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Asi: "Metis, Swa e Stix, l'Italia a bordo di Solar Orbiter"

" Con il cronografo italiano rivelata la nostra stella come non si era mai vista prima"

Solar Orbiter di Esa e Nasa (Foto ESA)
Solar Orbiter di Esa e Nasa (Foto ESA)
16 luglio 2020 | 16.14
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Metis, ma anche Swa e Stx: c'è molta Italia a bordo della missione Solar Orbiter di Esa e Nasa. L'Agenzia Spaziale Italiana riferisce che il team italiano, grazie al supporto dell’Esa, ha completato infatti con successo la campagna di test dello strumento Metis a bordo della missione Solar Orbiter di Esa e Nasa "acquisendo immagini della corona solare da una distanza mai raggiunta prima". "Dopo un periodo di calibrazione e test portati a termine dal gruppo di lavoro, nonostante la situazione di emergenza causata dalla pandemia, la sonda -sottolinea l'Asi- ci ha rivelato il Sole come non si è mai visto prima, scattando le prime immagini spettacolari ravvicinate".

L'Asi sottolinea che i team scientifici "hanno realizzato un grande lavoro che non si è mai fermato, e a metà giugno è stata completata la prima fase di messa in servizio della sonda che ha eseguito il suo primo avvicinamento al Sole". I team dei 10 strumenti della missione sono stati in grado di testare l’intero insieme di strumenti per la prima volta. "Primo tra tutti -sottolinea ancora l'Asi- è Metis, lo strumento coronografico italiano ottimizzato per l’osservazione dello strato più esterno dell’atmosfera solare: la corona solare". Metis che ha un design innovativo, occulta il disco solare per produrre un’eclissi artificiale, un po’ come fa la Luna quando si frappone tra noi e la nostra stella.

Dunque, oltre al cronografo Metis che osserva la corona solare come mai prima d'ora, alla missione Solar Orbiter di esplorazione del Sole di Esa e Nasa l’Italia contribuisce ad altri due strumenti: Swa il Solar Wind Analyzer, e Stix. Swa, spiega l'Agenzia Spaziale Italiana, "è una suite di 3 sensori di plasma per studiare le caratteristiche del vento solare. Eas, di responsabilità Ucl-Mssl di Londra (Uk), misura elettroni, Pas, di responsabilità del Cnrs-Irap di Tolosa (Fr), misura protoni e particelle alfa ed His, di responsabilità del Swri di San Antonio (Tx-Usa), misura ioni minori quali He, C, N, O, Ne, Mg, Si, S e Fe".

In particolare, il coronografo Metis, che prende il nome dalla mitologia greca, utilizza un occultatore esterno per studiare le regioni coronali dove si accelera il vento solare con osservazioni simultanee sia in luce visibile che ultravioletta. Lo strumento Metis, finanziato e gestito dall’Agenzia Spaziale Italiana, è stato ideato e realizzato da un team scientifico composto da Inaf, dalle Università di Firenze e di Padova e dal Cnr-Ifn, con la collaborazione del consorzio industriale italiano, formato da OHB Italia e Thales Alenia Space, dell’istituto Mps di Gottinga (Germania) e dell’Accademia delle Scienze di Praga. Il team italiano, grazie al supporto dell’Esa, ha completato con successo la campagna di test dello strumento, acquisendo immagini della corona solare da una distanza mai raggiunta prima.

Metis è il primo coronografo a misurare l’emissione ultravioletta dell’idrogeno nella corona solare simultaneamente l’emissione in banda visibile con una risoluzione spaziale e temporale mai raggiunta da un coronografo sia spaziale sia terrestre" dice Marco Romoli, dell’Università di Firenze e Principal Investigator di Metis. "Le osservazioni ottenute da Metis permetteranno di studiare le strutture e la dinamica del vento e dei fenomeni transienti come le eruzioni di massa coronale" aggiunge Romoli. Barbara Negri, responsabile dei programmi scientifici dell’Asi, evidenzia che "Metis, unico nel suo genere, utilizzerà un singolo telescopio, per produrre simultaneamente immagini in banda Uv e in banda visibile, e, pertanto, la sua realizzazione ha rappresentato una sfida tecnologica e innovativa per il nostro Paese. Metis permetterà di continuare la tradizione della coronografia spaziale italiana, iniziata più di vent’anni fa con il successo dello strumento Uvcs a bordo della missione Soho".

Nessuna altra immagine del Sole è stata ripresa da una distanza così ravvicinata così come quelle acquisite dalla suite di strumenti a bordo di Solar Orbiter. Durante il suo primo perielio, il punto in cui l’orbita ellittica della navetta spaziale è più vicino al Sole, Solar Orbiter, riferisce l'Agenzia Spaziale Italiana, "si è avvicinato fino a 77 milioni di chilometri dalla superficie della stella, circa la metà della distanza tra il Sole e la Terra. La navicella alla fine si avvicinerà anche di più al Sole. La sonda è ora nella sua fase di crociera, e aggiusta gradualmente la sua orbita intorno al Sole. Una volta entrata nella fase scientifica, che comincerà a fine 2021, il veicolo spaziale si avvicinerà a ben 42 milioni di chilometri dalla superficie del Sole, più vicino del pianeta Mercurio". A quel punto, gli operatori del veicolo spaziale inclineranno gradualmente l’orbita di Solar Orbiter per permettere alla sonda di ottenere la prima veduta corretta dei poli del Sole. "Il successo del contributo italiano alla missione Solar Orbiter dimostra l’eccellenza della comunità scientifica italiana, riconosciuta internazionalmente nel campo della fisica solare" scandisce Silvano Fineschi dell’Inaf di Torino e Responsabile Scientifico Inaf per Solar Orbiter. "Grazie al suo originale disegno, unico nel suo genere, il coronografo Metis -aggiunge lo scienziato italiano- potrà osservare la corona solare alle diverse distanze dal Sole a cui si troverà Solar Orbiter durante la sua missione".

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