Nove persone sono state arrestate dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Roma nell’ambito di un'indagine coordinata dalla Procura della Repubblica capitolina, su un'associazione a delinquere finalizzata alla commissione di condotte corruttive e di una serie di reati contro la Pubblica Amministrazione, nell’ambito delle procedure connesse alla realizzazione del nuovo stadio della A.S. Roma calcio. I militari hanno eseguito gli arresti emessi dal Gip: per 6 indagati è stata disposta la custodia cautelare in carcere, per 3 gli arresti domiciliari. Sedici in tutto gli indagati. Fuori dall'inchiesta, come specifica il procuratore aggiunto di Roma Paolo Ielo, l'AS Roma e la sindaca Raggi
INDAGATI E IN MANETTE POLITICI E IMPRENDITORI - Ci sono anche politici e imprenditori fra le nove persone arrestate questa mattina. Fra questi, il vicepresidente del Consiglio Regionale e coordinatore Forza Italia Provincia di Roma, Adriano Palozzi, l'imprenditore Luca Parnasi, cinque suoi collaboratori e l'avvocato Luca Lanzalone, presidente Acea. Prima della indicazione per il vertice di Acea (di cui il Comune detiene il 51%), Lanzalone aveva seguito come consulente legale il dossier sullo stadio per conto proprio dell'amministrazione Raggi. Manette anche per l'ex assessore regionale all'Urbanistica Michele Civita del Pd. Civita, attualmente consigliere regionale dem, si trova ai domiciliari, così come gli altri arrestati. Tra gli indagati, anche il capogruppo del M5S in Campidoglio, Paolo Ferrara.
PERQUISIZIONI ALLA PISANA - Pisana perquisita a seguito degli arresti di questa mattina del vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio Palozzi e del consigliere del Pd ed ex assessore regionale all'Urbanistica Civita. I Carabinieri sono stati avvistati prima alla palazzina della presidenza, poi a quella del gruppo Pd: sotto la lente uffici e scrivanie dei due consiglieri.
PARNASI INTERCETTATO - "Adesso non mi costa molto...una volta non hai idea". Queste le parole di Luca Parnasi in una intercettazione ambientale riportata nell'ordinanza di custodia cautelare di quasi 300 pagine dell'inchiesta. Il procuratore aggiunto di Roma parla di una corruzione di tipo sistemico e una di tipo pulviscolare. "E’ un investimento che io devo fare - dice Parnasi nelle intercettazioni - molto moderato rispetto quanto facevo in passato, quando ho speso cifre che neanche te lo racconto. Adesso ci sono le elezioni e io spenderò qualche soldo ma la sostanza è che ora la mia forza è che alzo il telefono...".
La corruzione messa in atto dal gruppo Parnasi consisteva in soldi in contanti, fatture per operazioni inesistenti ma anche promesse di assunzioni, incarichi e consulenze per politici e funzionari pubblici. In particolare, all’avvocato Lanzalone, erano state promesse consulenze per il suo studio legale pari a circa 100 mila euro oltre all’interessamento nella ricerca di una casa e di uno studio nella Capitale.
All'ex assessore regionale del Pd, Civita, Parnasi aveva promesso l'assunzione del figlio in una delle società del gruppo mentre al vicepresidente della Consiglio Regionale Palozzi, sono state erogate fatture per operazioni inesistenti pari a 25 mila euro. Ferrara, capogruppo M5S in Campidoglio, aveva invece ottenuto da Parnasi un progetto per il restyling del lungomare di Ostia.
'MODELLO ROMA' DA ESPORTARE - Esportare il modello di corruzione a Milano era uno degli obiettivi di Luca Parnasi. Il gruppo tentò infatti di corrompere l'allora assessore all'urbanistica di Milano, Pierfrancesco Maran, proponendogli l'acquisto di una casa. Un’offerta che Maran rifiutò sdegnosamente. A riferire tutto sono due uomini del gruppo in una intercettazione: "Siamo andati lì a fare proprio una brutta figura, gli abbiamo proposto un appartamento ma lui ha risposto di no dicendo che lui 'non voleva prendere per il culo chi lo ha votato'. Qui a Roma funziona ancora perché è Roma, la rometta…" si dicono i due.
"Chi ha sbagliato pagherà. Io sono sereno ed estraneo alla vicenda perché non ho nulla da nascondere. Ho fiducia nella magistratura e spero che si faccia chiarezza al più presto. Ho deciso di autosospendermi dal M5s". Lo scrive su Fb l'ormai ex capogruppo del M5s in assemblea capitolina, Paolo Ferrara, che aggiunge: "Avanti a testa alta".
RAGGI - "Chi ha sbagliato pagherà, noi siamo dalla parte della legalità". Così la sindaca di Roma Virginia Raggi commenta gli arresti. "Al momento non esprimiamo nessun giudizio - ha precisato Raggi -. Aspettiamo di leggere le carte". In ogni caso, ha aggiunto la sindaca, "se è tutto regolare spero che il progetto possa andare avanti".
Soltanto ieri, la sindaca di Roma aveva rassicurato tifosi e appassionati con aggiornamenti sul progetto attraverso un post su Facebook: "Lo stadio a Tor di Valle si avvicina. Voglio aggiornarvi: ieri a mezzanotte è scaduto il tempo per presentare osservazioni al progetto. Ne sono arrivate 31. E già da questa mattina ci siamo messi al lavoro per rispondere nel merito. Non perdiamo tempo".
Stadio, cosa prevede il progetto
TONINELLI - "Per quanto riguarda l'indagine siamo molto preoccupati ma non ho informazioni per poterla commentare". Così il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, ha commentato a Radio Anch'io su Rai Radio 1, la notizia degli arresti. "Voglio solo ribadire - spiega il ministro - la battaglia che M5s ha fatto, per evitare che la colata di cemento che doveva cadere a norma del primo progetto del Partito democratico di cui lo stadio era la minima parte è stata enormemente limitata e questo è un successo".
BALDISSONI - "Non sappiamo ancora niente. Lo abbiamo appreso questa mattina dalle agenzie". Così il dg della Roma, Mauro Baldissoni, arrivando nella sede milanese della Lega serie A di calcio per prendere parte all'assemblea sui diritti tv, ha risposto alle domande dei cronisti. Il dirigente spiega tuttavia che non è escluso che debba tornare a breve a Roma per approfondire la vicenda.
SALVINI - "Io da milanista non parlo di calcio. Chi sta lavorando alla costruzione dello stadio della Roma lo conosco, ed è una persona per bene ma non si conoscono mai bene le persone fino in fondo. Adesso è nelle patrie galere, spero possa dimostrare la sua innocenza", ha detto il vice premier e ministro dell'Interno Matteo Salvini a proposito del costruttore Luca Parnasi. "Probabilmente la complicazione del settore pubblico, come il codice degli appalti, il proliferare di leggi e codici aiuta chi vuole fregare il prossimo, in un paese più semplice sarebbe più difficile corrompere", ha concluso Salvini.