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Bollette gas, Arera: "In calo di oltre 13% per consumi marzo"

Spesa per famiglia tipo pari a circa 1.560 euro da aprile dell'anno scorso a marzo di quest'anno

(Afp)
(Afp)
04 aprile 2023 | 17.58
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Ancora in calo la bolletta del gas delle famiglie in tutela. Dopo i ribassi registrati per i consumi dei mesi di gennaio (-34,2%) e febbraio (-13%), comunica l'Arera, per la famiglia tipo in tutela si registra una diminuzione del -13,4% della bolletta per i consumi di marzo rispetto al mese di febbraio 2023. La componente del prezzo del gas a copertura dei costi di approvvigionamento, applicata ai clienti ancora in tutela, viene aggiornata da Arera come media mensile del prezzo sul mercato all'ingrosso italiano e pubblicata entro i primi 2 giorni lavorativi del mese successivo a quello di riferimento. Per il mese di marzo, che ha registrato una quotazione media all'ingrosso ancora più bassa rispetto a quella di febbraio, il prezzo della materia prima gas, per i clienti con contratti in condizioni di tutela, è pari a 46,58 euro/MWh.

Arera ricorda che, come previsto dalla 'Legge Bilancio', per tutto il I trimestre 2023 (e quindi ancora per i consumi di marzo), l'Autorità ha già azzerato gli oneri generali di sistema per il gas e confermata la componente negativa UG2 per i consumi gas fino a 5.000 smc/anno, oltre la riduzione Iva sul gas al 5%.

La riduzione per il mese di marzo della bolletta del gas (-13,4%), in termini di effetti finali, porta la spesa gas per la famiglia tipo nell'anno scorrevole da aprile 2022 a marzo 2023 a circa 1.560,7 euro, +0,7% rispetto ai 12 mesi equivalenti dell'anno precedente da aprile 2021 a marzo 2022.

COLDIRETTI - Il calo delle bollette del gas, sottolinea la Coldiretti, è un segnale importante per imprese e famiglie costrette a fare i conti per troppo tempo con costi energetici fuori controllo. "La spesa energetica ha un doppio effetto negativo perché – sottolinea la Coldiretti commentando anche l'annuncio del calo 55,3% delle bollette della luce nel secondo trimestre a partire dal primo aprile da parte di Arera– riduce il potere di acquisto dei cittadini e delle famiglie, ma aumenta anche i costi delle imprese particolarmente rilevanti per l'agroalimentare".

Il costo dell'energia, continua la Coldiretti, si riflette infatti in tutta la filiera e riguarda sia le attività agricole ma anche la trasformazione e la distribuzione alimentare. La produzione agricola e quella alimentare in Italia assorbono oltre il 11% dei consumi energetici industriali totali per circa 13,3 milioni di tonnellate di petrolio equivalenti all'anno, secondo l'analisi della Coldiretti sulla base dei dati Enea.

UNIONE NAZIONALE CONSUMATORI - "Bene, ottima notizia. Ma i guai non sono finiti". A dichiararlo è Marco Vignola, responsabile del settore energia dell'unione nazionale consumatori commentando la diminuzione del prezzo del gas stabilito da Arera, dal 1° marzo 2023 che scende del 13,4% nel mercato tutelato. "Pende, infatti, come una spada di Damocle, una tassa occulta da quasi 500 euro. La decisione del Governo di ripristinare il 65% degli oneri di sistema in aprile e il 100% a partire da luglio, comporta, infatti, a regime, un aggravio in bolletta pari a 459 euro. Una scelta gravissima se si considera che, nonostante il calo di oggi e gli sconti fiscali tutti ancora in vigore, le bollette restano lo stesso più elevate rispetto ai tempi normali", afferma Vignola.

Secondo lo studio dell'Unc, infatti, se per una famiglia tipo in tutela il -13,4% significa spendere 162 euro in meno su base annua, la spesa totale nei prossimi dodici mesi (dal 1° marzo 2023 al 29 febbraio 2024, nell'ipotesi di prezzi costanti), pur non quantificando il ripristino degli oneri, resta alla cifra notevole di 1048 euro, che sommati ai 641 della luce scattati ad aprile, determinano una stangata complessiva pari a 1689 euro.

Inoltre, se il prezzo del gas oggi scende del 13,4% rispetto a quello di febbraio 2023, rispetto al periodo pre-crisi, ossia nel confronto con marzo 2021 è ancora maggiore del 6%. Rispetto alla spesa annua del 2020, ultimo anno regolare, pari a 975 euro, ora si pagano ancora 73 euro in più, +7,5%. Se a queste cifre aggiungiamo i 459 euro tra poco in arrivo, il divario diventa lunare, conclude l'Unc.

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