L’Istat annuncia l’inserimento di alcune attività illegali nelle stime del Prodotto interno lordo, chiarendo che la metodologia “sarà coerente con le linee guida stabilite da Eurostat”. Giovannini all’Adnkronos: “Importante per avere un quadro realistico dei conti”
L’Italia, come gli altri Paesi europei, inserirà una serie di attività illegali nella stima del Pil: sostanze stupefacenti, servizi della prostituzione e contrabbando. Lo comunica l’Istat. La metodologia di stima “sarà coerente con le linee guida stabilite da Eurostat”, spiega annunciando cambiamenti nel Sec, Sistema dei conti nazionali.
Nella nota l’Istat spiega che per quanto attiene l’inserimento nei conti delle attività illegali “la misurazione di tali attività è molto difficile, per l’ovvia ragione che esse si sottraggono a qualsiasi forma di rilevazione, e lo stesso concetto di attività illegale può prestarsi a diverse interpretazioni. Allo scopo di garantire la massima comparabilità tra le stime prodotte dagli stati membri, Eurostat ha fornito linee guida ben definite”, precisa.
Dunque “la metodologia di stima della dimensione economica di tali attività sarà coerente con le linee guida stabilite da Eurostat”. Tra le novita’ di rilevazione, le spese per ricerca e sviluppo e per armamenti che saranno classificate nella spesa per investimenti. L’Istat ha annunciato inoltre che le spese per ricerca e sviluppo saranno considerate investimenti e non più costi, un cambiamento che “determina un impatto positivo” anche “sul Pil”.
Giovannini: “Un passo importante” - Per avere un quadro sempre più realistico dei conti nazionali questo è “un passo importante”, afferma l’ex presidente dell’Istat e ministro del Lavoro Enrico Giovannini. “La notizia è interessante ma vorrei segnalare che non è legata a un nuovo Sistema dei conti nazionali (Sec) - spiega all’Adnkronos - perché l’inserimento delle attività illegali era già previsto dal Sec del 1993 e in seguito da quello europeo del ‘98 ma non veniva applicato in quanto non era stata trovata una concordanza sulla metodologia”. Giovannini è convinto della importanza di questa novità. “E’ un passo utile e importante per i conti nazionali - sostiene - sempre più rappresentativi dell’effettiva attività produttiva di un Paese, ivi compresa quella, purtroppo, illegale”. Si tratta, comunque, di stime del Pil basate su “rilevazioni molto difficili, così come per l’evasione fiscale e l’economia irregolare”, commenta ancora Giovannini, ricordando che “il metodo usato per stimare l’economia sommersa dall’Ocse e dall’Eurostat, è basato proprio sul metodo italiano formulato dall’Istat “. Le attività illegali di cui tutti i paesi inseriranno una stima nei conti (e quindi nel Pil) sono: traffico di sostanze stupefacenti, servizi della prostituzione e contrabbando (di sigarette o alcol). La metodologia di stima della dimensione economica di tali attività sarà coerente con le linee guida stabilite da Eurostat.