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Il Doge di Musk contro lo smartworking: "Dipendenti federali in ufficio dalle 8 alle 18"

Il co responsabile del dipartimento Vivek Ramaswamy: "Useremo martello pneumatico e sega elettrica"

Il logo del Doge, dipartimento per l'efficienza governativa Usa  - Fotogramma /Ipa
Il logo del Doge, dipartimento per l'efficienza governativa Usa - Fotogramma /Ipa
19 novembre 2024 | 17.13
LETTURA: 3 minuti

"Non si dovrà neanche parlare di licenziamento di massa, diremo solo loro che devono tornare in ufficio cinque giorni alla settimana dalle otto alle 18". Così Vivek Ramaswamy, l'altro miliardario tech che insieme ad Elon Musk sarà alla guida del dipartimento per l'efficienza governativa, il Doge, ha detto che costringerà a tornare a lavorare in presenza i dipendenti federali che attualmente "non vanno a lavoro" ma continuano, a 18 mesi dalla fine della pandemia, ad usufruire in varia misura dello smartworking.

Intervistato dal conduttore di estrema destra, e fedelissimo di Trump, Tucker Carlson, l'imprenditore biotech ha confermato che il compito suo e di Musk sarà di usare "il martello pneumatico e la sega elettrica" per rivoluzionare, e tagliare drasticamente, l'apparato federale. E si dice convinto che togliendo la possibilità di lavorare da remoto "si ridurrà del 25% del la burocrazia federale".

Al momento - ricorda Nbcnews - sono 1,3 milioni i dipendenti federali, su un totale di 2,2 milioni, che possono lavorare in smartworking, il 10% di loro totalmente da remoto, mentre il restante, dall'agosto del 2023, deve andare in ufficio almeno la metà dei giorni di due settimane lavorative. L'insofferenza di Musk per il lavoro da remoto, da lui bollato come "moralmente sbagliato", è nota: nel giugno del 2022, in piena pandemia, costrinse i dipendente di Tesla a lavorare in presenza almeno 40 ore alla settimana. E la stessa cosa ha fatto subito dopo aver preso il controllo di Twitter, ora X, nell'ottobre dello stesso anno.

La crociata dei due miliardari contro il lavoro da remoto dei dipendenti federali potrebbe trovare però un'alleata non scontata, la sindaca democratica di Washington D.C. che da tempo chiede aiuto perché si riporti "vita al centro della nostra città" dove ormai da anni gran parte degli edifici che ospitano i dipartimenti federali sono svuotati. "Come fare in modo di riportare i nostri lavoratori federali negli uffici è una grande questione", ha detto la sindaca che ha già chiesto un incontro a Donald Trump per lavorare insieme verso questo obiettivo.

Secondo il Goverment accountability office, lo scorso anno 17 delle 24 principali agenzie federali hanno usato solo il 25% dei loro spazi. E ci sono corrispondenze tra le liste di questi edifici e quella su cui Musk e Ramaswamy intendono abbattere la loro scure, a cominciare dal dipartimento dell'Istruzione che utilizza solo il 16% dei suoi spazi, con il 98% dei dipendenti che posso lavorare da casa e oltre la metà che effettivamente lo fanno.

Dal sindacato dei dipendenti federali, American Federation of goverment employees, che ha oltre 700mila iscritti, si liquidano le affermazioni dei futuri capi del Doge come esagerate, ricordando che oltre metà dei lavori federali - nella sanità, nella sicurezza, nella protezione dei confini e della sicurezza alimentare - non prevedono lo smartworking. E si ricorda che permettendo di lavorare parzialmente da casa il governo federale può reclutare e mantenere talenti lavorativi nonostante i salari nettamente più bassi del settore privato.

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