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Afghanistan, drone Usa uccide due terroristi dell'Isis-K

Prima rappresaglia statunitense dopo gli attentati di Kabul. Ucciso un "pianificatore" Isis. Talebani prendono il controllo dell'aeroporto

Foto Fotogramma
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28 agosto 2021 | 07.25
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Prima rappresaglia Usa contro l'Isis-K, l'organizzazione terroristica affiliata allo Stato islamico, che ha rivendicato l'attacco di giovedì all'aeroporto di Kabul in Afghanistan. Due esponenti dell'Isis-K (Provincia del Khorasan) sono stati uccisi e uno ferito nel raid condotto da un drone americano sull'est del Paese. Lo ha reso noto il vice direttore per le operazioni regionali degli Stati Maggiori Riuniti, il generale William Taylor, nel corso di un briefing. Taylor, riferendosi alle vittime, ha parlato di "obiettivi di alto livello" ma non li ha identificati. Il generale ha anche confermato che gli Usa non hanno notizie di vittime civili causate dal raid.

Il portavoce del Central Comand, Bill Urban, aveva riferito stamattina dell'uccisione di un "pianificatore" dell'Isis-K nella provincia afghana di Nangarhar. Secondo una fonte della Difesa citata dalla Cnn, l'obiettivo del raid si trovava in un compound nella zona di Jalalabad, nella provincia orientale di Nangarhar. L'individuo - non identificato - ero noto agli Stati Uniti, ma le nuove notizie di intelligence filtrate sul suo conto dopo l'attacco all'aeroporto hanno convinto sulla necessità di colpirlo. Sempre secondo la fonte, il compound era sotto sorveglianza e l'autorizzazione al raid è stata data solo dopo che la moglie e i figli avevano lasciato l'area.

I Talebani hanno intanto annunciato l'arresto di due membri dell'Isis-K. Lo ha detto al Washington Post un portavoce dei Talebani, Qari Muhammad Yousaf Ahmadi, il quale non ha fornito dettagli né specificato se i due abbiano collegamenti con la strage. "Sono sotto indagine", si è limitato a dichiarare.

Nell'attacco di giovedì nei pressi dell'Abbey Gate dell'aeroporto di Kabul, durante le operazioni di evacuazione dalla capitale afghana, sono state uccise centinaia di persone, tra le quali 13 militari Usa. La risposta americana agli attentati era stata preannunciata dal presidente Joe Biden nella sua prima conferenza dopo i fatti di giovedì: "A coloro che hanno compiuto questo attacco: non perdoneremo, non dimenticheremo. Vi daremo la caccia e ve la faremo pagare. Difenderò i nostri interessi e la nostra gente con ogni mezzo a mia disposizione", aveva detto Biden, spiegando di avere ordinato ai vertici militari di "sviluppare piani operativi per colpire obiettivi dell'Isis-K, la leadership e le strutture. Risponderemo con forza e precisione, quando decideremo, in un luogo che individueremo e in una maniera che definiremo".

Pentagono: "Minacce a nostre forze reali e significative"

"Le minacce alle nostre forze e a quest'operazione restano reali e significative", ha ribadito il Pentagono riferendosi alle operazioni di evacuazione da Kabul. Sono finora oltre 117mila, tra cui 5.400 americani, le persone che gli Stati Uniti hanno evacuato dall'Afghanistan. Lo ha reso noto il vice direttore per le operazioni regionali degli Stati Maggiori Riuniti, il generale William Taylor, nel corso di un briefing. Il generale ha precisato che 6.800 persone sono state evacuate ieri e circa 1.400 dovrebbero essere portate fuori dall'Afghanistan oggi.

Talebani prendono il controllo dell'aeroporto

I Talebani hanno preso il controllo delle aree dell'aeroporto di Kabul lasciate dalle forze straniere che hanno completato l'evacuazione dall'Afghanistan, ha reso noto l'agenzia afghana Pajhwok rilanciata dalla Tass.

Critica a vertici politici e militari, sospeso alto ufficiale Marines

Un alto ufficiale dei Marines in servizio attivo è stato sospeso dai suoi incarichi per avere criticato la leadership militare e politica dopo l'attentato di Kabul. Il tenente colonnello Stuart Scheller, rivela Cbs News, dopo l'attentato aveva postato su Facebook un video nel quale chiedeva ai suoi comandanti militari e ai responsabili politici di rendere conto degli errori compiuti durante il ritiro dall'Afghanistan. Scheller aveva anche riferito che uno dei marine uccisi nell'attacco era una persona a lui vicina.

