Dal riscaldamento domestico alle autovetture: il Gpl si conferma come combustibile a basso impatto ambientale. E' quanto emerso nell'ambito del convegno 'I fattori di emissioni delle autovetture e degli impianti di riscaldamento: il ruolo del Gpl', organizzato a Roma da Assogasliquidi, l’associazione di Federchimica che rappresenta il settore dei gas liquefatti, durante il quale sono stati presentati i dati dell'ultimo aggiornamento dell’Inventario nazionale delle emissioni in atmosfera realizzato da Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, con riferimento al trasporto stradale.
In particolare, il confronto tra veicoli Euro 6 di media cilindrata mostra come le auto a Gpl siano caratterizzate da fattori emissivi di ossidi di azoto, particolato atmosferico e anidride carbonica sensibilmente inferiori rispetto a quelli relativi ad auto alimentate con carburanti tradizionali. Nello specifico, le emissioni di ossidi di azoto (NOx) prodotte dalle auto a Gpl sono del 55% inferiori rispetto a quelle alimentate a benzina e del 96% più basse di quelle alimentate a diesel.
Analogamente, le emissioni di particolato (Pm2.5) sono più basse nelle auto a Gpl: dell’8% rispetto alla benzina e dell’11% rispetto al diesel. Le auto a Gpl, dunque, risultano più ecologiche anche dal punto di vista delle emissioni di anidride carbonica (Co2), con riduzioni di circa il 14% rispetto alle analoghe a benzina.
Per l’aggiornamento annuale del proprio Inventario sul trasporto stradale, in riferimento ai fattori emissivi del Gpl, Ispra ha elaborato i risultati ottenuti da alcuni test effettuati precedentemente da Innovhub-Stazione Sperimentale per i Combustibili: le prove sono state effettuate su cinque diversi veicoli a Gpl Euro 6 b/c di media cilindrata e consentono di poter fare affidamento su dati aggiornati che posizionano il Gpl quale carburante già pronto in grado di contribuire al contenimento delle emissioni inquinanti derivanti dal settore dei trasporti.
Nel corso del convegno è stata posta l’attenzione anche al settore del riscaldamento domestico che, insieme a quello della mobilità, presenta la necessità di interventi di riduzione dell’inquinamento atmosferico. Anche per tale comparto, il Gpl si conferma come combustibile a basso impatto ambientale. Uno specifico studio condotto da Innovhub aveva già realizzato una comparazione sulle caratteristiche emissive degli apparecchi domestici impiegati per il riscaldamento alimentati con diverse tipologie di combustibile: gas, Gpl, gasolio, pellet e legna da ardere.
I risultati ottenuti hanno confermato la grande differenza tra i diversi combustibili ed il forte impatto di pellet e legna sulla qualità dell’aria qualora utilizzati negli impianti ad uso domestico. Le differenze tra i diversi combustibili si riscontrano anzitutto analizzando le emissioni di particolato (Pm), l’inquinante di maggior rilievo: gli apparecchi a gas naturale e Gpl registrano valori pressoché nulli di emissioni di particolato rispetto al pellet, indipendentemente dalla qualità degli apparecchi e dal pellet utilizzato; lo stesso si può dire per le emissioni di Benzo(a)pirene.
Oltre al Particolato, gli apparecchi a pellet registrano incrementi che vanno da uno a due ordini di grandezza anche nelle emissioni di monossido di carbonio (CO), ossidi di zolfo (SOx) e ossidi di azoto (Nox). Si tratta di dati che richiedono particolare attenzione per gli impatti fortemente negativi che l’inquinamento atmosferico ha sulla salute umana, come sottolineato nel corso del convegno da parte del Dipartimento di Epidemiologia della Regione Lazio.