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Bitcoin vola e aggiorna record, oro digitale o nuova bolla?

Gli investitori crescono, tra gli avvertimenti delle Autorità e le rassicurazioni degli operatori

Bitcoin, nuovi record
Bitcoin, nuovi record
06 marzo 2024 | 13.23
LETTURA: 3 minuti

E' risalita la febbre da Bitcoin. La quotazione è tornata a volare e ad aggiornare record e si colloca ormai oltre la soglia dei 65mila dollari, andando anche oltre il massimo storico di 69mila dollari di poco più di due anni fa, novembre 2021. Torna, insieme ai guadagni di chi possiede la criptovaluta, anche l'eterno dilemma: siamo di fronte a una nuova bolla, destinata a scoppiare e a fare danni come altre suggestioni finanziarie del passato, o è diventata un bene solido tanto da meritarsi la definizione di oro digitale?

Le valutazioni restano fortemente polarizzate. La finanza tradizionale ribadisce tutti i rischi e la volatilità di un bene che sfugge al controllo delle Autorità e che resta quindi 'una scommessa'. La prima puntualizzazione arriva proprio da chi ha la responsabilità di regolare le attività finanziaria e tutelare i risparmiatori, come ribadisce spesso Bankitalia: sono cripto attività e non valute, perché non possono essere usate come una moneta, sono prive di valore intrinseco e non sono assistite da un diritto di rimborso in capo all'utente. La mancanza di controlli genera rischi, primo fra tutti un rischio di perdita anche totale del capitale investito.

Chi opera nel settore, ad esempio Coinbase, è invece costantemente impegnato a smontare gli argomenti 'contro', che vengono ritenuti provocazioni strumentali. La prima sostanziale obiezione è che non è vero che a Bitcoin sia legata una bolla, come quella celebre dei tulipani in Olanda del 1637; la seconda è che non è vero che Bitcoin non sia usato come strumento di pagamento, perché le transazioni avvengono in tutto il mondo; la terza è che non è vero che investire in Bitcoin equivale a un 'gioco d'azzardo', perché lo stanno facendo anche gli investitori istituzionali; la quarta è che non è vero che le transazioni non siano sicure, perché il sistema non è stati mai violato dagli hacker.

In mezzo, tra le Autorità finanziarie e gli operatori del settore, ci sono gli investitori, grandi e piccoli, che continuano a scommettere sulla prima criptovaluta arrivata sul mercato. Spesso è il passaparola ad alimentare un flusso di denaro che negli ultimi anni si è spostato in modo consistente dagli investimenti tradizionali a quelli in moneta virtuale. Ad attrarre sono soprattutto i ritorni sull'investimento, che le quotazioni attuali rendono particolarmente appetibili, considerato che solo nell'arco di un anno il valore è praticamente triplicato.

Il tema è sempre lo stesso, trovare un equilibrio tra rischi e opportunità. Ci sono però alcuni elementi da considerare che potrebbero rendere diversa la situazione oggi, rispetto all'ultimo grande crollo di Bitcoin, seguito proprio al record di novembre 2021. Sono sostanzialmente due. La domanda è sostenuta anche da una discontinuità che è legata a un intervento regolatorio, negli Stati Uniti con il via libera della Sec alle negoziazioni degli Etf, strumenti quotati in Borsa che hanno come sottostante criptovaluta. Un passo che ha portato una rilevante quantità di Bitcoin nei portafogli dei grandi investitori. Si avvicina il 21 aprile, una data significativa perché è il giorno i cui si dimezzano le ricompense, ovviamente in coins, che ricevono i miners. Succede ogni 4 anni e, riducendo l'offerta, fa salire il prezzo. Sono due fattori che non risolvono il problema, perché restano tutti i rischi e i dubbi, ma che lasciano prevedere che la fase di rialzo del prezzo, o di tenuta su valori alti, possa durare. (Di Fabio Insenga)

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