. Secondo il quotidiano americano, David Satterfield, inviato speciale del presidente Joe Biden per la situazione umanitaria a Gaza, è stato in Israele nei giorni scorsi per cercare di ottenere progressi sia per quanto riguarda gli aiuti che le partenze verso l'Egitto. Ma secondo funzionari statunitensi, delle Nazioni Unite, egiziani e israeliani non sarebbe stato in realtà fatto alcun progresso sostanziale.
"Crediamo assolutamente che se si può fare una pausa per consentire il rilascio degli ostaggi, noi la appoggiamo e crediamo che Israele la sosterrebbe", ha detto ieri il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca John Kirby, secondo cui l'amministrazione "sostiene anche le pause umanitarie per l'ingress degli aiuti e l'uscita di persone da Gaza". Ma, al momento, "non c'è nessuna notizia da riferire". E negoziati sono in corso, sottolinea il Washington Post, per capire cosa Israele vorrebbe ottenere in cambio della pausa. Hamas ha dichiarato di essere disposto a rilasciare tutti gli ostaggi non israeliani in cambio di un cessate il fuoco limitato, compresi i cittadini di 41 Paesi tra i circa 200 prigionieri, sebbene sia gli Stati Uniti che Israele abbiano perplessità in merito, e che prenderà in considerazione la liberazione degli ostaggi civili israeliani se verranno soddisfatte altre richieste, tra cui la liberazione di migliaia di prigionieri palestinesi.
Allo stesso tempo, nessuno, compresi almeno 400 cittadini americani e le loro famiglie, ha potuto uscire da Gaza da quando il confine è stato chiuso poco dopo l'inizio della guerra. L'Egitto afferma che il suo lato del valico è aperto, ma che i palestinesi non possono attraversarlo perché Israele si rifiuta di fermare i suoi attacchi aerei. Una fonte a conoscenza della posizione di Israele nelle discussioni sulla situazione dei confini ha affermato che lo Stato ebraico "non ha alcun problema con le persone che lasciano la Striscia di Gaza per andare nel Sinai: il problema è quello che entra, non quello che esce". Piuttosto "è un problema egiziano, temono che se aprono Rafah" per far uscire gli stranieri, "centomila persone sfonderanno i cancelli".
Per la prima volta dagli attacchi del 7 ottobre scorso, il premier israeliano Benyamin Netanyahu incontrerà oggi pomeriggio una delegazione di parenti degli ostaggi di Hamas. Lo ha reso noto l'ufficio del primo ministro, dopo che già il ministro della Difesa Yoav Gallant aveva annunciato che li avrebbe ricevuti. L'inconto avverrà nel complesso del ministero della Difesa a Tel Aviv, di fronte al quale stasera è prevista una protesta mentre si sono intensificati gli attacchi sulla Striscia di Gaza.