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Trapani, uccide ex compagna a colpi di pistola e si toglie la vita

La coppia aveva una bimba piccola. L'uomo avrebbe attirato la donna per un incontro "chiarificatore" e le avrebbe sparato due colpi di fucile

Nel riquadro Marisa Leo
Nel riquadro Marisa Leo
07 settembre 2023 | 10.44
LETTURA: 5 minuti

Femminicidio nel trapanese. La vittima è Marisa Leo, 39 anni, uccisa dal suo ex compagno 42enne, Angelo Reina, che poi si è tolto la vita. La coppia aveva una bimba ancora piccola. Secondo una prima ricostruzione, l'uomo avrebbe attirato la donna in campagna, in contrada Ferla, tra Marsala e Mazara del Vallo, per un incontro "chiarificatore". Qui le ha sparato due colpi di fucile. Poi è fuggito a Castellammare del Golfo e si è sparato un colpo di pistola mentre era sul viadotto. Indaga la Squadra mobile della questura di Trapani.

EX DENUNCIATO PER STALKING MA LEI POI RITIRO' QUERELA

La 39enne era responsabile marketing e comunicazione della cantina Colomba Bianca di Mazara del Vallo. Aveva denunciato il suo assassino nel maggio 2020 per stalking. Dopo qualche mese si era ripresentata dai carabinieri per un'altra denuncia, questa volta per violazione degli obblighi familiari perché l'uomo non avrebbe pagato gli alimenti per la figlia della coppia.

Reina fu mandato a giudizio dal tribunale di Marsala, in due diversi procedimenti, rispettivamente per stalking e per violazione degli obblighi familiari. Ma nel frattempo, durante il processo, come apprende l'Adnkronos, Marisa Leo ha presentato la remissione della querela per entrambi i procedimenti. Nel gennaio del 2022 i giudici del tribunale hanno deciso il non luogo a procedere per Reina, dopo la remissione della querela per accettazione. Da allora, come spiegano da ambienti giudiziari all'Adnkronos, non sarebbero state più presentate querele o denunce da parte della donna nei confronti dell'ex compagno.

IL PORTO D'ARMI

Angelo Reina, secondo quanto apprende l'Adnkronos, non aveva il porto d'armi e non avrebbe potuto ottenerlo, dal momento in cui era stato denunciato, nel maggio del 2020. I due si erano dati ieri sera appuntamento presso l’azienda agricola di famiglia dell’uomo: gli inquirenti stanno cercando di accertare come sia entrato in possesso delle armi.

AUTOPSIA

La Procura di Marsala (Trapani), guidata da Fernando Asaro, ha disposto l'autopsia sul corpo della donna che sarà eseguita nei prossimi giorni.

"La nostra comunità è sconvolta da quanto accaduto. Non ci sono parole per descrivere il dolore per una tragedia assurda e inaccettabile. Esprimo il cordoglio e la vicinanza alla famiglia a nome mio, dell'amministrazione e di tutta la città di Salemi. Ci stringiamo ai familiari nel ricordo di una ragazza solare che amava la vita. Il giorno dei funerali sarà lutto cittadino a Salemi: è necessario accendere i riflettori su un fenomeno inaccettabile e insopportabile come il femminicidio. Ciao Marisa...". Così, in un post, Domenico Venuti, sindaco di Salemi, città del trapanese di cui era originaria Marisa Leo.

"La notizia di oggi ci lascia sgomenti. Siamo addolorati dall'apprendere la notizia di un ennesimo femminicidio, questa volta avvenuto nel trapanese. La nostra comunità è sotto shock per questo gesto di assoluta follia. A nome mio e di tutta la comunità marsalese voglio esprimere, dal profondo del mio cuore, il nostro cordoglio alla famiglia di Marisa Leo, giovane donna e professionista che lascia una bambina in tenera età. Serve una rivoluzione culturale. È necessario educare i nostri giovani al rispetto della vita umana, al rispetto della Donna", scrive su Facebook Massimo Grillo, sindaco di Marsala.

