E' la prima ricerca sugli effetti psicologici delle misure di prevenzione, tra i 3 ed i 5 anni non capiscono le emozioni
Se le mascherine proteggono dal virus purtroppo schermano anche le nostre emozioni ed i bambini molto piccoli mostrano addirittura di non riuscire a capire le emozioni di tristezza o di felicità. Il team italiano di ricerca guidato da Monica Gori dell'Unit for Visually Impaired People dell’Iit ha infatti verificato che 4 bambini su 10 dai 3 ai 5 anni hanno problemi a riconoscere le emozioni di persone che indossano mascherine chirurgiche. Un effetto collaterale delle misure di prevenzione nell’ambito della emergenza sanitaria Covid-19 che dimostra, per la prima volta, come l'uso delle mascherine potrebbe influenzare il corretto sviluppo delle capacità di interazione sociale nei bambini. Lo studio dei ricercatori dell'Istituto Italiano di Tecnologia é stato pubblicato su Frontiers in Psychology.
Già un documento redatto dall'Organizzazione Mondiale della Sanità e dall'Unicef fornisce una guida ai decisori e alle autorità in contesti pubblici e professionali sull'uso delle maschere per bambini nel contesto della pandemia Covid-19 scoraggiando l'esposizione all'uso di maschere quando si ha a che fare con bambini fino a cinque anni, dal momento che in quella fascia di età si raggiungono importanti traguardi evolutivi. Inoltre anche per bambini di età più avanzata, l’Oms consiglia di valutare attentamente i vantaggi di indossare maschere contro potenziali danni che comprendono problemi sociali, psicologici, di comunicazione e di apprendimento. E lo studio del team di ricerca Iit guidato da Monica Gori si inserisce in questo contesto.
Lo studio italiano dell'Iit "per la prima volta per la fascia di età prescolastica contribuisce a definire le misure che si potranno adottare per ridurre l’impatto dell’uso di mascherine chirurgiche nei bambini. Infatti - sottolinea l'Istituto- anche se tra i 3 e i 5 anni non vige l’obbligo di indossare mascherine, i bambini sono comunque esposti all’uso di tali misure preventive in diversi contesti sociali ed educativi quotidiani". Per la loro analisi, i ricercatori Iit hanno preparato un questionario contente immagini di persone con e senza mascherina e mostrato attraverso un computer, un tablet o uno smartphone a 119 soggetti di cui 31 bambini tra i 3 e i 5 anni, 49 bambini trai 6 e gli 8 anni e 39 adulti tra i 18 e i 30 anni.
Le persone coinvolte nella ricerca dell'Iit - in autonomia o con l’assistenza dei genitori nel caso dei più giovani - dovevano provare a riconoscere le espressioni dei volti, con e senza mascherina chirurgica, che esprimevano diverse emozioni quali: allegria, tristezza, paura e rabbia. I risultati hanno dimostrato come i bambini tra i 3 e i 5 anni siano in grado di riconoscere le espressioni facciali che esprimono felicità e tristezza se coperte dalla mascherina solo il 40% delle volte. Le percentuali salgono se si considerano le altre fasce di età: tra i 6 e gli 8 anni (55-65%) e tra gli adulti (70-80%) ma in generale - rimarcano i ricercatori- si è osservata "una difficolta di tutte le fasce di età" nell'interpretare queste emozioni espresse con il volto parzialmente coperto dalla mascherina.
Per quanto riguarda le altre emozioni, i ricercatori riferiscono che "ci sono stati risultati migliori, ma possiamo dire che la fascia che ha più difficoltà a riconoscere le emozioni espresse con la mascherina rimane quella dei bambini in età prescolare". Monica Gori spiega che "l'esperimento è stato condotto nelle primissime fasi della pandemia nel 2020, le mascherine allora erano ancora una novità per tutti. Speriamo che oggi i bambini siano riusciti ad adattarsi". La scienziata ricorda che "il cervello dei bambini è dotato di grande plasticità e stiamo eseguendo in questi giorni i test per verificare se la comprensione delle emozioni nei bambini sia aumentata o meno".
Maria Bianca Amadeo ricercatrice Iit e co-autrice dello studio sottolinea che "nello studio abbiamo lavorato con bambini e adulti che non presentavano alcun tipo di disabilità". "Ovviamente - aggiunge- queste osservazioni risultano ancora più importanti quando si parla di bambini affetti da disabilità che implicano difficoltà di interazione sociale".
"Ad esempio - rileva Lucia Schiatti, ricercatrice Iit e co-autrice della ricerca- le disabilità visive implicano già grosse difficoltà nelle interazioni sociali, per questi soggetti sarà ancora più importante concentrarsi su possibili misure preventive o attività di riabilitazione specifiche".
Nei prossimi anni saranno fondamentali i lavori mirati a indagare quale sia stato l’effettivo impatto di questa misura precauzionale sanitaria sulla capacità di interagire dei bambini sia affetti da disabilità che bambini senza disabilità, ma nel frattempo lo studio Iit suggerisce di valutare l’utilizzo di mascherine trasparenti per tutti gli operatori a contatto con la fascia di età 3-5 anni o l’ideazione di percorsi di training specifici per insegnare ai bambini il riconoscimento delle emozioni solo mediante l’osservazione degli occhi.