Di certo l'esecutivo Draghi non metterà mano all’extra-deficit
Il governo resta alle prese con il nodo risorse per finanziare le nuove misure contro il caro-energia chieste a gran voce dal mondo produttivo per scongiurare un blackout delle filiere più esposte già ad ottobre. Intanto si prefigurerebbe la stesura di una Nadef light il 27 settembre da parte del governo uscente.
A quanto apprende l’Adnkronos, la griglia previsionale sulla quale costruire la manovra di bilancio potrebbe essere stilata indicando solo le stime su pil, inflazione e lavoro o potrebbe contenere tutte le stime ma a ‘bocce ferme’, ovvero a politiche invariate e non tenendo conto del programma di governo, trattandosi di un esecutivo dimissionario.
Intanto continuano le riunioni tecniche dei ministeri coinvolti per dare seguito agli interventi prioritari contro l'impennata del gas, essenzialmente l’innalzamento del credito di imposta per le bollette delle imprese che dovrebbe spingersi fino al 30%, secondo le ipotesi sul tavolo. Quanto al provvedimento che ospiterà le nuove norme, sono allo studio tutte le opzioni: dalla possibilità di intervenire con un emendamento al dl Aiuti bis da approvare in Parlamento entro metà settembre a quella di un decreto ex novo da varare in Cdm possibilmente già la prossima settimana. Il budget non supererebbe comunque i 10 miliardi.
Per un intervento più corposo bisogna infatti aspettare i dati sulle entrate sia di luglio e che di agosto, attesi tra settembre e ottobre, da lì si capiranno le risorse disponibili ed in particolare si vedrà se c’è un rialzo del gettito in arrivo dalla tassa sugli extra profitti delle aziende energetiche finora apparse poco ricettive verso i richiami del governo.
Di certo l'esecutivo Draghi non metterà mano all’extra-deficit, come chiarito a più riprese. Il combinato disposto elezioni e nuovo disavanzo rischierebbe infatti di alimentare la sfiducia dei mercati verso l’Italia con relativo impatto sullo spread. Tanto più che dal Covid ad oggi sono già state finanziate in extra-deficit misure pari a 180 miliardi (140 da parte dei governi Conte e 40 dal governo Draghi). Ad ogni modo non ci sarebbero neanche i tempi tecnici per varare in Cdm e poi autorizzare in Parlamento uno sforamento del percorso di rientro indicato nell’ultimo Documento di economia e finanza.
Intanto per calmierare le impennate del gas fa ben sperare l’apertura della Germania per fissare un price cap europeo. Il tema sarà sul tavolo del Consiglio dei ministri Ue dell’Energia del 9 settembre a Bruxelles mentre una proposta della Commissione è attesa a stretto giro di posta.
E l'urgenza di intervenire è sollecitata da tutte le associazioni per evitare di bloccare la produzione o di chiudere battenti. Senza interventi urgenti "ad ottobre ci sarà il black out della nostra filiera”, avverte il presidente di FederlegnoArredi Claudio Feltrin. Secondo i calcoli di Confartigianato da settembre 2021 ad oggi le micro e piccole imprese hanno pagato per l’energia elettrica 21,1 miliardi in più rispetto all’anno precedente e senza interventi questa cifra potrebbe anche raddoppiare nei prossimi 4 mesi.