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Torino, bimba di 2 anni muore dopo essere stata investita nel parcheggio di un ospedale

La piccola trasportata d'urgenza all'ospedale infantile Regina Margherita è morta dopo il terzo arresto cardiaco

L'ospedale San Giovanni Bosco di Torino - Fotogramma
L'ospedale San Giovanni Bosco di Torino - Fotogramma
13 agosto 2024 | 13.51
LETTURA: 2 minuti

È morta stamane, dopo tre arresti cardiaci, la bambina di due anni investita ieri in un parcheggio dell'ospedale San Giovanni Bosco di Torino. La bimba, soccorsa immediatamente, ha avuto due arresti cardiaci che ne hanno costretto il trasporto all'ospedale infantile Regina Margherita: le sue condizioni erano gravissime e il politrauma riportato ha causato un'insufficienza multiorgano. Un terzo arresto cardiaco le è stato fatale.

"Siamo molto addolorati per quando accaduto alla piccola e sono in corso accertamenti, anche da parte della polizia municipale, per chiarire la dinamica di questo tragico incidente. Quello che emerge intanto è che la bambina non si trovasse in quel luogo per chiedere l’elemosina bensì per visitare con la famiglia un parente che si trova ricoverato in ospedale”. Così l’assessore alle Politiche sociali del Comune di Torino, Jacopo Rosatelli, in merito alla morte della piccola. “Dispiace oltremodo - prosegue - che una circostanza così drammatica diventi l’occasione per una speculazione politica sull’operato dei servizi sociali della Città di Torino, che quotidianamente operano con professionalità, imparzialità e correttezza nell’esclusivo interesse di garantire il benessere delle bambine e dei bambini. L’allontanamento dei minori delle famiglie d’origine viene disposto, come noto, dall’autorità giudiziaria e i servizi sociali provvedono alla loro collocazione in contesti residenziali alternativi”.

“Curioso che proprio la Regione Piemonte, dopo avere approvato una norma che punta ‘all’allontanamento zero’, oggi invochi maggiore rigidità da parte degli operatori dei servizi sociali nell’allontanare i minori dalle famiglie”, conclude Rosatelli. Il riferimento di Rosatelli è alle dichiarazioni dell’assessore regionale alle Politiche sociali, Maurizio Marrone che in una nota aveva stigmatizzato l’accaduto osservando che “è inaccettabile consentire ai nomadi di trascinare con loro i minori nell’accattonaggio di strada” e puntato il dito sull’operato dei servizi sociali del Comune di Torino.

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