Questa la convinzione espressa dal vice ministro degli Esteri russo nel suo intervento al Forum di Baku
"Siamo nella fase finale del suicidio energetico dell'Europa". E' la convinzione espressa dal vice ministro degli Esteri russo Alexander Grushko, nel suo intervento alla XV edizione del Forum economico eurasiatico, in corso a Baku. E che siamo entrati in questa fase, ha denunciato il numero due della diplomazia di Mosca, lo dimostra "la reazione di assoluta impassibilità dell'Europa di fronte agli attacchi contro i gasdotti Nord Stream 1 e 2, che sono di proprietà russa, ma costituiscono la base della sicurezza energetica dell'Europa".
Grushko ha ricostruito come si è arrivati a questa fase, dall'avvio della cooperazione tra Russia ed Europa per la costruzione dei primi gasdotti alla "rinuncia totale alla libertà da parte europea, scambiata con la dipendenza dagli Stati Uniti".
Nel corso dei decenni "sono stati realizzati decine di progetti" nell'ambito della cooperazione tra Mosca ed i Paesi europei, progetti che sono stati tenuti "al di fuori del contesto ideologico, c'è stata la Guerra fredda e poi la guerra nella ex Jugoslavia, interi Stati sono scomparsi dalla mappa, ma a nessuno mai è venuto in mente di utilizzare la cooperazione energetica come arma di pressione e anche militare", ha sottolineato il vice ministro degli Esteri russo. Che poi ha lamentato come invece ad un certo punto "gli europei abbiano deciso di rinunciare ai vantaggi che venivano dalla cooperazione con la Russia, mentre gli Stati Uniti sono riusciti a evitare quello che temevano di più: il riavvicinamento tra la Russia e l'Europa".