La Casa Bianca: "Israele faccia più per civili". Erdogan: "Oltre mille feriti di Hamas ricoverati in Turchia". L'organizzazione islamista: "Persi contatti con 4 ostaggi". In settimana ripresa dei colloqui a Doha
Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, "ha appreso con molta tristezza la notizia della morte stamani di un dipendente del Dipartimento di Sicurezza e Protezione delle Nazioni Unite e del ferimento di un altro dipendente quando il mezzo Onu è stato colpito mentre era diretto all'Ospedale europeo di Rafah", nel sud della Striscia di Gaza. Con queste parole l'Onu, in una dichiarazione del portavoce Farhan Haq, ha confermato le notizie arrivate dalla Striscia. Guterres condanna "tutti gli attacchi contro il personale Onu" e chiede un'indagine approfondita, ribadendo l'appello per "un cessate il fuoco umanitario immediato" e la liberazione di tutti i prigionieri.
Hamas ha intanto accusato Israele per l'attacco al veicolo delle Nazioni Unite. "Israele ha ucciso due cittadini stranieri (un uomo e una donna) che viaggiavano in un veicolo delle Nazioni Unite con una bandiera e segni di identificazione dell'Onu", ha dichiarato Hamas in una nota nella quale ha indicato che Israele e Stati Uniti "hanno la piena responsabilità" per i danni riportati dai "team stranieri" di soccorso a Gaza e per i "crimini di guerra" commessi nell'enclave.
"Noi crediamo che Israele possa e debba fare di più per proteggere la vita di civili innocenti, non crediamo che quello che sta succedendo a Gaza sia un genocidio". E' quanto ha detto il consigliere per la Sicurezza Nazionale, Jake Sullivan, durante un briefing in cui ha ricostruito per punti la posizione dell'amministrazione Biden sul conflitto a Gaza, ricordando che gli Stati Uniti hanno "fermamente e pubblicamente respinto" le accuse di genocidio.
Sullivan ha ricordato che la guerra è iniziata a causa degli attacchi del 7 ottobre di Hamas, "gruppo terroristico che ha come obiettivo di distruggere Israele", e che gli israeliani hanno un "peso insolito e senza precedenti in questa guerra, perché Hamas usa ospedali, scuole e altre infrastrutture civili per usi militari ed ha costruito tunnel sotto aree civili, mettondo così in civili in mezzo al fuoco".
Questo non toglie ad Israele "la responsabilità di fare tutto il possibile per proteggere civili innocenti", ha detto ancora Sullivan sottolineando che per i civili palestinesi "questa guerra è un inferno, il livello di morte e trauma che stanno subendo è inimmaginabile, la loro pena e sofferenza sono immense, nessun civile dovrebbe subirle. Il presidente - ha concluso - ha questo nei suoi pensieri ogni giorno".
Nel criticare la scelta strategica di Israele di attaccare Rafah, Sullivan ha poi ricordato che i militari israeliani sono già entrati a Gaza City ed altri centri della Striscia "e si sono visti sempre i terroristi uscire dalle macerie perché secondo noi non c'è integrazione sufficiente tra piano militare e piano politico".
"Siamo preoccupati per questo - ha aggiunto il consigliere per la Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, che più volte nel corso del briefing ha ribadito il "ferreo" sostegno di Washington all'alleato israeliano - abbiamo sollevato queste preoccupazioni, non con rancore, ma perché vogliamo vedere guerra concludersi con successo, vogliamo vedere Hamas sconfitta, vogliamo vedere i suoi leader consegnati alla giustizia".
"Sono oltre mille" i militanti di Hamas che attualmente sono ricoverati negli ospedali turchi, mentre continua la guerra nella Striscia di Gaza. Lo ha dichiarato il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, nel corso di un punto stampa congiunto con il primo ministro greco, Kyriakos Mitsotakis.
"Non considero Hamas un'organizzazione terroristica. Al contrario, Hamas è un'organizzazione di resistenza le cui terre sono occupate dal 1947", ha proseguito Erdogan, secondo cui "definire Hamas un'organizzazione terroristica è crudele".
I mediatori di Egitto e Qatar torneranno a incontrarsi questa settimana a Doha, in Qatar, mentre prosegue il lavoro negoziale per arrivare a un accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hamas. Lo scrive il Washington Post in una notizia rilanciata dal Jerusalem Post.
Le Brigate Qassam, braccio armato di Hamas, avrebbero intanto perso i contatti con gli uomini che trattenevano quattro ostaggi israeliani nella Striscia di Gaza. Lo afferma il gruppo secondo quanto riferisce la tv satellitare al-Jazeera, precisando che fra i quattro c'è l'israelo-americano Hersh Golberg-Poline.
"A causa di un barbaro raid sionista abbiamo perso i contatti con i nostri mujahiddin che tengono in custodia quattro prigionieri sionisti, tra i quali Hersh Golberg-Poline", dice Abu Obaida, portavoce delle Brigate Qassam.
