"Da sempre utilizzato a fini propagandistici"
"Da sempre, lo studio della storia è stato utilizzato a fini propagandistici, perché incide sulla mentalità delle persone e, di conseguenza, sulle loro scelte nell'oggi. Poi si aggiunge il fatto che la tendenza dei nostri tempi è quella di trovare le risposte alle domande su Google e non su una ricerca basata sulle fonti. E' importante che lo studio della storia avvenga nelle nostre scuole in modo obiettivo: il docente ha, ovviamente, la propria visione politica, la può anche dichiarare, tuttavia non la può imporre agli studenti né può presentare i fatti in modo conforme alle sue convinzioni personali". Così Suor Anna Monia Alfieri, cavaliere al merito della Repubblica italiana ed esperta di politiche scolastiche, commenta all'Adnkronos i risultati di un’analisi condotta su 13 sussidiari adottati nelle scuole italiane, dalla quale emerge che ben 12 raccontano la storia (e la geografia) secondo la linea di Putin.
"E' un concetto davvero importante perché ciò che avviene in aula ha ricadute importanti sulla vita presente e futura dei nostri giovani. La presentazione obiettiva e non ideologizzata della storia è garanzia della libertà di un Paese. E occorre mettere in guardia i nostri giovani dai tentativi di direzione del pensiero che i social e i media spesso attuano - sottolinea - Lo studio della storia apre allo spirito critico, al rifiuto di qualsiasi accettazione supina di quanto viene presentato. Auspico che la questione relativa a come il rapporto tra Russia e Ucraina viene presentato nei libri di testo diventi l'occasione per un rinnovato approfondimento sull'insegnamento della storia nelle nostre scuole e sui rischi di condizionamento del pensiero perpetrato ai danni delle nuove generazioni". (di Silvia Mancinelli)