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Covid, Bracesco (Gruppo Cimbali): "il colpo è stato duro, limitato danni con diversificazione"

Faema President, macchina tradizionale del brand Faema
Faema President, macchina tradizionale del brand Faema
03 maggio 2021 | 13.37
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Gruppo Cimbali guarda al futuro -e oltre confine- per crescere ulteriormente nello scenario post pandemia. L'azienda di Binasco, tra i principali produttori mondiali di macchine da caffè professionali, ha chiuso il 2019 con un fatturato di 190 milioni di euro e sta per lasciarsi alle spalle un 2020 con un calo, si spera, contenuto. "Nel nostro comparto, fatto di bar, ristoranti e hotel, abbiamo sofferto più di molti altri - spiega all’Adnkronos Enrico Bracesco, direttore business di Gruppo Cimbali -. Abbiamo limitato i danni grazie alla diversificazione forte di prodotto, segmenti e geografie. Nel 2020 ovviamente c’è stato un calo ma abbiamo contenuto la contrazione dei ricavi e protetto i margini, facendo leva anche sulla solidità patrimoniale e finanziaria dell’azienda, che hanno permesso di aiutare anche i clienti in difficoltà concedendo flessibilità sui pagamenti quando ce lo hanno chiesto"

A ogni modo, "la situazione che abbiamo vissuto nel 2020 - osserva ancora - non ha fatto che accelerare il processo di rinnovamento su diversi fronti, che avevamo già iniziato nel 2019”. Per Bracesco il 2021 è l’anno del recupero. "Ma è ancora un quadro con luci e ombre - avverte -. Vorremmo tornare ai livelli del 2019 ma forse è troppo ambizioso visto che l’anno è partito in rallentamento rispetto a quanto ci aspettavamo quando abbiamo stilato il budget a fine 2020”.

Gruppo Cimbali, che vanta circa 800 dipendenti, ed è orientata principalmente all’estero, vede soprattutto in Asia e nel Medio Oriente chiari segnali di ripresa: "Il danno maggiore deriva non solo dalla contrazione dei ricavi in tutti i settori ma anche dal calo dell’occupazione che deriva da questi ricavi e dal crollo della fiducia - sottolinea Bracesco -. Questo ha frenato gli investimenti di tutta la catena a valle, però abbiamo riscontrato una reazione veloce in alcuni mercati: il nostro gruppo è molto orientato all’export. L’Italia conta meno del 15% del fatturato totale, oltre l’85% è estero, e abbiamo riscontrato una pronta ripartenza in Asia, nel Medio Oriente e anche negli Usa, che hanno ricominciato a crescere grazie all’innesco della fiducia che deriva dalla campagna vaccinale partita molto presto e molto bene”.

Discorso diverso in Italia e in Europa: “Qui - afferma Bracesco - c’è stato un grosso colpo e ancora si attende un segnale di ripartenza solida. L'Italia, con Francia, Gb e Spagna è stata tra i mercati più duramente colpiti dalla crisi. E’ riuscito a limitare i danni chi ha diversificato il portafoglio di business su diversi segmenti di mercato rispetto al mercato tradizionale di bar e ristoranti, come ad esempio le stazioni di servizio, dove ci sono macchine superautomatiche che distribuiscono caffè, e che sono restate aperte”.

Per Bracesco l’Italia in questo momento sta facendo uno sforzo "ammirevole" nel ripartire "ma - fa notare - siamo ancora all’inizio e bisogna attendere affinché si irrobustisca quel clima di fiducia. Percepiamo incertezza da parte di alcuni operatori, c’è ancora timore. La ripresa c’è perché c’è spinta a riaprire ma è ancora un po’ fragile”. Fare previsioni oggi per Bracesco "è sfidante" ammette, ma non nasconde di essere concentrato nel mantenere la direzione presa nel piano di lungo termine, "confermando gli investimenti nonostante questi choc di breve e medio periodo" puntualizza.

A tal proposito, "il nostro piano di rinnovamento iniziato a 2019 prevede investimenti su diversi fronti - spiega Brascesco - su nuovi prodotti, su processi interni più efficienti e sulla copertura del mercato mondiale più capillare, grazie ai nostri quattro marchi in portafoglio (LaCimbali, Faema, Slayer e Casadio)”. L’azienda sta inoltre portando avanti programmi di sviluppo, prodotti a controllo remoto e interfaccia touchless e dispositivi per usi intensivi che con app dedicate permettono il controllo remoto delle macchine, permettendo di godere dell’erogazione del caffè in assoluta sicurezza. "Stiamo investendo su questo per garantire situazioni di sicurezza dove l’igiene è importante" sottolinea Bracesco, ricordando che nel frattempo è in corso una grande attività di digitalizzazione dell’azienda. "Non sono cose improvvisate ma frutto di lunghi processi di investimenti che hanno archi temporali di più anni” rimarca ancora.

Nonostante la tempesta che si è abbattuta sui settori della ristorazione e ospitalità, Bracesco resta ottimista sul futuro del comparto italiano: “Il colpo è stato duro ma energia e motivazione per ripartire non mancano - spiega -. Una volta ristabilita la normalità la voglia di socialità e qualità del tempo per sé gioveranno ai consumi fuori casa, di caffè e non solo”. Del resto osserva, “il desiderio di caffè di qualità consumato in casa è aumentato fortemente nell’ultimo anno e porterà a una consapevolezza maggiore di come si consuma anche fuori casa, con una richiesta di qualità maggiore. Questo - conclude - farà del bene a tutto il settore”.

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