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Terza dose, Oms: "A over 60 dopo vaccini cinesi e a immunodepressi"

Le raccomandazioni del gruppo Sage su dose addizionale

(Afp)
(Afp)
11 ottobre 2021 | 20.10
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La terza dose di vaccino anti-Covid? Per gli esperti dell'Organizzazione mondiale della sanità è raccomandabile farla per le persone moderatamente e gravemente immunocompromesse - come dose aggiuntiva di tutti i vaccini che sono nell'elenco per l'uso di emergenza (Eul) dell'Organizzazione mondiale della sanità - e dovrebbe essere offerta alle persone dai 60 anni in su vaccinate con i vaccini inattivati cinesi Sinovac e Sinopharm. E' quanto indica il Gruppo strategico di esperti (Sage) dell'Oms sulle vaccinazioni.

Il Sage ha raccomandato per tutti i vaccini la dose addizionale agli immunodepressi "poiché queste persone hanno meno probabilità di rispondere adeguatamente alla vaccinazione dopo una serie primaria standard" a due dosi e "sono ad alto rischio di Covid grave". Per quanto riguarda i vaccini cinesi, l'indicazione è che dovrebbe essere offerta agli over 60 una dose aggiuntiva dello stesso vaccino come parte di una serie primaria estesa. Oppure è possibile prendere in considerazione una terza dose eterologa, con un'altra tipologia di vaccino, "anche sulla base della fornitura del vaccino e delle considerazioni sull'accesso". Nell'attuare questa raccomandazione, puntualizzano gli esperti, "i Paesi dovrebbero inizialmente mirare a massimizzare la copertura con 2 dosi in quella popolazione e, successivamente, somministrare la terza dose, a partire dai gruppi di età più avanzata".

Fra i punti affrontati dal Sage nel meeting, che si è tenuto in questi giorni, ci sono anche le strategie per la vaccinazione a livello globale. Per Covid, sulla base di quanto raccomandato a giugno e andando avanti su quell'indicazione, si dà la priorità, data la progressione della pandemia, alla vaccinazione delle popolazioni ad alto rischio e di tutti gli adulti. E in un'ottica di mitigazione del rischio la strategia a cui si chiama è che il 70% della popolazione mondiale sia completamente vaccinata entro metà 2022, pur riconoscendo le incertezze scientifiche e la necessità di aggiornamenti man mano che nuove evidenze diventano disponibili. Viene inoltre rimesso l'accento sul problema dell'iniquità dell'accesso ai vaccini che è stato estremo per quelli contro Covid, con i Paesi ad alto reddito che hanno somministrato 35 volte più dosi rispetto a quelli a basso reddito e i Paesi della regione africana dell'Oms che hanno solo il 3% della popolazione completamente vaccinata.

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