Così l'amministratore della società Ponte sullo Stretto, durante il suo intervento all’incontro ‘Il Ponte sullo Stretto, una sfida necessaria’
"Nel 2008 quando la società è ripartita i costi del Ponte erano quantificati in circa 6 miliardi, da allora a oggi sono passati quasi 15 anni ed è presumibile che questa cifra sia molto aumentata. Non credo di sbagliare di tanto dicendo che dovrebbe essere quasi il doppio, ma ovviamente la mia è una considerazione non tecnica". Lo ha detto Vincenzo Fortunato, amministratore della società Ponte sullo Stretto, durante il suo intervento all’incontro ‘Il Ponte sullo Stretto, una sfida necessaria’, nato dalla collaborazione tra Fondazione Magna Grecia e Fondazione Sicilia.
Come potrà essere pagato? "Ci sarà una parte di autofinanziamento - ha spiegato -. Nel 2008 era del 60 per cento, oggi presumibilmente dovrà essere inferiore ma questo dipende molto dagli studi dei flussi, che sono in corso, e dai pedaggi. Immaginando che il pedaggio non superi quello che oggi è il costo dell’attraversamento con i traghetti, gli studi di Rfi e Trenitalia immaginano una finanziabilità intorno al 40 percento, la restante parte dovrà essere finanziata con contributi statali, comunitari e regionali. La politica deciderà".
"Dal 2001 ci sono stati due blocchi, adesso mi sembra che le intenzioni siano serie. Il percorso amministrativo non è semplice ma dovrebbe portare entro luglio del 2024 all'approvazione del progetto e, quindi, alla possibilità di aprire i cantieri" continua ancora l' amministratore della Società Ponte sullo Stretto.
"Nel 2006 c'è stata una scelta politica di sospensione - ha ricordato -, si è ripreso nel 2008 e poi nel 2013 si è bloccato in maniera definitiva, con la revoca della concessione. Adesso c'è una scelta politica di segno opposto, ovviamente ci sono tanti problemi amministrativi, tecnici, giuridici ma tutti a mio parere risolvibili".