L'autopsia effettuata sul corpo dell'autista polacco Lukasz Urban, prima vittima del terrorista Anis Amri a Berlino, ha rivelato che Amri gli aveva sparato, colpendolo alla testa, e lo aveva pugnalato tra le 16.30 e le 17.30 il giorno dell'attentato. A riferirne è stata la 'Bild' precisando che secondo le analisi condotte il 37enne aveva perso molto sangue a causa di quelle ferite. Questo non esclude che il cittadino polacco fosse ancora vivo al momento in cui Amri ha lanciato il suo Tir carico contro la folla riunita nel mercatino sulla Breitscheidplatz. Secondo i medici Urban poteva essere ancora cosciente ma non in grado di agire per fermare l'attentatore, scrive la Bild citando l'esito dell'autopsia e precisando che le tracce trovate sul volante del camion e che hanno lasciato pensare ad un intervento volontario dell'uomo possano in vece essere state lasciate al momento del violento impatto del Tir.