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Iran, strage a Kerman: 95 morti vicino tomba Soleimani. Khamenei: "Risposta sarà dura"

Teheran: "Crimine responsabilità Usa e sionisti". Usa e Israele: "Non siamo coinvolti". Nasrallah: "Non abbiamo paura della guerra, se ci sarà andremo fino in fondo"

Kerman, il luogo della strage (Afp)
Kerman, il luogo della strage (Afp)
03 gennaio 2024 | 13.49
LETTURA: 6 minuti

Strage a Kerman, in Iran, provocata da una doppia esplosione: sono 95 i morti e oltre 200 i feriti. Teheran ha rivisto lievemente al ribasso il bilancio delle vittime: è stato il ministro della Sanità iraniano, Bahram Eynollahi, a riferire che i morti sono 95 e non 103 come comunicato in precedenza e questo perché in alcuni casi le vittime sono state contate due volte. I feriti sono 211, di cui 30 in condizioni critiche. La strage è avvenuta sulla strada che porta al cimitero dove è sepolto il generale Qassem Soleimani, ucciso in un raid americano proprio 4 anni fa.

Le esplosioni sono state provocate da due bombe, hanno riferito i servizi d'emergenza, come riportano i media locali. I due ordigni, riferisce l'agenzia Tasnim, sarebbero stati nascosti in borse e attivati da remoto. Una delle esplosioni è avvenuta nei pressi della moschea Sahib al-Zaman. Le forze di sicurezza hanno rafforzato la loro presenza nell'area, dove sono state inviate numerose ambulanze per evacuare i feriti che stavano commemorando Soleimani.

Khamenei: "Risposta sarà dura"

Ci sarà "una dura risposta" al "disastro" causato a Kerman dai "nemici malvagi e criminali della nazione iraniana", ha dichiarato la Guida Suprema dell'Iran, l'ayatollah Ali Khamenei. "I criminali dal cuore duro non potevano tollerare l'amore e l'entusiasmo delle persone nel visitare il santuario del loro grande comandante Qassem Soleimani. Fate loro sapere che i soldati del puro Soleimani non tollereranno la loro viltà e il loro crimine", ha aggiunto Khamenei, sottolineando che "sia le mani macchiate del sangue degli innocenti, sia i cervelli corrotti che li hanno condotti a questo errore, saranno d'ora in poi il bersaglio della repressione e della giusta punizione".

La risposta dell'Iran a quest'"atto terroristico" sarà "potente e schiacciante" e sarà portata "nel più breve tempo possibile", ha detto il ministro dell'Interno di Teheran, Ahmed Vahidi. "La situazione a Kerman è normale e sotto il controllo delle forze dell'ordine", ha aggiunto Vahidi in diretta tv, secondo quanto riporta l'agenzia Irna. Il ministro ha precisato che la prima esplosione è avvenuta intorno alle 15 ora locale (le 12.30 in Italia), ma è stata la seconda, 20 minuti più tardi, a causare il maggior numero di vittime dal momento che ha colpito i soccorritori.

Israele agli alleati: "Non siamo coinvolti"

Israele ha informato i suoi alleati di non essere coinvolta nella duplice esplosione di Kerman. Lo rivela il Wall Street Journal, che cita fonti famigliari con le operazioni israeliane, che sottolineano come il modus operandi nella strage non coincida con quello di altri attacchi attribuiti allo Stato ebraico in Iran, più precisi e diretti a individui specifici o a infrastrutture militari.

Usa: "Né noi né Israele coinvolti"

"Gli Stati Uniti non sono coinvolti nell'esplosione in Iran e non abbiamo ragione di pensare che lo sia Israele", ha detto il portavoce del dipartimento di Stato americano, Matthew Miller. "Non abbiamo indicazioni che Israele sia coinvolto" nella strage di oggi a Kerman, ha ribadito il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby, secondo cui gli Stati Uniti "non hanno altri dettagli su chi possa essere il responsabile" della strage.

