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Draghi: "La Grecia resterà nell'Euro, debito va alleggerito"

Il costo del denaro resta al minimo storico, tassi fermi

Afp - AFP
Afp - AFP
16 luglio 2015 | 15.45
LETTURA: 3 minuti

La Grecia resterà nell'Euro. Non ha alcun dubbio il presidente della Bce, Mario Draghi, che ribadisce il concetto a più riprese nella conferenza stampa che segue la riunione del Consiglio che, tra le altre decisioni, ha anche alzato di 900 mln la liquidità d'emergenza a favore delle banche greche. Condizione questa, indispensabile, per consentire alle banche elleniche di riaprire. Il numero uno dell'Eurotower non vuole alimentare polemiche dirette con il ministro delle finanze tedesco Schauble, che ha proposto e sostenuto l'uscita temporanea di Atene dalla moneta unica, ma chiarisce che si tratta di una opzione che non è mai stata presa in considerazione dalla Bce, che agisce all'interno del proprio mandato nel presupposto che la Grecia "è e resterà un Paese dell'area Euro".

Da Draghi arrivano anche importanti indicazioni operative. A partire dalla liquidità, che è stata aumentata perché "le cose sono cambiate". Il riferimento è al voto favorevole alle riforme del Parlamento di Atene e al via libera dell'Eurogruppo al terzo salvataggio per la Grecia. La liquidità di emergenza, ricorda, "non è mai illimitata e incondizionata". Ora, in sostanza, ci sono le condizioni per poter dire che la Grecia "pagherà quanto dovuto alla Bce e al Fmi". I bond di Atene che riguardano la Bce sono in scadenza il 20 luglio. E Draghi evidenzia come "tutti i dati a disposizione dicono che verremo pagati, come verrà pagato il Fondo monetario internazionale".

Altrettanto netta la valutazione del presidente della Bce sul debito. "E' fuori dubbio che il debito vada alleggerito", scandisce, per poi aggiungere: "ci concentreremo nelle prossime settimane" sulle modalità per farlo. Così come anche sul fronte del controllo dei capitali l'obiettivo deve essere un progressivo ritorno alla normalità. "Siamo tutti consci che è nell'interesse dell'economia greca rimuovere il più rapidamente possibile il controllo dei capitali" ma bisogna "farlo in modo prudente" per "evitare il rischio di un panico bancario che colpirebbe i piccoli correntisti".

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