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New York Times contro OpenAI e Microsoft, la causa che può fermare l'AI

Il quotidiano americano accusa le due società di aver addestrato ChatGPT usando illegalmente e gratuitamente i suoi contenuti

Sede New York Times
Sede New York Times
27 dicembre 2023 | 16.34
LETTURA: 3 minuti

Il New York Times ha fatto causa a OpenAI e Microsoft per violazione del copyright. Un passaggio che può segnare una svolta epocale nello sviluppo dell'intelligenza artificiale. In gioco non c'è solo il futuro dell'applicazione della tecnologia al mondo dell'informazione ma il futuro stesso dell'editoria, intesa come l'abbiamo conosciuta finora. Tutto ruota intorno alla proprietà intellettuale, l'asset fondamentale per qualsiasi testata giornalistica.

Perché il quotidiano americano è andato in tribunale

L'accusa rivolta dal New York Times a Microsoft e OpenAI è di avere copiato illegalmente milioni di articoli del quotidiano americano per 'addestrare' ChatGPT ed altri servizi a fornire articoli ed informazioni. Di fatto, ora l'intelligenza artificiale è un concorrente diretto del quotidiano proprio grazie al lavoro fatto saccheggiandone l'archivio. Soprattutto, tutto è avvenuto senza un compenso, senza che la proprietà intellettuale dei contenuti sia stata pagata. Le due società vengono accusate di avere sfruttato in maniera gratuita "il massiccio investimento del Times sul suo giornalismo e di usarlo per costruire prodotti sostituitivi senza permesso né pagamento".

Le conseguenze possibili di una sentenza

Cosa potrà cambiare la sentenza che arriverà a valle della causa del New York Times? Un epilogo della vicenda a favore del quotidiano segnerebbe una linea di difesa invalicabile tra la produzione di contenuti giornalistici e l'utilizzo che se sta già facendo per lo sviluppo delle applicazioni di AI generativa. Segnerebbe una battuta d'arresto significativo per lo sviluppo della tecnologia nel settore editoriale e costringerebbe chiunque volesse proseguirlo a venire a patti con l'industria editoriale. Come? Imponendo di pagare i contenuti e/o imponendo limitazioni stringenti alla quantità di contenuti utilizzabili. Al contrario, una sentenza favorevole a Microsoft e OpenAI farebbe cadere qualsiasi barriera, liberalizzando totalmente l'accesso ai contenuti editoriali da parte dell'AI e minando alle fondamenta la tutela del diritto d'autore.

La prima causa di un gigante dell'informazione, il peso economico

Quella del New York Times è una mossa importante anche perché è la prima volta che a muoversi in maniera così decisa è un gigante dell'informazione. Lo stesso quotidiano americano scrive online che in ballo c'è una quantità enorme di denaro. La causa, si puntualizza, "non prevede una richiesta di risarcimento esatta" ma afferma che le due società dovrebbero essere ritenute responsabili di "miliardi di dollari di danni" legati alla "copia e all’uso illegale delle opere di valore unico del Times". Soprattutto, la richiesta che fa il quotidiano alla Corte del distretto federale di Manhattan è "distruggere qualsiasi modello di chatbot e dati di formazione che utilizzano materiale protetto da copyright del Times".

Le implicazioni finanziarie, come si muovono i mercati

A testimonianza del fatto che in ballo ci siano anche giganteschi interessi economici e non solo questioni di principio, c'è la reazione dei mercati. Al diffondersi della notizia, il titolo del New York Times è salito in Borsa dello 0,25%, mentre quello di Microsoft ha perso lo 0,2%, un movimento immediato e speculare che fotografa come si spostano le prospettive anche sul piano finanziario. (Di Fabio Insenga)

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