Teheran: "Crimine Kerman responsabilità Usa e sionisti"

La replica di Teheran non si è fatta attendere. "Washington afferma che Stati Uniti e Israele non hanno avuto alcun ruolo nell’attacco terroristico a Kerman, in Iran. Veramente? La volpe annusa per prima la propria tana. Non fate errori. La responsabilità di questo crimine ricade sugli Stati Uniti e sui regimi sionisti e il terrorismo è solo uno strumento", ha scritto su X Mohammad Jamshidi, vice capo dello staff per gli Affari politici del presidente iraniano Ebrahim Raisi.

Nasrallah: "Non abbiamo paura della guerra"

"Rinnoviamo le nostre condoglianze per i martiri di oggi. Quello che è successo oggi a Kerman è un attacco contro chi commemorava l'assassinio di Soleimani: donne, uomini e bambini. Condoglianze alle loro famiglie". Così, secondo quanto riferisce 'L'Orient - Le Jour', il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, in occasione di un suo discorso per l'anniversario della morte di Soleimani.

"Presentiamo le nostre condoglianze al nostro fratello, il grande sceicco Saleh al-Arouri, vicepresidente dell'ufficio politico di Hamas, che è caduto da martire ieri durante un'evidente aggressione israeliana nella periferia sud di Beirut", ha aggiunto poi Nasrallah, sottolineando che "il crimine di ieri", ossia l'uccisione del numero 2 di Hamas, "non resterà impunito".

"Israele ha completamente fallito sul piano morale - ha scandito - Israele che assassina donne e bambini, che affama la gente". "Hamas ha il più forte sostegno della sua storia all'interno della popolazione palestinese ed è un grande risultato. L'immagine di Israele nel mondo è crollata", ha detto il leader di Hezbollah.

"Se il nemico pensa di condurre una guerra contro il Libano combatteremo senza limiti e senza regole - ha avvertito - Sanno di cosa parlo. Non abbiamo paura di una guerra. Quelli che pensano di andare in guerra contro di noi lo rimpiangeranno. La guerra contro di noi costerà caro. Se una guerra sarà condotta contro il Libano, l'interesse del Libano sarà di andare alla guerra fino in fondo senza trattenersi".

Strage cimitero Soleimani, "unica regia" con uccisioni al-Arouri e Mousavi

"E' chiaro che c'è un'unica regia" dietro l'attacco di oggi al cimitero dove è sepolto il generale Qassem Soleimani, l'attentato di ieri a Beirut nel quale è morto il numero due di Hamas, Saleh al-Arouri, e l'uccisione a Natale, in un raid contro un sobborgo di Damasco, di Sayyed Razi Mousavi, comandante dei pasdaran iraniani in Siria. A Teheran non hanno dubbi sulla matrice straniera dei tre attacchi, il filo rosso che li unisce, ma, sottolineano fonti all'Adnkronos, per il momento sono cauti nell’attribuire esplicitamente la responsabilità ad Israele, limitandosi a parlare di "attentato terroristico" per "non essere costretti a reagire subito, anche se l'attacco è di un livello tale che prima o poi una risposta dovrà arrivare".

Finora, proseguono le fonti a Teheran, la Repubblica islamica ha reagito "in modo moderato" a raid e attacchi contro suoi obiettivi perché "non ha alcun interesse a entrare in una guerra diretta contro Israele, che sta dimostrando di poter colpire quando vuole farlo, esponendo delle fragilità nella sicurezza che sono vistose".

A Teheran sono convinti che Israele "li voglia trascinare in un conflitto aperto", ma, sostengono gli osservatori, in realtà Benjamin Netanyahu potrebbe anche avere altri obiettivi: "Diluire le sue responsabilità" per non aver impedito gli attacchi del 7 ottobre o "avvertire l'Iran, attraverso queste azioni di deterrenza, di fermarsi" nel sostegno agli Houthi, a Hezbollah e alle milizie in Siria e in Iraq.

In ogni caso il messaggio arrivato ancora oggi con "un attentato che ha una portata storica", per il numero di vittime ma anche per l''obiettivo', "è molto chiaro", sostengono le fonti, secondo cui Israele così vorrebbe anche distogliere l'attenzione dal mancato raggiungimento dei suoi obiettivi nella Striscia di Gaza. Un comportamento "pericoloso ed esplosivo che potrebbe non piacere agli americani", mai stanchi di ripetere gli avvertimenti sul rischio di un allargamento del conflitto.

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