Il parlamento ha approvato un emendamento alla Costituzione, dopo la strage di Peshawar a dicembre. Niente appello per i condannati e tornano le esecuzioni capitali. Già sette decapitati, altri due giustiziati domani. Per premier Sharif è una misura straordinaria per un'emergenza straordinaria
Il parlamento pakistano ha approvato un emendamento costituzionale che assegna i processi per terrorismo ad appositi tribunali militari. Oltre i due terzi dei 342 membri dell'Assemblea nazionale hanno votato a favore della misura, dopo che a metà dicembre quasi 150 persone, in gran parte minori, sono state uccise in un attacco terroristico contro una scuola di Peshawar.
Il provvedimento segue anni di denunce da parte delle agenzie di sicurezza sull'inadeguatezza delle leggi finora in vigore in materia di terrorismo. Con gli emendamenti approvati oggi, i sospettati di terrorismo saranno processati da tribunali militari e non avranno diritto all'appello in caso di condanna. La misura ha sollevato molte critiche da parte delle organizzazioni per i diritti umani, ma ha invece messo d'accordo quasi tutti i partiti politici, fatta eccezione per due piccoli partiti religiosi.
Il primo ministro Nawaz Sharif ha difeso la nuova norma, affermando che il ricorso ai tribunali militari è una misura straordinaria dettata dalla necessità di far fronte a una minaccia altrettanto straordinaria. I tribunali saranno operativi per un periodo di due anni e si occuperanno, secondo Sharif, solo dei casi che coinvolgono militanti "irriducibili".
Dopo il massacro di Peshawar, il governo pakistano ha anche sospeso la moratoria sulla pena di morte che era in vigore da sei anni e già sette persone accusate di terrorismo sono state giustiziate. Altre due impiccagioni sono attese per domani, come ha annunciato il ministro dell'Informazione Pervaiz Rashid.