"Le persone sono arrabbiate perché i loro leader li hanno abbandonati e nessuno di loro sta alzando la mano per assumersi la responsabilità e dire che abbiamo fatto un casino", ha affermato l'ufficiale nel video. Tra i bersagli delle sue critiche il segretario alla Difesa, Lloyd Austin, e il militare più alto in grado, il generale Mark Milley, capo degli Stati Maggiori Riuniti, per aver testimoniato che le Forze nazionali afghane avrebbero resistito e per avere permesso la chiusura della Base aerea di Bagram, ex roccaforte Usa in Afghanistan, costringendo i militari statunitensi ed occidentali a compiere l'evacuazione dei civili dall'aeroporto di Kabul.

In un successivo post pubblicato su Facebook venerdì, Scheller ha detto di essere stato sollevato dal suo incarico e che dopo 17 anni di servizio lascerà il corpo dei Marines. Il suo ultimo incarico, assunto a giugno di quest'anno, era di comandate di battaglione per l'addestramento avanzato a Camp LeJeune, in North Carolina.

Gb: "Evacuazione civili termina oggi"

L'operazione britannica di evacuazione dei civili dall'Afghanistan terminerà oggi. Lo ha detto il capo di stato maggiore, il generale General Nick Carter, parlando alla Bbc. "Stiamo raggiungendo la fine dell'evacuazione, che avrà luogo durante la giornata di oggi. E poi sarà necessario portare fuori le nostre truppe con gli aerei rimasti", ha spiegato Carter. "Non siamo stati in grado di fare uscire tutti e questo ci spezza il cuore. Ci sono state delle decisioni molto difficili che sono state prese sul terreno", ha aggiunto il generale.

Intanto, le autorità aeroportuali dello scalo di Kabul hanno interdetto tutti gli ingressi per l’evacuazione degli afghani collaboratori della coalizione alleata. Lo riferiscono fonti di intelligence all'Adnkronos, aggiungendo che i militari Usa che presidiavano i gate dello scalo sono stati sostituiti da miliziani talebani. Contro la chiusura dell'aeroporto sono ora previste proteste da parte della popolazione.

Francia termina ponte aereo, trattative con Talebani per afghani rimasti

Anche la Francia, come la Germania e l'Italia, ha terminato l'operazione per l'evacuazione dei francesi e dei più fragili dall'Afghanistan ma anticipa l'avvio di missioni umanitarie per consentire alle migliaia di afghani che non sono riusciti a partire in questi giorni di partire con altri mezzi. Parigi anticipa che su questo tema saranno avviate trattative con i Talebani.

La missione Apagan avviata il 15 agosto scorso ha consentito di portare via dall'Afghanistan 3mila persone, fra cui un centinaio di francesi e 2600 afghani. Il ponte aereo è terminato ieri sera dato che "non c'erano più le condizioni di sicurezza all'aeroporto di Kabul per il rapido disimpegno delle forze americane", hanno reso noto la ministra della Difesa, Florence Parly e il ministro degli Esteri Jean-Yves Le Drian in un comunicato congiunto. Il personale dell'ambasciata a Kabul ha fatto tappa ad Abu Dhabi prima di arrivare in Francia.

"Proseguiremo i nostri sforzi con i dirigenti Talebani per garantire che non blocchino la partenza, dopo il 31 agosto, di coloro che lo desidereranno", hanno aggiunto i due ministri dopo un primo incontro, giovedì a Doha, in cui i Talebani hanno assicurato che tutti coloro che sono in possesso dei documenti necessari potranno uscire dal Paese e che l'aeroporto civile riaprirà per consentire la ripresa dei voli internazionali. Parigi esclude tuttavia "colloqui politici" con i Talebani e un loro riconoscimento fino a che "non saranno rispettate tutta una serie di condizioni".

Portavoce Talebani: "Mai avrei pensato a vittoria"

"Non avrei mai pensato che avrei visto la vittoria di questa rivoluzione nella mia vita. Ho accettato di poter essere martirizzato in qualsiasi momento. Perché ho sempre tenuto attivo il mio cellulare per lavoro e grazie al mio cellulare mi è sempre stato possibile essere scoperto e preso di mira dagli americani". Lo ha dichiarato il portavoce dei talebani, Zabihullah Mujahid, in un'intervista all'emittente turca Trt, rilanciata su Twitter da Ammar Yasir, membro dell'ufficio politico dei talebani a Doha.

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