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Chiara Ferragni, la comunicazione usata come un alibi

L'operazione sui pandori Balocco è stata sanzionata perché scorretta non perché comunicata male

Chiara Ferragni a Sanremo
Chiara Ferragni a Sanremo
19 dicembre 2023 | 12.41
LETTURA: 2 minuti

"Ho commesso un errore di comunicazione". Chiara Ferragni per uscire dall'angolo in cui si è messa con l'operazione dei pandori Balocco sceglie quella che ritiene la strada migliore, più breve e meno compromettente, per contestualizzare il suo errore. Chiama in causa la comunicazione perché la comunicazione è un terreno che si presta a un sufficiente livello di indeterminatezza e ambiguità. Soprattutto, perché viene ancora considerata una scienza opinabile, difficilmente misurabile e quindi facilmente asservibile alle esigenze del momento.

La sanzione dell'Antitrust per l'operazione sui pandori Balocco

Le parole di Chiara Ferragni sono legate alla sanzione dell'Antitrust, per una pratica commerciale scorretta: secondo l'autorità le società riconducibili all'influencer, insieme a Balocco, hanno di fatto ingannato i consumatori, facendo credere che comprando un pandoro Balocco griffato Ferragni avrebbero contribuito a donare fondi all’Ospedale Regina Margherita di Torino. Secondo quanto ricostruito dall'Agcm, la donazione, pari a 50 mila euro, era stata effettuata da Balocco mesi prima, mentre le società riconducibili a Ferragni hanno incassato dall’iniziativa oltre 1 milione di euro.

L'influencer di fronte a una prima scelta: ammettere o minimizzare

L'influencer, quando arriva la notizia della sanzione Antitrust per l'operazione costruita con e per Balocco, è di fronte a un primo bivio sostanziale. Deve scegliere se negare, minimizzare e banalizzare o assumersi una responsabilità. Sceglie la seconda strada perché evidentemente si rende conto che non ci sono margini per percorrere la prima. Decide quindi di ammettere una colpa per limitare i danni. Il rischio principale che sta correndo è quello di mettere in discussione il suo asset principale, il gradimento del suo pubblico che passa per una fiducia costruita sull'emulazione del modello che ha costruito. Un influencer senza consenso può trasformarsi rapidamente da modello in bersaglio, una legge che il codice di comportamento sui social applica con estrema puntualità.

Per parlare di comunicazione manca l'elemento chiave: la verità

Chiara Ferragni ha l'intelligenza di capire che serve un gesto 'riparatore'. Lo fa passando per la comunicazione che le viene più spontanea e che conosce meglio: accende una telecamera e si rivolge via social ai milioni di follower che l'hanno resa quello che è, un'influencer miliardaria. L'obiettivo è quello di salvaguardare la reputazione, il bene più prezioso da cui discende tutto il resto. Difficile che possa averlo centrato, come dimostra la rilevazione SocialData per Adnkronos, anche se ci sarà una quota di follower pronta a riconoscere, come atto di fede, un gesto di presunta trasparenza. Per parlare di comunicazione manca però l'elemento principale, la verità. Si può parlare di errore di comunicazione quando si sbaglia un messaggio, quando si sbagliano i toni, quando si sbagliano i tempi. Quando si comunica una cosa non vera o, peggio, quando attraverso la comunicazione passa un comportamento scorretto e sanzionabile, come ha certificato l'Antitrust, ridurre la colpa a un errore di comunicazione vuol dire usare la comunicazione come un alibi. (Di Fabio Insenga)

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