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Attentato a Prilepin, l'editrice italiana: "Non liquidarlo come propagandista, grande scrittore"

Di Sora (Voland): "Pregiudizi anche su Dostoevskij, nostro catalogo non cambia"

(Afp) - (Afp)
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06 maggio 2023 | 15.45
LETTURA: 1 minuti

Non si può liquidare Zakhar Prilepin come un propagandista. Come Daria Dugina o Vladen Tatarsky. Lui è anche un grande scrittore”, afferma in una intervista all’Adnkronos Daniela Di Sora, fondatrice di Voland, la casa editrice che ha pubblicato in Italia Patologie, Sankia, Il Peccato e Il monastero, poche ore dopo l'attentato nel quale è rimasto ferito in Russia.

Zakhar, che fra l’altro non è il suo nome vero, ma uno pseudonimo scelto per presentarsi come persona semplice, per ricordare i servi della gleba, “è una persona infinitamente più complessa”. Non ha solo combattuto nel Donbass al fianco dei filorussi, ma ha anche, in passato, lavorato con Anna Politkovkaya a Literateraturnaya Gazeta, manifestato con Aleksei Navalny. E ha scritto romanzi, ricorda Di Sora, denunciando come "sia diventato troppo difficile in Italia oggi parlare dell’attualità legata alla guerra in corso".

Guerra che, fra l’altro, aggiunge, “ha cambiato profondamente” il lavoro di una casa editrice come Voland, cosi attenta verso la letteratura dei Paesi che vi sono coinvolti. “Qualunque autore russo soffre di pregiudizi. Perfino Dostoevskij. Figuriamoci Prilepin che è personalmente e oggettivamente coinvolto e che, anche a parte la guerra, ha posizioni politiche che non condivido e non posso condividere”.

“Io posso davvero giudicare Prilepin solo come scrittore”, sottolinea l’editrice, che sta per pubblicare anche Aleksander Solzhenicyn e Andrei Siniavsky. Il catalogo di Voland “non cambia, ho scelto la letteratura”.

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