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Mestre, segregata e violentata per cinque giorni in un palazzo abbandonato

La 32enne, approfittando di un momento di distrazione del suo aguzzino, è riuscita a scappare nel cortile e ha iniziato a urlare. La donna è stata portata in ospedale mentre l'uomo è stato fermato. Lo sdegno di Zaia

Un'ambulanza e un auto dei carabinieri - (Fotogramma/Ipa)
Un'ambulanza e un auto dei carabinieri - (Fotogramma/Ipa)
17 aprile 2025 | 11.45
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Una donna di 32 anni è stata segregata per cinque giorni in un palazzo abbandonato nel centro di Mestre e violentata ripetutamente. Secondo quanto scrive 'il Gazzettino' l'incubo per la donna è iniziato venerdì scorso, quando un coetaneo tunisino l'ha condotta all'ex Telecom di via Carducci. Ieri mattina la 32enne, veneziana, approfittando di un momento di distrazione del suo aguzzino, è riuscita a scappare nel cortile del palazzo e ha iniziato a urlare. Sono stati i clienti di un locale vicino a chiamare le forze dell'ordine. La donna è stata portata in ospedale mentre l'uomo è stato fermato.

Lo sdegno di Zaia

“Ancora l’orrore di una brutale violenza a una donna, questa volta a Mestre, con una segregazione di cinque giorni. Questo bollettino criminale è ormai quasi quotidiano, ma esorto tutta la comunità civile a non assuefarsi a tali notizie, e a fare sempre più squadra per tentare in tutti i modi di prevenire o impedire un delitto collaborando in ogni modo, anche segnalando situazioni sospette alle Forze dell’Ordine, che in tante occasioni, come in questa, intervengono tempestivamente e riescono ad arrestare il delinquente”, dice il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia

“A questa donna come a tutte le vittime di questi efferati delitti– prosegue Zaia – rivolgo la mia totale solidarietà, con l’augurio di poter guarire il prima possibile dalle ferite fisiche e da quelle morali e psicologiche”. “Ringrazio per il civismo gli avventori di un vicino bar che hanno immediatamente dato l’allarme sentendo le grida della donna – conclude – e le Forze dell’Ordine che sono riuscite a intervenire in tempo per bloccare il violentatore, per il quale, lui come tutti gli altri che si macchiano di tali orrori, chiedo la massima durezza nell’applicazione delle leggi”.

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