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Bielorussia, Jenkins (Rand): "Armi nucleari russe messaggio a falchi e a Occidente"

L'annuncio di Vladimir Putin fa parte di "una campagna psicologica continua, non è chiaro se darà un vantaggio militare significativo" nella guerra in Ucraina

Brian Jenkins
Brian Jenkins
31 marzo 2023 | 18.20
LETTURA: 5 minuti

L'annuncio di Vladimir Putin sul dispiegamento di armi nucleari in Bielorussia fa parte di "una campagna psicologica continua", che contiene "molteplici messaggi per diversi pubblici", ai 'falchi' per accontentarli e all'Occidente per creare allarme e distogliere dal fallimento della guerra in Ucraina. E' l'analisi che Brian Jenkins, esperto della Rand corporation, fa all'Adnkronos, nel giorno in cui il presidente bielorusso Aleksander Lukashenko ribadisce che quelle armi servono a proteggere il Paese dalle minacce dell'Occidente.

"Le minacce nucleari possono placare i falchi russi che vogliono che Putin si tolga i guanti e usi qualsiasi tattica e arma necessaria per porre fine alla resistenza ucraina - spiega Jenkins - Agitando questa minaccia, cosa che Putin ha fatto ripetutamente, anche se con cautela, negli ultimi mesi, si rivolge al pubblico occidentale. Distrae dai fallimenti militari di Mosca, ricordando a tutti che la Russia è ancora una forte potenza nucleare".

Secondo l'analista del think tank vicino al Pentagono, "l'obiettivo è creare allarme per il fatto che la guerra in Ucraina potrebbe degenerare in una guerra nucleare generale che sarebbe disastrosa per tutta l'umanità. Questo dà anche copertura umanitaria a coloro che sostengono che la guerra dovrebbe essere fermata, se necessario abbandonando l'Ucraina. Ha anche l'effetto pratico di scoraggiare l'Occidente dal fornire armi che permetterebbero all'Ucraina di colpire in profondità la Russia".

Poi, ad avviso di Jenkins, esiste anche "una terza parte del messaggio: il dispiegamento di armi nucleari in Bielorussia ripristinerebbe una situazione che esisteva fino alla metà degli anni Novanta, quando le ultime testate nucleari sovietiche furono restituite alla Russia dalla Bielorussia. Erano state dispiegate quando la Bielorussia faceva ancora parte dell'Unione Sovietica. In modo simbolico, il loro ri-dispiegamento riporta la Bielorussia sotto la sovranità di Mosca. Ciò contribuisce all'ambizione a lungo termine di Putin di ripristinare l'Unione Sovietica".

La Russia, ricostruisce l'analista americano, "può vincere la guerra in Ucraina sconfiggendo le forze ucraine o superando la determinazione dell'Occidente a continuare a sostenere l'Ucraina: il primo scenario richiede un successo sul campo di battaglia che - nonostante i rinforzi, i nuovi comandanti e le promesse di nuove offensive, per non parlare delle pesanti perdite - le forze russe non sono state in grado di realizzare". Jenkins sottolinea come "la superiorità numerica della Russia potrebbe ancora permetterle di prevalere militarmente, ma l'invasione si sta trasformando in una guerra prolungata, che imporrà difficoltà alla Russia. Si pensa che i russi siano bravi a soffrire, ma hanno bisogno di motivazioni".

Nel secondo scenario, invece, secondo l'analista, "Putin potrebbe puntare più sulla stanchezza della guerra e sulla paura che si rompa l'alleanza occidentale, che è fondamentale per la sopravvivenza dell'Ucraina".

Ed è qui che entrano in gioco le minacce nucleari. "La maggior parte della propaganda in tempo di guerra è rivolta al fronte interno - ricorda Jenkins - La guerra in Ucraina è stata reimpostata come una minaccia esistenziale per la Russia stessa, che richiede un immenso sforzo nazionale equivalente alla Grande Guerra Patriottica contro gli invasori nazisti, o che si spinge più indietro nel tempo fino ad Alexander Nevsky, il principe di Novgorod, che nel XIII secolo difese le terre e la religione russa contro gli invasori tedeschi e svedesi".

