Oggi funerali vittime strage. Raisi: "Nostre forze armate sono pronte". Capo Pasdaran: "Vendicheremo sangue martiri"
E' salito a 89 morti il bilancio del duplice attentato compiuto mercoledì nei pressi del cimitero di Kerman, nel sud-est dell'Iran, e rivendicato dall'Isis. Lo riporta l'emittente Press Tv. Per quanto riguarda le vittime dell'attentato, riferisce l'agenzia di stampa iraniana Irna, 53 erano donne, 36 uomini e 30 avevano meno di 18 anni. Complessivamente ci sono stati 284 feriti di cui 89 già dimessi.
L'intelligence iraniana ha annunciato oggi l'arresto di 12 presunti terroristi in sei province che sarebbero legati all'all'attacco terroristico. Lo riferisce la tv iraniana 'Irib' che riporta come uno dei due attentatori suicidi sarebbe di nazionalità tagika, mentre l'identità del secondo attentatore non è stata ancora determinata in modo definitivo. L'operazione, sottolinea l'intelligence iraniana, "continuerà sicuramente fino all'arresto dell'ultima persona che è stata coinvolta nel sostenere i criminali in qualsiasi modo e in qualsiasi misura". L'intelligence iraniana ha identificato la casa in cui i due terroristi uccisi si rifugiavano. Era in periferia di Kerman. In quel posto sono stati identificati e arrestasti due elementi del gruppo. Tra le attrezzature ritrovate figurano tra gli altri 2 giubbotti esplosivi, 2 dispositivi di controllo remoto e 2 detonatori.
"L'Occidente sa che l'Iran è diventato un Paese forte e che le nostre forze armate sono pronte. La decisione di reagire all'attacco di Kerman spetta alle forze armate, che determineranno il momento e il luogo appropriati", ha dichiarato il presidente iraniano, Ebrahim Raisi, in un discorso pronunciato durante i funerali delle vittime dell'attentato compiuto sulla strada che porta al 'cimitero dei martiri' (Golzar Shahada).
Raisi, secondo quanto riferito dall'agenzia Tasnim, ha parlato poi della guerra tra Israele e Hamas, affermando che "l'entità sionista è incapace di affrontare la nazione palestinese, nonostante siano trascorsi 90 giorni dalla guerra". Per il presidente iraniano, "oggi più che mai i cuori del mondo sono con la Palestina e contro l'entità sionista". Infine il presidente iraniano, riferendosi al califfato creato negli anni scorsi a cavallo tra Siria e Iraq dal sedicente Stato islamico, ha rimarcato che il piano americano di formare "un altro Israele" in Medio Oriente è "fallito" grazie al lavoro del defunto generale dei Guardiani della Rivoluzione, Qassem Soleimani.
Raisi questa mattina, prima di visitare la tomba del generale Qassem Soleimani a Kerman, si è recato in ospedale dai feriti dell'attaco. Poi ha partecipato ai funerali delle vittime della strage che si sono tenuti nella principale moschea della città. Successivamente è in programma una cerimonia al Golzar Shahada alla quale il governatorato di Kerman ha chiesto ai cittadini di non partecipare.
"Vendicheremo il sangue dei martiri", ha giurato il comandante dei Guardiani della Rivoluzione (Pasdaran), il generale Hossein Salami, durante i funerali delle vittime dell'attentato di due giorni fa a Kerman rivendicato dall'Isis. Proprio al sedicente Stato islamico Salami ha dedicato un passaggio del suo intervento, sottolineando che "è stato annientato grazie al lavoro del comandante Qassem Soleimani", la cui tomba si trova nel cimitero di Kerman teatro della strage di mercoledì. Nel suo discorso pronunciato davanti alla folla che ha partecipato ai funerali, il generale ha attaccato Stati Uniti ed Israele. I primi, ha affermato, non sono riusciti a fermare la Repubblica islamica con le loro sanzioni e sono stati "sconfitti in Iraq, Afghanistan, Libano, Siria e Yemen". Poi il generale si è rivolto a Israele. Riferendosi alla guerra a Gaza, ha sostenuto che lo Stato ebraico "non ha modo di sfuggire dal pantano in cui è finito", aggiungendo che è "sull'orlo di crollare a causa della resistenza nei Territori occupati che ogni giorno gli infligge pesanti perdite".
Il Papa, in un telegramma, ha dato voce alla “profonda tristezza” per le vittime delle esplosioni a Kerman e ha inviato “assicurazione delle sue preghiere per i morti e per le loro famiglie”. Al tempo stesso il Pontefice ha espresso “solidarietà spirituale con i feriti” e ha invocato sul popolo iraniano “l’onnipotente benedizione di saggezza e pace”