Il presidente del Consiglio in conferenza stampa congiunta con Abdal Fattah al-Sisi (FOTO), che dice: "L'iniziativa egiziana è l'unica in grado di fermare l'emorragia di sangue palestinese nella Striscia". Il premier: "Faccio mio l'appello di altri colleghi per il rilascio del soldato israeliano rapito"
"Il tempo è un fattore determinante". Su questo punto Egitto e Italia sono sulla stessa linea. Per risolvere la crisi in corso a Gaza, che ha già fatto più di 1.600 vittime, "bisogna lavorare velocemente, per arrivare a una distensione e alla fine dell'emorragia di sangue in corso", ha detto il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi. Il rais ha ricevuto il presidente del Consiglio Matteo Renzi, il primo premier occidentale a incontrarlo al Cairo da quando si è insediato poco meno di due mesi fa.
Un segnale forte, di sostegno al nuovo corso politico egiziano, che l'Italia ha voluto dare al capo dello Stato. E anche sulla Libia, che è nella morsa delle milizie che sono arrivate a proclamare un emirato a Bengasi, il messaggio che arriva da Egitto e Italia è lo stesso. "Non c'è tempo da perdere, bisogna affrontare subito la crisi - ha detto al Sisi - ho trovato Renzi d'accordo su questo punto".
Su Gaza, mentre la crisi si aggrava e Israele fa sapere di non voler negoziare e semmai di essere disponibile ad un cessate il fuoco unilaterale ma solo quando avrà raggiunto i suoi obiettivi militari, per Sisi e Renzi "l'unica soluzione possibile" è il piano egiziano. Un piano che passa per la tregua e poi per l'avvio di negoziati politici al Cairo e arriva, secondo al-Sisi, fino alla "creazione di uno stato palestinese", unico modo per mettere fine alla ciclicità delle crisi che colpiscono la regione.
Anche a nome dell'Unione Europea, di cui è presidente di turno, Renzi ha espresso il suo "totale sostegno all'Egitto e alla road map che ha tracciato per Gaza, che è l'unica sul campo e merita tutta l'attenzione dell'Ue". "L'Egitto ha un ruolo cruciale", ha affermato il premier, che ha poi rivolto un appello per "l'immediato rilascio del soldato israeliano rapito ieri" nella Striscia.
Sulla Libia, che è "la vera questione" regionale, Renzi ha ricordato che Italia ed Egitto "sono i due principali vicini" del paese nordafricano. L'impatto che la sua instabilità produce in termini di terrorismo e di flussi migratori è enorme. "Il 96% dei flussi di immigrati irregolari che si riversano sulle nostre coste arriva dalla Libia - ha detto - Possiamo usare tutti gli slogan che vogliamo, ma per arrivare a una soluzione, dobbiamo risolvere il problema della Libia".
"Sono molto preoccupato", ha ammesso il presidente del consiglio, anche alla luce dell'annuncio della chiusura dell'ambasciata britannica a Tripoli, arrivato oggi. "Serve un intervento forte - ha aggiunto - perché per troppo tempo la situazione è stata tenuta in secondo piano". Serve anche, per il premier, che "l'Onu invii rapidamente un suo inviato speciale nel Paese". E serve portare il dossier su tutti i tavoli internazionali. "L'Italia - ha assicurato - porterà la questione Libia in discussione al vertice Nato del 4 e 5 settembre" in Galles.
Anche Sisi ha ricordato il grave impatto che la crisi libica ha sull'Egitto in termini di sicurezza, visto che "da quando è caduto il regime libico, il Cairo è da solo a controllare 1.200 km di confine", preso di mira da trafficanti di ogni genere. Ma ha insistito sul fatto che sui temi della sicurezza e del terrorismo il braccio di ferro non basti. "Serve combattere la povertà - ha detto - migliorare lo stile di vita, così si fermano anche i flussi migratori".
Un punto su cui anche il governo italiano sta investendo molto, come dimostra la riforma del ministero degli Esteri approvata ieri, che "lega in modo indissolubile il ministero alla scommessa sulla cooperazione internazionale". "Si combatte il terrorismo - ha sottolineato Renzi - attraverso una prospettiva di stabilità e sicurezza, ma aiutando la popolazione a raggiungere il benessere.
"L'Europa, su questo, faccia un passo avanti, spostando lo sguardo della sua politica estera verso il Mediterraneo, che non è una frontiera, ma il cuore dell'Europa", esorta Renzi, da cui infine, è arrivato l'invito ad al-Sisi a visitare "presto" l'Italia: "Lavoriamo insieme per una soluzione regionale, aspettiamo presto il presidente nel nostro paese".