Il richiamo alle armi nucleari sottolinea "la gravità delle circostanze attuali". sostiene l'analista, che cita "un recente video trasmesso dalla televisione russa che ripercorre diversi secoli, esaltando la resistenza russa e la fede ortodossa. Ed esalta anche la 'morte' una parola che ricorre più volte nei testi che risuonano" nel video. "La clip ricorda il film 'Alexander Nevskij' del 1938, che rifletteva la situazione politica alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale - racconta Jenkins - Il messaggio era che sarebbe spettato alla gente comune difendere la Madre Russia. La musica del film è stata composta dal famoso compositore russo Sergei Prokofiev, che risuona anche nel video" di questi giorni. Secondo l'analista, il messaggio di oggi come allora è che "il popolo russo deve essere pronto al sacrificio".

"Il conflitto contemporaneo - commenta l'analista - si basa tanto sulla manipolazione delle percezioni quanto su ciò che avviene sul campo di battaglia. Credo che Putin lo capisca. Resta da vedere se riuscirà a compensare il fallimento militare".

Jenkins sottolinea poi come "non sia chiaro se il dispiegamento di armi tattiche nucleari russe in Bielorussa porterà fondamentalmente un vantaggio militare significativo" in Ucraina, l'annuncio di Putin "non ha fornito alcun dettaglio su cosa verrà dispiegato e quando".

"Se le armi nucleari saranno dispiegate in Bielorussia, quasi certamente rimarranno sotto il controllo russo. La Russia probabilmente schiererebbe una o più 'Brigate missilistiche strategiche', dotate di missili balistici a corto raggio Iskander che possono essere armati con testate nucleari tattiche - ragiona - Anche i piloti bielorussi possono essere addestrati all'uso di armi nucleari, come ha suggerito Minsk, ma non è probabile vedere bombardieri bielorussi armati di armi nucleari seduti sulla pista e pronti a decollare all'istante. La sicurezza delle testate nucleari è una preoccupazione per tutti gli Stati dotati di armi nucleari. In Bielorussia, saranno sotto la supervisione russa e sorvegliate dalle truppe russe, che si trovano nel Paese dall'inizio del 2022".

Ma "non è chiaro" se tutto questo avrà un impatto sulla guerra in corso. In questa fase, ricorda l'analista, "la Russia può lanciare missili in Ucraina sia dal territorio russo sia dalla Crimea che da altre zone occupate dell'Ucraina". Il dispiegamento delle armi in Bielorussia "porterà alcune parti dell'Ucraina nel raggio d'azione e ridurrà il tempo di volo, ma il missile Iskander vola a più di 7.000 km/h. Per colpire un bersaglio a 500 chilometri di distanza occorrono circa quattro minuti e mezzo. La Russia ha utilizzato in Ucraina anche i suoi missili ipersonici, che secondo quanto riferito possono raggiungere una velocità di 12.000 km/h".

E secondo Jenkins, "lo schieramento non altera in modo significativo la minaccia complessiva per l'Europa, ma significa che Polonia, Lituania e Lettonia sono ancora più in prima linea se la Russia decidesse di attaccare la Nato. Tuttavia, la Russia ha schierato da diversi anni i missili Iskander nell'exclave di Kaliningrad, il che significa che la Polonia e le repubbliche baltiche sono già nel raggio d'azione delle armi nucleari tattiche russe sparate da Kaliningrad o dallo stesso territorio russo".

Ovviamente, chiosa, "non possiamo ignorare questa minaccia nucleare, non dovremmo ignorare nessuna minaccia nucleare: anche se crediamo che queste dichiarazioni siano fatte per scopi psicologici, riflettono una mentalità pericolosa".

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