Milano, 23/10/2019 – Si chiama Caviro e da anni mette sulle nostre tavole vini italiani iconici come il Tavernello. Un gruppo di 31 soci, di cui 29 cantine di eccellenze regionali sparse su tutto il territorio nazionale, organizzati nella forma della cooperativa vinicola e diventati, oggi, veri e propri leader in Italia nella produzione e nella commercializzazione vinicola.
Ieri, a Milano, presso la prestigiosa cornice della Fondazione Catella, è stata presentata la prima edizione del Bilancio di Sostenibilità 2019 Caviro, con una tavola rotonda di giornalisti ed esperti ambientali, presieduti dal Direttore Generale SimonPietro Felice .
Il titolo dell’evento, “Il nostro modello di economia circolare”, parla chiaro e fa capire da subito che non si tratta della presentazione del classico bilancio aziendale fatto di numeri e di dati, ma di un progetto più ampio e condiviso da una vera e propria filiera che presidia ogni fase, dalla coltivazione all’imbottigliamento, i vini che beviamo. La parola d’ordine: sostenibilità.
I numeri di Caviro
Nata nel 1966, Caviro tramanda la tradizione del rispetto del lavoro e delle risorse di cui si dispone, ponendo al centro i propri lavoratori. L’amore per la materia prima deve essere sincero e sostenuto da incentivi alla lavorazione equi e soddisfacenti per tutti. Si parla di un totale di 12.800 viticoltori per 36.500 ettari di vitigni coltivati, per la produzione (nel 2018) di 728.000 tonnellate di uva vinificata. Un numero strabiliante che ha permesso di vendere 174 milioni di litri di vino italiano nel mondo, per un ricavo di 330 milioni di euro. Soldi che, per inciso, vengono fatturati in Italia.
Con il modello della cooperazione di cui Caviro si è fatta forte -e che continua a sostenere come migliore modello imprenditoriale-, l’azienda copre oggi il 10% della produzione totale nazionale di vino per ogni fascia di consumo. I vini prodotti, sia che si tratti dei brick da grande distribuzione, sia che si tratti di bottiglie d’eccellenza, sono veri e propri ambasciatori del made in Italy nel mondo.
La sostenibilità secondo Caviro
Il Bilancio di Sostenibilità di Caviro è stato presentato in modo trasparente per definire il lungo percorso di cooperazione e attenzione per l’ambiente che l’azienda ha da sempre portato avanti. Ci sono stati anni passati in cui, infatti, dedicare energie e risorse alla sostenibilità era solo un optional delle aziende più lungimiranti, non un’assoluta necessità economica e morale, com’è oggi.
Già allora, Caviro aveva definito nei propri intenti la gestione sostenibile e il ridotto impatto ambientale in ogni fase di produzione, propositi che oggi si trovano perfettamente in linea con l’Agenda 2030 ONU sugli Obiettivi futuri per raggiungere la Sostenibilità del Pianeta.
Fra questi, Caviro ha prontamente adottato quelli più in linea con il proprio lavoro e con il territorio nazionale, di seguito elencati:
- Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età;
- Assicurare a tutti l’accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni;
- Incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva ed un lavoro dignitoso per tutti;
- Costruire un'infrastruttura resiliente e promuovere l'innovazione ed una industrializzazione equa, responsabile e sostenibile;
- Garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo;
- Promuovere azioni, a tutti i livelli, per combattere il cambiamento climatico;
- Pace, giustizia e istituzioni forti.
Il modello di economia circolare di Caviro
Con quali attività Caviro si impegna a perseguire gli obiettivi internazionali di sostenibilità? La risposta è nel meccanismo dell’economia circolare, ossia quella forma di pieno sfruttamento delle risorse (in questo caso naturali) di cui si ha a disposizione, per la produzione di nuove risorse utilizzabili sia all’interno del circolo chiuso della propria azienda, che spendibili (e vendibili) all’esterno.
Nello specifico, le risorse di cui dispone la cooperativa sono tutte relative agli scarti di produzione vinicola: una filiera di tali dimensioni, infatti, produce migliaia di tonnellate di scarti agroalimentari e non è difficile immaginare come questi, opportunamente recuperati e valorizzati, possano essere trasformati in validi prodotti nobili per il settore agricolo ma anche per l’alimentare e il farmaceutico.
È così che sono nati i gruppi interni di Caviro Extra e di Enomondo, progetti che hanno investito in totale 100 milioni di euro negli ultimi 10 anni in trasformazione degli scarti, con il solo, grande, scopo di ridurre l’impatto ambientale della filiera.
Caviro Extra , infatti, trasforma i residui agroalimentari in acido tartarico naturale, alcol e biometano privo di idrocarburi di origine fossile. Soprattutto quest’ultimo, è una fonte di energia alternativa e al 100% naturale che è riuscita, in breve tempo, a garantire l’autosufficienza energetica all’intera cooperativa Caviro. Ecco un ottimo esempio di economia circolare.
Ancora? La lavorazione dell’uva e le potature del territorio, grazie a Enomondo (in collaborazione con il gruppo Hera), sono trasformate in energia elettrica rinnovabile, anch’essa capace di coprire il 100% del fabbisogno energetico del gruppo Caviro. Persino nella concimazione, la filiera è circolare e chiusa con la produzione e l’utilizzo di fango prodotto dalla depurazione dei reflui interni ed esterni di origine agroalimentare, riutilizzato poi in fase di fertilizzazione. Ed il circolo verde idealmente si chiude, rendendo al terreno ciò che il terreno ci ha donato.
L’adozione di queste pratiche agricole sostenibili è possibile grazie a una solida sicurezza economi-ca e di gestione che si concretizza in continui stimoli a tutti i soci nell’adottare pratiche sostenibili e protettive della biodiversità viticola: azioni più complesse, ma altamente efficaci, che sono state rac-contate nel Bilancio presentato, a libero e gratuito consumo di tutti gli altri produttori italiani.
Per informazioni :
Tel: 0546 629111
e-mail: caviro@caviro.it