Il presidente del Consiglio: "Ricostruiremo tutto"
Una bandiera ucraina sventola da una finestra devastata. All’interno si vede un forno microonde che ancora non è stato rimosso. Tutto intorno sono macerie e palazzi anneriti dalle bombe. A Irpin, il sobborgo a nord di Kiev diventato uno dei luoghi simbolo del conflitto ucraino a causa dei massacri di civili scoperti dopo che la città è stata riconquistata dalle forze ucraine a fine marzo, è forte il tanfo di carcassa in decomposizione.
''Avete il mondo dalla vostra parte'', ha dichiarato al capo dell’amministrazione militare della regione di Kiev il premier Mario Draghi attorniato dai suoi colleghi europei. Insieme al presidente del consiglio ci sono anche i leader di Francia, Germania e Romania. Draghi soprattutto ascolta e fa domande al sindaco di Irpin e al capo dell’autorità militare regionale di Kiev che descrivono le atrocità della guerra. Durante la visita, ha poi detto Draghi riferendo il contenuto dei colloqui avuti con le autorità locali, "abbiamo sentito parole di dolore, di speranza ma anche di futuro".
"Molto di ciò che hanno detto riguarda la ricostruzione - ha proseguito Draghi incontrando i giornalisti - Ci hanno presentato un popolo che è stato unito dalla guerra e che ora è in grado di fare cose che forse non avrebbe potuto fare prima". “Rispetto e ammirazione per il popolo ucraino", è stato espresso dal presidente francese Emmanuel Macron. Intorno ai quattro leader, a cui è stato mostrato un video delle distruzioni della guerra, c’è un imponente schieramento delle forze speciali dei rispettivi Paesi oltre ovviamente ai militari ucraini.
A Irpin sono stati dissotterrati circa 300 corpi, come comunicato dall'ufficio del procuratore generale, aggiungendo che di questi, oltre 100 rimangono non identificati. Le immagini dei soccorritori che depongono i corpi dei civili morti coperti da teli bianchi allineandoli per strada fecero il giro del mondo. Una lunga galleria degli orrori, quella denunciata dalle autorità locali, con la denuncia shock di bimbi massacrati con segni di tortura e stupro. Secondo il sindaco di Irpin Alexander Markushin, qui i russi hanno usato munizioni al fosforo. "Ricostruiremo tutto'', ha assicurato Draghi.
(dall'inviato Piero Spinucci)