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Vittoria per Trump, maxi cauzione ridotta a 175 milioni: altri 10 giorni per pagare

Salvataggio in extremis dalla corte d'appello. Il tycoon: "Pago subito". Intanto va in aula per il processo sulla vicenda dell'ex porno diva Stormy Daniels

Donald Trump - Afp
Donald Trump - Afp
25 marzo 2024 | 13.16
LETTURA: 3 minuti

Donald Trump ottiene in extremis un'importante vittoria da una Corte d'appello di New York che ha ridotto a 175 milioni la cauzione di 464 milioni di dollari che avrebbe dovuto versare entro oggi per poter presentare l'appello contro il mega risarcimento per la condanna nel processo per frode. Inoltre all'ex presidente sono stati concessi altri 10 giorni per poter versare la cauzione.

La decisione dei giudici dell'Appellate Division arriva dopo che i legali di Trump aveva definito "praticamente impossibile" ottenere dalle società specializzate in questo tipo di cauzione la copertura dell'intero risarcimento, che si deve versare prima di poter procedere con l'appello. I legali avevano chiesto una riduzione a 100 milioni o addirittura la cancellazione della cauzione.

Alla richiesta si era opposto l'ufficio della procuratrice generale Letitia James, che aveva messo in dubbio la credibilità delle affermazioni degli avvocati di Trump, spiegando che l'intera cauzione poteva essere assicurata con una serie di diverse fideiussioni. La decisione della corte d'appello, quindi, è una sconfitta per la procuratrice, che aveva già avviato le procedure per il sequestro dei beni di Trump in caso di mancato versamento della cauzione.

Affermando di avere "grande rispetto per la decisione" della corte d'appello, l'ex presidente ha assicurato che ora "depositerà molto in fretta i 175 milioni, entro i 10 giorni" supplementari che gli sono stati concessi. E poi si è scagliato contro il giudice Arthur Engoron, che l'ha condannato a pagare il mega risarcimento, definendolo "una vergogna per il nostro Paese". "Quello che ha fatto provoca un tale danno e non dovrebbe essere permesso, lo stato di New York è danneggiato dalla sua decisione", ha aggiunto Trump.

Il processo Stormy Daniels, tycoon in aula

Sempre a New York, il tycoon oggi in aula per il processo legato alla vicenda del denaro versato all'ex porno diva Stormy Daniels per pagare il suo silenzio sulla relazione con il tycoon. Trump diventa il primo ex presidente ad essere messo alla sbarra per il processo penale che doveva iniziare oggi, ma che gli avvocati sono riusciti a far slittare presentando alle parti nuovi documenti. Ora è stata fissata una nuova data per il 15 aprile, ma il giudice non esclude che "sarà fissata una nuova data, se necessario, una volta ascoltata la difesa".

Trump ha già annunciato che farà ricorso contro la decisione del giudice Juan Merchan di far iniziare il 15 aprile il processo a suo carico. Parlando con i giornalisti dopo l'udienza, l'ex presidente ha definito la decisione di Merchan una vergogna, e "un chiaro caso di interferenza elettorale" ed "intimidazione degli elettori".

Cosa rischia il tycoon

In caso di mancato pagamento della cauzione, Trump rischierebbe il sequestro dei beni da parte della procura di New York, a meno che non dovesse scegliere la via della bancarotta.

Una via improbabile anche perché nei giorni scorsi Trump ha visto accrescere il modo consistente al sua ricchezza con la quotazione in borsa, a seguito di una fusione, della sua società Trump Media, da cui dipende il suo social Truth Social. Come azionista di maggioranza della nuova società, Trump vedrà crescere la sua ricchezza di 3 miliardi di dollari, ma non potrebbe avere a disposizione in tempi brevi il contante.

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