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Mercatone Uno fallisce

Chiudono i 55 punti vendita, i 1800 lavoratori sono venuti a saperlo da Facebook. La rabbia dei sindacati. Di Maio: "Lunedì tavolo, salvaguardare posti". Salvini: "Impegno personale per soluzione". Zingaretti: "Vergogna, non li lasceremo soli"

(Fotogramma)
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25 maggio 2019 | 15.13
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Doccia gelata per i lavoratori della Mercatone Uno. Shernon Holding, la società che meno di un anno fa aveva acquisito 55 punti vendita dello storico marchio, nato a Imola nel bolognese a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta, finito di recente in amministrazione straordinaria, annuncia un comunicato della Filcams-Cgil di Reggio Emilia, è stata infatti dichiarata fallita dal tribunale di Milano. I lavoratori hanno appreso della chiusura dei negozi da Facebook.

La chiusura di Mercatone Uno ''calpesta la dignità dei lavoratori'', fanno sapere dal ministero dello Sviluppo Economico che, insieme al ministro, Luigi Di Maio, ''prendono atto con estrema preoccupazione del fallimento dichiarato dal tribunale di Milano della Shernon Holding Srl, società di proprietà al 100% della maltese Star Alliance Limited, e della successiva chiusura dei punti vendita in tutta Italia". ''È prioritario salvaguardare i livelli occupazionali e gli asset'' del Mercatone uno, afferma il Mise in una nota, e ''verificare le responsabilità della proprietà, designata il 18 maggio 2018 prima dell'insediamento del Governo, in merito alla gestione di quest'ultimi''. Al ministero dello Sviluppo economico, si ricorda, era già stato convocato un tavolo il 30 maggio ma sarà anticipato al 27. ''La priorità assoluta del ministro, Luigi Di Maio, e del Mise sono i circa 1.800 lavoratori coinvolti, a cui oggi è stata calpestata la dignità. Vista la delicatezza della questione si attendono tutti i rilievi del tribunale per capire puntualmente come dare risposte immediate''."Da ministro del Lavoro non posso che essere preoccupato per la notizia della chiusura dei punti vendita Mercatone Uno in tutta Italia a causa del fallimento della Shernon Holding Srl" scrive Luigi Di Maio su Facebook. "Ma non basta. Non è possibile che 1800 lavoratrici e lavoratori, oggi, in Italia, si ritrovino senza lavoro dal giorno alla notte e siano costretti a scoprirlo da un passaparola tra colleghi". "Anche per questo ho deciso di anticipare a dopodomani, lunedì 27 maggio, il tavolo che servirà prima di tutto a salvaguardare i posti di lavoro dei dipendenti di Mercatone Uno, ma anche a fare chiarezza sulla responsabilità della proprietà nella loro gestione. Su questo mi aspetto responsabilità e collaborazione da parte di tutti. Do quindi appuntamento a tutti al tavolo ministeriale di lunedì".

Sulla vicenda è intervenuto il vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini. "Mi impegnerò personalmente incontrando sindacati, lavoratori, fornitori e proprietà, non si possono lasciare dipendenti a casa senza rispettare gli impegni presi - ha detto -. Anche su questo la nuova Europa che nascerà domani dovrà essere più forte nel difendere il lavoro".

"È una vergogna, una crisi aziendale non può essere gestita in questo modo" attacca il segretario Pd Nicola Zingaretti. "Solidarietà ai lavoratori e alle loro famiglie. La vita vera demolisce la politica del governo fatta solo di tweet. Non vi lasceremo soli #MercatoneUno". Il senatore Edoardo Patriarca, capogruppo Pd in Commissione Lavoro, annuncia che la prossima settimana presenterà un'interrogazione. "Uno rompe il silenzio elettorale, l'altro non si accorge di un fallimento che lascia per strada 1.800 persone - twitta Carlo Calenda -. Sono i due Vicepremier, nessuno dei due ha mai lavorato, nessuno dei due ha capito come si lavora o come ci si comporta nelle istituzioni @matteosalvinimi @luigidimaio". "Chiediamo al ministro Di Maio di venire alla Camera a riferire sulla gravissima crisi di Mercatone Uno" ribadisce il capogruppo democratico alla Camera, Graziano Delrio. "È inconcepibile che 1900 dipendenti si ritrovino dalla sera alla mattina senza lavoro. Il governo impegnato in questi mesi in una infinita campagna elettorale si è colpevolmente dimenticato del Paese e dei suoi problemi". "Ora che la crisi è scoppiata assistiamo alla solita gara di annunci e promesse. Il ministro venga in aula a chiarire responsabilità e ragioni della pessima gestione di questa vicenda. Non tollereremo che il costo di tutto ciò sia scaricato sui lavoratori".

