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Gas dalla Russia, Putin sta chiudendo i rubinetti?

Le riduzioni alle forniture a Germania e Italia, comunicate da Gazprom, possono diventare una strategia

Gas dalla Russia, Putin sta chiudendo i rubinetti?
15 giugno 2022 | 14.32
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Due indizi ancora non fanno una prova. Ma manca poco. La domanda che ricorre, in queste ore, è se Putin stia utilizzando i rubinetti del gas esportato dalla Russia come ulteriore arma di pressione verso l'Europa. La risposta arriverà solo con le prossime mosse, che diranno se le avvisaglie di queste ore diventeranno una strategia. Come sembra probabile.

Ieri Gazprom ha annunciato la riduzione di oltre il 40% la sua capacità di consegna giornaliera di gas alla Germania, tramite il gasdotto Nord Stream, e oggi ha comunicato a Eni una limitata riduzione delle forniture di gas per la giornata di oggi, pari a circa il 15%. Un portavoce del gruppo ha riferito all'Adnkronos che "le ragioni della diminuzione non sono state al momento notificate" e che Eni "sta costantemente monitorando la situazione".

Se arrivano rassicurazioni dai canali istituzionali, "non c'è alcuna indicazione al momento di rischi sulle forniture energetiche" ha detto Tim McPhie, portavoce della Commissione Ue, arrivano anche le prime valutazioni esplicite rispetto al fatto che quelle sul gas russo siano "decisioni politiche e non tecniche", come ha sostenuto il vice cancelliere tedesco Robert Habeck.

Sicuramente, il livello dei consumi di gas attuale non fa preoccupare rispetto alle ripercussioni nell'immediato delle decisioni russe. "L’andamento dei flussi di gas è costantemente monitorato in collaborazione con gli operatori e al momento non si riscontrano criticità", certifica il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani. Fossimo in inverno, ogni riduzione delle forniture avrebbe invece un impatto più consistente. Certo, in prospettiva, guardando agli stoccaggi e alla prossima stagione fredda, se i tagli diventassero strutturali aprirebbero una falla negli approvvigionamenti, che per l'Italia dipendono ancora in buona parte da Mosca.

Il tema è ovviamente europeo e le contromisure devono partire da Bruxelles. Mentre si discute ancora sul tetto al prezzo del gas, una proposta su cui il governo italiano è fortemente impegnato, un passo è stato fatto con un accordo firmato tra Unione Europea, Egitto e Israele. "Lavoreremo per consegne stabili all'Ue di gas naturale dalla regione del Mediterraneo Orientale", cosa che "contribuirà alla sicurezza energetica dell'Unione", ha sintetizzato via social la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen dall'Egitto, dove si trova in missione per incontrare il presidente Abdel Fattah al-Sisi.

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