La piccola, 6 anni, ha attraversato il valico di Rafah con la mamma palestinese. Tajani: "Particolarmente felice per esito positivo vicenda". Fuori da Gaza ieri anche una cooperante italiana: "Preoccupata per il mio team"
Dopo il primo gruppo di italiani che ha lasciato ieri la Striscia di Gaza, stamani una bambina italiana di sei anni e la mamma palestinese hanno attraversato il valico di Rafah con un altro gruppo di stranieri. Sono ora in Egitto, assistite dal personale dell'Ambasciata d'Italia al Cairo per il successivo rientro in Italia. Lo riferisce la Farnesina in una nota.
"Sono particolarmente felice per l'esito positivo della vicenda di questa bambina, che proprio domani compirà sei anni, e della sua mamma", ha commentato il vice presidente del Consiglio e ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani. "Voglio ringraziare tutto il personale coinvolto nell’operazione, dai funzionari delle sedi diplomatiche al Cairo, Tel Aviv e Gerusalemme al nostro servizio di intelligence che, con il costante coordinamento dell'Unità di Crisi della Farnesina, ha ottenuto questo importante risultato", ha aggiunto.
"È un sollievo perché la situazione a Gaza è stata davvero difficile, ma sono molto preoccupata per il resto del team e per la popolazione. Dopo aver lavorato lì per mesi e aver vissuto in prima persona questa terribile crisi, io e i miei colleghi abbiamo una visione chiara della risposta umanitaria che deve essere attivata con urgenza". Lo ha affermato Maya Papotti, cooperante italiana dell'ong Azione contro la Fame, uscita ieri dalla Striscia di Gaza insieme ad altri tre nostri connazionali.
L'ong spiega in una nota che Papotti sta bene ed attualmente è in attesa di rientrare in Italia dove la sua famiglia la sta aspettando. "Dallo scoppio del conflitto, siamo stati costantemente in contatto con Maya e la sua famiglia, collaborando con le autorità competenti, che ringraziamo vivamente per gli sforzi compiuti per riportarla a casa", ha spiegato Azione contro la Fame, precisando di non poter "dimenticare coloro che sono ancora a Gaza, cercando di sopravvivere tra le bombe, il cibo che scarseggia, l'acqua e l'elettricità limitate. Le condizioni sono estremamente dure e rimaniamo profondamente preoccupati per la loro sicurezza".
"Il personale di Azione contro la Fame sta lavorando 24 ore su 24 per fornire assistenza umanitaria su piccola scala e localizzata a Gaza, quando è sicuro farlo, e sta sostenendo gli sforzi inter-agenzie per aumentare la risposta umanitaria quando possibile", ha sottolineato l'ong, chiedendo "la fine di tutte le violenze contro i civili" e rinnovando l'appello "per un cessate il fuoco immediato e l'aumento dell'assistenza umanitaria a Gaza".