Nella Striscia di Gaza la sanità è al "collasso". "Poche ci separano dal collasso del sistema sanitario a causa del mancato arrivo del carburante necessario per far funzionare i generatori negli ospedali, per far uscire le ambulanze", denuncia il ministero della Salute di Gaza, secondo il quale il bilancio delle vittime nell'enclave dal 7 ottobre avrebbe intanto superato quota 35.000 (è di 35.091 palestinesi uccisi) e 78.827 feriti. Solo nelle ultime 24 ore sarebbero morte 57 persone e 82 sono rimaste ferite.
Proprio oggi le forze israeliane hanno emesso un ordine di evacuazione per l'ospedale kuwaitiano di Rafah, riporta al Jazeera, aggiungendo che i medici della struttura sanitaria temono che un attacco all'ospedale significherebbe un “crollo completo” del limitato sistema sanitario della città meridionale della Striscia.
Continuano intanto i raid di Israele contro Hamas in tutta la Striscia di Gaza. Nella notte attacchi sono stati condotti dalle Idf sulla parte orientale di Rafah, dove sono state colpite auto della polizia di Hamas. Ci sono anche bombardamenti sulla parte centrale e occidentale della città, dove almeno cinque palestinesi sono stati uccisi. Sempre nella notte sono stati condotti raid aerei contro il quartiere di Shejaiya a Gaza City nel nord della Striscia causando almeno un morto e diversi feriti. Attacchi anche nel campo profughi di Jabalya, nel nord.
"O noi o loro, i mostri di Hamas". Così il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha sottolineato la necessità di restare "uniti perché solo insieme vinceremo" durante la cerimonia per lo Yom HaZikaron, la Giornata dedicata alla memoria dei caduti, che si è svolta al cimitero militare su Monte Herzl a Gerusalemme. "Siamo determinati a vincere questa lotta", ha detto Netanyahu sostenendo che la guerra in corso nella Striscia di Gaza è "una scelta tra libertà e prosperità, contro disperazione, omicidi e violenza". Parlando a ministri, rabbini capi, al capo di stato maggiore delle Idf, diplomatici e famiglie in lutto, il premier israeliano ha promesso che "raggiungeremo l'obiettivo della vittoria riportando a casa tutti i nostri ostaggi".
In un colloquio telefonico, il Segretario di Stato americano Antony Blinken ha ribadito al ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant l'opposizione degli Stati Uniti a un'offensiva militare di terra a Rafah e ha ''sottolineato la necessità urgente di proteggere i civili e gli operatori umanitari a Gaza''. Come si legge in una nota del Dipartimento di Stato Usa, Blinken ha anche chiesto a Gallant di ''garantire che gli aiuti possano entrare a Gaza e di favorire la loro distribuzione all'interno di Gaza mentre Israele mira agli obiettivi di Hamas''. Blinken ha inoltre ''espresso l'impegno determinato degli Stati Uniti nei confronti della sicurezza di Israele e l'obiettivo condiviso della sconfitta di Hamas'', si legge nella nota.
Intervenendo alla CBS, Blinken ha detto che gli Stati Uniti credono che Israele abbia ucciso più civili che terroristi di Hamas durante la guerra a Gaza. E ha detto che il Paese deve fare di più per mitigare le morti civili.
Quella in corso a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, è "un'operazione mirata", ha assicurato dal canto suo Gallant, nel corso del colloquio telefonico. Durante la telefonata, riportano i media dello Stato ebraico, Gallant ha indicato che il suo governo non si lascerà dissuadere dal portare a termine gli obiettivi della guerra che sono - ha ribadito - riportare a casa gli ostaggi ed eliminare Hamas. Nella nota diffusa dall'ufficio di Gallant si evidenzia quindi che il ministro "ha espresso il suo apprezzamento al segretario Blinken per il continuo sostegno fornito dall'Amministrazione americana alla sicurezza di Israele
In una dichiarazione rilasciata ieri, il portavoce dell'Idf, Rear Admiral Daniel Hagari, ha spiegato che "le Forze di Difesa Israeliane stanno continuando la loro operazione mirata contro Hamas a Rafah come parte degli sforzi per ottenere una sconfitta definitiva di Hamas e riportare a casa tutti i nostri ostaggi". "Dall'inizio dell'operazione abbiamo eliminato decine di terroristi", ha aggiunto sottolineando che "prima delle nostre operazioni invitiamo i civili a spostarsi temporaneamente verso le aree umanitarie e ad allontanarsi dal fuoco incrociato in cui Hamas li mette. La nostra guerra è contro Hamas, non contro la popolazione di Gaza".
A Jabalia, i carri armati e le truppe israeliane stanno avanzando sempre più nelle parti orientali e centrali del campo - il più grande degli otto storici campi profughi di Gaza - con furiose battaglie tra l'esercito e i gruppi palestinesi. Lo scrive al Jazeera.
L’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) afferma che quasi 360.000 persone sono fuggite da Rafah, a Gaza, da quando Israele ha emesso l’ordine di evacuazione il 6 maggio. “Non c'è nessun posto dove andare. Non c’è sicurezza senza un cessate il fuoco”, ha affermato l’agenzia in un post su X.
L'Autorità Palestinese ha rifiutato la proposta di gestire il valico di Rafah. Lo ha detto a Sky News Arabic un funzionario palestinese, aggiungendo che il rifiuto è arrivato dopo la richiesta di gestione da parte degli Stati Uniti.