Gli esercenti riceverebbero una commissione proprio come oggi avviene con le banche. Ma con o senza acquisto contestuale di un prodotto o di un servizio?
All’inizio furono le Golia - o le Goleador, a seconda delle generazioni. Un resto in natura per le piccole transazioni al bar o al negozio di alimentari, arrotondando con il valore delle caramelle all’intero successivo. Poi la faccenda si è notevolmente evoluta, soprattutto all’estero. Ovvero la possibilità di pagare un valore più alto del prezzo del bene o del servizio che si sta acquistando con carta di credito o di debito in un negozio e di ricevere il resto in contanti. Prima che la parola venisse occupata dall’iniziativa di reward statale per incentivare l’uso di moneta digitale, il cashback era esattamente questo: pago con carta, ricevo cash (contante) indietro (back). Servizio di uso comune negli Usa, dove gli ATM delle banche non sono diffusi come in Italia e dove invece imperversano i totem gestiti da società varie, da cui è possibile prelevare contante ma spesso con commissioni elevatissime.
Ora ci si potrebbe preparare anche in Italia ad accogliere questa rivoluzione: i i prelievi in negozio. Così come recita la proposta avanzata da Bancomat Spa all’Antitrust. A contribuire, una serie di dati e riforme relative, appunto, ai prelievi da ATM. A dicembre l’Autorità Garante delle concorrenza e del mercato aveva annunciato una liberalizzazione delle commissioni sul prelievo, decisa dalla banca che possiede lo sportello, in modo da eliminare la commissione interbancaria. Questo perché alle banche non conviene economicamente mantenere la possibilità di prelevare a sportello. Infatti, secondo i dati diffusi da Bancomat, il 75% dei prelievi sul territorio italiano avviene allo sportello della propria banca, e quindi senza commissioni - vale a dire senza nessun tipo di remunerazione per l’istituto che sopporta i costi di gestione e manutenzione dell’ATM. Solo il 25% dei prelievi avviene in un altro istituto rispetto a quello di emissione della carta, ma anche qui la banca che gestisce l’ATM incassa una commissione fissa di 49 centesimi a operazione, non sufficiente e sostenere i costi. Tanto che alcuni colossi bancari, tra cui Ing, stanno pensando di chiudere definitivamente le loro casse automatiche.
I prelievi al bancomat sono resi complessi anche dalla riduzione progressiva degli sportelli bancari. Secondo i dati del Centro studi Uilca Orietta Guerra dal 2015 al 2020 in Italia si è registrata una contrazione degli sportelli del 22,4% e i dipendenti hanno subito un calo del 9,1%. Trend che coinvolge tutta l’Europa, in misura anche maggiore: dal 2011 al 2019, nei 27 Paesi dell'Unione europea, la una riduzione complessiva degli sportelli è stata del 26,8%, seppure in modo differente: in Spagna -40,1%; in Germania -29,3%; in Italia -27,4% e in Francia -6,8%. Digitalizzazione in crescita, fusioni e chiusure di sedi alla base della riduzione del numero degli sportelli. E, però, il contante in Italia ha ancora un ruolo preponderante nell’economia. La soluzione proposta da Bancomat Spa incide, in questo senso, sui prelievi da pos, che funzionerebbero quindi al contrario, non per pagare ma per erogare contanti. Un simile metodo, con commissioni dichiarate in anticipo e trasparenti, permetterebbe di remunerare chi offre il servizio senza costi di gestione degli sportelli. Gli esercenti riceverebbero una commissione proprio come oggi avviene con le banche. Anche se, per quanto riguarda in nostro paese, non è ancora chiaro se i prelievi andrebbero associati a un acquisto o meno. La decisione dell’Antitrust è attesa per le prossime settimane.