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Manovra 2022, nuove regole reddito cittadinanza: quando viene cancellato

Sospensione dopo il secondo rifiuto di lavoro, l'importo diminuisce dopo il primo no

(Fotogramma)
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28 ottobre 2021 | 16.17
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Reddito di cittadinanza cancellato dopo il rifiuto della seconda proposta di lavoro. Cambia ancora il reddito di cittadinanza nella manovra 2022, come spiega il premier Mario Draghi nella conferenza stampa successiva al consiglio dei ministri che ha dato il via libera alla legge di bilancio.

"Condivido il principio" del reddito di cittadinanza, dice Draghi, "bisogna che sia esente da abusi e che non sia d’intralcio al buon funzionamento del mercato di lavoro. I vari provvedimenti di controllo che verranno dettagliati dovrebbero assicurare il raggiungimento del primo obiettivo. I controlli saranno molto più precisi e dovranno essere soddisfatti prima della percezione del reddito. Il sistema di controlli deve assicurare che anche il secondo obiettivo venga raggiunto, per quanto riguarda gli occupabili, e che non sia un ostacolo all’accettazione di proposte di lavoro".

"In precedenza, se il percettore avesse accettato l’offerta avrebbe perso tutto il reddito di cittadinanza. Oggi invece questo è graduato, in modo tale che ci sia l’incentivo ad accettare l’offerta di lavoro. E’ importante controllare che abbia ricevuto l’offerta di lavoro e l’abbia rifiutata prima che cominci il decalage: su questo stiamo ancora ragionando, il sistema precedente non ha funzionato. Deve essere mantenuto lo spirito del reddito di cittadinanza che è diverso da quello del sussidio di disoccupazione”. Il reddito "non deve ostacolare il funzionamento del mercato del lavoro, cosa che invece c’è stata".

Il centrodestra, in Cdm, avrebbe chiesto uno stop all'assegno del reddito di cittadinanza dopo il primo rifiuto di una offerta di lavoro, con decalage a partire dal sesto mese per tutti, indipendentemente da eventuali proposte di impiego pervenute. Alla fine il testo è rimasto invariato: la sospensione arriva dopo il secondo no, non più dal terzo, e il decalage parte dopo il primo rifiuto. Si prevede, inoltre, che la domanda di Rdc resa dall’interessato all’Inps per sé e tutti i componenti maggiorenni del nucleo equivalga alla "dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro, ed è trasmessa dall’Inps all’Anpal, ai fini dell’inserimento nel sistema informativo unitario delle politiche del lavoro".

L'autorizzazione di spesa, è incrementata di 1.065,3 milioni di euro per l’anno 2022, 1.064,9 milioni di euro per l’anno 2023, 1.064,4 milioni di euro per l’anno 2024, 1.063,5 milioni di euro annui per l’anno 2025, 1.062,8 milioni di euro per l’anno 2026, 1.062,3 milioni di euro per l’anno 2027, 1.061,5 milioni di euro per l’anno 2028, 1.061,7 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2029. La legge di bilancio introduce, inoltre, una serie di modiche alla legge del 2019 per il riordino della disciplina del Rdc.

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