''Da mesi c'erano avvisaglie sulla poca serietà della cordata che aveva acquisito la catena dei negozi" fa notare Nicola Fratoianni, leader de 'La Sinistra'. "Tanto che io stesso avevo visitato due punti vendita, uno in Toscana e uno in Abruzzo, con due interrogazioni al ministro di Maio per avvertire dei rischi che i lavoratori mi avevano illustrato. Perché non è intervenuto a quel tempo il governo?".

LA CRISI - La situazione di crisi relativa a Mercatone Uno, 1.800 dipendenti, era approdata al Mise che per il 30 maggio aveva convocato un tavolo ad hoc. La Shernon Holding aveva acquisito i 55 punti vendita sparsi nel Paese meno di un anno fa e circa un mese fa aveva presentato domanda di ammissione al concordato preventivo. "Non c'è stata nessuna comunicazione ufficiale da parte dell'azienda", spiega Luca Chierici, segretario della Filcams di Reggio Emilia. Ed è allarme tra i lavoratori, che questa mattina hanno trovato i punti vendita chiusi. Sono oltre 1.800 i dipendenti Mercatone Uno sparsi in giro per il Paese. Solo tra Bologna e provincia, oltre al quartier generale di Imola con le sue circa 60 unità di personale, Mercatone Uno conta due negozi tra il capoluogo e San Giorgio di Piano (altre 70 lavoratori), cui si sommano una quindicina di addetti nella logistica e i lavoratori di Coop di appalto (un centinaio). Davanti a numerosi negozi chiusi sono in corso presidi e sit-in dei lavoratori.

I SINDACATI - Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs si sono, scrivono in una nota unitaria, "già attivate presso il Mise per avere un incontro in tempi brevi con l'Amministrazione Straordinaria di Mercatone e con il Curatore Fallimentare di Shernon". "E' urgente ed indispensabile l'intervento del Mise per salvaguardare i lavoratori e preservare il futuro delle loro famiglie". "Dopo anni di incertezza, Shernon aveva rappresentato il lumino nel quale tutti avevano riposto le loro speranze e la propria capacità di progettare un futuro. Il fallimento sembra aver reso nulli i sacrifici e gettato le maestranze in uno stato di profonda angoscia". "Serve un intervento tempestivo e garante" chiedono i sindacati, annunciando di essersi già attivati a Mise per incontro con l'amministrazione straordinaria di Mercatone Uno e con il curatore fallimentare di Shernon. I negozi Mercatone uno sono stati ''chiusi di notte, come nelle peggiori storie operaie''.

''Una volta erano le fabbriche a lasciare gli ignari lavoratori fuori dai cancelli incatenati, ora siamo passati al commercio''. E' quanto afferma il componente dell'esecutivo Cobas, Francesco Iacovone, in una nota. La società che aveva acquisito i 55 punti vendita del marchio emiliano nell'agosto del 2018, ricorda il sindacalista, aveva annunciato un piano di rilancio. Poi la domanda di ammissione al concordato preventivo in continuità e la garanzia della tenuta occupazionale fino al 30 maggio. E infine la sentenza del tribunale di Milano, che ha decretato il fallimento della holding''. La chiusura dei negozi è stata ''surreale, con i lavoratori che hanno appreso il tutto attraverso il tam tam sui social''. ''Un vero affronto alla dignità di chi si guadagna da vivere con il lavoro'', sottolinea Iacovone.

“La convocazione al Mise dei sindacati, dell’azienda, dei commissari fallimentari e del curatore fallimentare di Shernon deve essere il primo passo per trovare una soluzione al fallimento della società proprietaria di Mercatone Uno e mettere tutti di fronte alle proprie responsabilità”. Così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, in una nota. “Gli accordi - aggiunge il numero uno della Cgil - vanno sempre rispettati, a maggior ragione se vengono presi di fronte al governo che è garante delle promesse fatte da un’azienda, che non può permettersi di prendere in giro lavoratori e ministero”. “È intollerabile è vergognoso - prosegue Landini - che 1800 lavoratori e le loro famiglie siano venute a conoscenza del fallimento via Facebook. Adesso è urgente avere assicurazioni sulla salvaguardia dei posti di lavoro e preservare il futuro dei lavoratori e delle loro famiglie”. “Mi auguro - conclude il segretario generale della Cgil - che il governo si attivi immediatamente, non solo per richiamare i proprietari e i curatori alle proprie responsabilità, ma per individuare soluzioni produttive per l’azienda e mettere a disposizione dei lavoratori la indispensabile strumentazione di sostegno”.

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