"Tanti i civili morti, chi ha potuto come noi è fuggito con un taxi il più lontano possibile"
"Un'esplosione grande, fortissima, violenta. L'abbiamo sentita bene, veniva proprio dal punto in cui si trovavano gli americani, al di fuori dell'aeroporto. Io e la mia famiglia eravamo lì vicino coi nostri due bambini, ci stiamo da quattro giorni in attesa di essere imbarcati su un volo che da Kabul ci porti in Italia. Tanti i civili come noi morti, chi ha potuto come noi è fuggito con un taxi il più lontano possibile". E' il racconto all'Adnkronos di Sayed, ex interprete e capitano dell'esercito afghano, a pochi minuti dall'attentato all'aeroporto di Kabul.
"Adesso abbiamo paura, le nostre speranze sono ormai minime - dice - Riusciremo mai a lasciare il Paese? Come potremmo venire in Italia così? Si respirava già un'aria brutta, noi sappiamo bene che qui non c'è più tempo. Tra i morti e i tanti feriti ci sono anche civili, persone che come noi aspettavano di poter partire".
(di Silvia Mancinelli)