L'AMICA

"Ci siamo sentite sino a ieri pomeriggio. Lavorava a un evento in programma il 7 ottobre a Mazara del Vallo. Era contenta, aveva tanto entusiasmo, tante idee, niente lasciava presagire una cosa del genere. Sono senza parole, sconvolta" dice all'Adnkronos Roberta Urso, presidente della delegazione Sicilia dell'associazione Donne del Vino, con cui Marisa Leo collaborava da tempo. Nel 2019 aveva partecipato a una campagna contro la violenza di genere promossa proprio dall'associazione.

"Ieri abbiamo fatto una call per organizzare la nuova tappa di 'DxD Calici di vita', un evento itinerante per supportare le donne vittime di violenza - spiega Urso -. Marisa era in prima linea, era stata lei ad avere l'idea e poi tutte insieme l'avevamo affinata. Come associazione volevamo tenere alta l'attenzione sul fenomeno e, occupandoci di vino, abbiamo pensato di farlo a modo nostro, organizzando dei pranzi insieme ad alcuni chef il cui incasso viene poi devoluto ad associazioni che si occupano di donne vittime di violenza". Dopo le tappe di Marsala, Palermo, Catania, Noto, Partinico adesso era il turno di Mazara del Vallo. E Marisa era a capo del progetto. "Ieri pomeriggio era felice, mi ha spiegato che aveva trovato la location, lo chef, era un fiume in piena", ricorda Urso. Stamattina la notizia del suo omicidio. "Uno dei risvegli più brutti della mia vita. Mi chiedo ancora come sia potuto succedere", aggiunge.

Ieri Marisa era serena. Nessuna ombra sul suo viso. "Era tranquilla, sorridente come sempre. Abbiamo parlato delle ferie appena finite, della sua bimba che era la sua vita. No, non era preoccupata". Dei problemi con il suo ex e della denuncia di stalking Roberta Urso era a conoscenza. "In Sicilia nell'associazione siamo in 86, un gruppo coeso, amiche oltre che colleghe". Marisa lei l'aveva conosciuta nel 2018. Allora con Angelo Reina, il suo assassino e il padre della figlia, erano fidanzati. "Marisa è rimasta incinta, ma loro due si sono lasciati poco dopo. Ha portato a termine la gravidanza da sola, così come da sola ha cresciuto la bambina. Non stavano insieme lei e Angelo". Il padre della piccola, però, vedeva la bimba. "Marisa era una persona perbene, pensava che anche lui avesse diritto a una possibilità. Aveva riconosciuto la piccola e per il bene della figlia lei aveva acconsentito che passasse del tempo con la bambina. Ci diceva che con la piccola era affettuoso. Io l'ho visto solo una volta - aggiunge -. Lo scorso marzo, in occasione della Giornata internazionale delle Donne del vino celebrata a Menfi, Marisa è venuta con la bambina e con lui. Mi disse che stavano facendo un percorso psicologico per il bene della piccola. 'Per questo siamo qui insieme', mi spiegò. Poi non l'ho mai più visto".

Di violenze fisiche e maltrattamenti Marisa non aveva mai parlato. "Quella di Angelo era una violenza sottile, psicologica. Non accettava che lei fosse una persona libera e indipendente, una professionista affermata. Si sentiva controllata, ma lui non aveva mai fatto del male a Marisa o alla figlia. Nessuno avrebbe mai potuto pensare che potesse compiere un gesto simile, una follia del genere. Neppure Marisa. Oggi viviamo un'emergenza, le donne sono vittima di una brutalità inaudita, c'è un'involuzione nella società che va combattuta. Marisa sentiva particolarmente questo tema della violenza contro le donne. Diceva sempre: 'Dobbiamo fare qualcosa anche noi'. Lei era luce e questa luce, come se fosse una fiaccola, dobbiamo tenerla sempre accesa. Adesso tocca a noi".

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